Il caffè e i tre miliardi di capsule ‘made in Alessandria’. Succede alla Bisio Progetti. Dove non mancano nemmeno gli strip [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

 

In Europa si consumano mediamente venti miliardi di capsule per il caffè. E tre miliardi sono prodotti ad Alessandria. Siamo alla Bisio Progetti (Gruppo Guala), nello stabilimento in zona industriale D3 che è in fase di ulteriore espansione.

Oggi l’azienda occupa duecento persone, più sessantacinque con contratto a termine. Ma solo pochi anni fa il personale era la metà. La crescita è stata molto più veloce delle previsioni iniziali, grazie a dinamiche di mercato e di prodotto in forte espansione. Oggi le capsule prodotte dalla Bisio Progetti sono indirizzate per la metà al mercato europeo (c’è solo un altro produttore in Germania che opera in modo analogo all’impresa alessandrina) e la crescita di questo settore è stata a doppia cifra negli ultimi anni. Oggi viene registrato un rallentamento, ma l’espansione si attesta intorno al sette-otto per cento con una percentuale di incremento che non ha quasi paragoni rispetto ad altri settori produttivi. L’andamento generale trova riscontro sul fatturato che quest’anno si attesterà sui sessanta milioni di euro, di cui quindici nel settore farmaceutico-medicale che è l’altro settore produttivo.

“Il mercato delle capsule compatibili come quelle che produciamo – spiegano alla Bisio Progetti – sta registrando la crescita maggiore. Noi lavoriamo per conto terzi fornendo le capsule su un mercato in cui si stanno affacciando sempre nuovi protagonisti che possono essere il singolo produttore di caffè, oppure la grande distribuzione che ha iniziato a commercializzare il caffè in cialda con il proprio marchio”. Un fenomeno che sta conoscendo un costante trend positivo. E che consente all’azienda di Alessandria di guardare con tranquillità alla prossima evoluzione: le capsule compostabili. “Siamo pronti per quando il mercato comincerà a chiederle. Circa il sessanta per cento delle attrezzature possono essere riconvertite per la produzione della cialda compostabile, mentre le altre saranno esclusivamente dedicate” dicono i vertici aziendali.

Ogni capsula compatibile è realizzata con componenti in grado di resistere ad alte temperature e a una pressione di 8-10 bar per il tempo necessario all’erogazione del caffè. La realizzazione è coperta da brevetto, anche per la parte della saldatura della plastica. Per le cialde compostabili sono necessarie procedure analoghe, ma con alcune differenze tecniche in relazione al diverso materiale utilizzato che oggi costa quasi il doppio di quello tradizionale, ma calerà man mano che aumenterà la produzione.

L’altro business della Bisio Progetti è il farmaceutico-medicale. Anche in questo caso le produzioni sono in conto terzi, favorite dal fatto di poter disporre di una ‘camera bianca’ (aree ad atmosfera controllata e sterile), ma anche di proprietà come gli strip monouso per utilizzo oftalmico.

L’azienda è nata nel 1989 con la ragione sociale “Bisio L. e C. snc” e si occupava di costruzione di stampi per macchine di stampaggio a iniezione di materie plastiche. Cambia nome l’anno dopo e incorpora, con una operazione di fusione, la R3 Srl, società di stampaggio e lavorazione materie plastiche (aveva iniziato a operare nel 1978). Il passo successivo è stato l’ingresso nel gruppo Guala.

La Bisio Progetti, nei giorni scorsi, è stata al centro di una azione di protesta della Fiom Cgil organizzata contro “la decisione dell’azienda di lasciare a casa 18 lavoratori interinali. In Bisio Progetti si lavora con turni a ciclo continuo (tre turni su sette giorni) e l’azienda si sta espandendo da alcuni anni. La scelta di lasciare a casa gli interinali non è stata condivisa dal sindacato poiché una parte delle lavoratrici donne lasciate a casa erano in azienda da quasi due anni, quindi in base al recente decreto dignità varato dal governo a luglio, non potevano proseguire con contratti precari, ma o essere trasformate a tempo indeterminato, oppure cessare definitivamente. Purtroppo la scelta dell’azienda è ricaduta su quest’ultima opzione”, recita una nota dell’organizzazione provinciale guidata da Anna Poggio. La protesta della Cgil si è anche tradotta anche in uno sciopero (l’adesione è stata intorno al cinque per cento sui tre turni).

In realtà quattro persone su diciotto hanno avuto una proposta di contratto a termine da parte di altre aziende collegate a Bisio Progetti. Delle undici persone non confermate, in base alle attuali normative, hanno una anzianità aziendale tra i due e i sei mesi. L’azienda, che ha scelto di continuare a investire sul sito di Alessandria e non altrove, chiarisce che “contrariamente a quanto chiede il sindacato, non possiamo individuare il personale da assumere unicamente in base all’anzianità, ma anche in base alle competenze. Rimane il fatto – è la valutazione della direzione aziendale – che non immaginiamo un miglioramento e mantenimento della competitività sul nostro mercato di riferimento senza un incremento di tecnologie, un miglioramento delle competenze e il mantenimento di un certo livello di flessibilità del lavoro. Non entriamo nel merito delle scelte politiche sulla normativa del lavoro, ma non possiamo che adeguarci alle nuove regole”. Che però pare non piacciano molto nemmeno alle aziende.