La Bollina: semplicità e raffinatezza nel cuore del Gavi [Piemonte Economy]

di Cristina Bargero

Sui colli pre-appenninici, appena sovrastanti Serravalle Scrivia si respira un’atmosfera ligure, che traspare dal dialetto, dall’architettura, dalla tradizione culinaria. In effetti ci si trova a pochi chilometri da Genova, in prossimità del passo della Bocchetta, sull’antica via Postumia che collega la Val Polcevera alla Val Lemme.

Queste terre fino alla legge Rattazzi del 1859 appartenevano alla provincia di Genova e molti nobili genovesi vi avevano costruito le proprie residenze di vacanza. Una di queste, dei marchesi Figari di Genova, oggi ospita invece una delle cantine più rinomate e vivaci del territorio, la Bollina, che, dopo essere stata di proprietà del gruppo Berlucchi, dal 2011 è gestita con passione dal poliedrico Marco Roveda.

Semplicità e raffinatezza paiono essere un ossimoro e, invece, sono due termini che ben descrivono i vini della Bollina e tutto ciò che la riguarda. La semplicità di chi in quelle terre orgogliose e combattive (Serravalle, Gavi e i paesi limitrofi hanno dato i natali a molti dei martiri della Benedicta) è nato e la raffinatezza di saper valorizzare i prodotti di una terra fragile e generosa.

La cantina oggi presenta le più moderne tecniche di vinificazione, attraverso un quadro strumenti dotato di un sistema di micro ossigenazione che consente di vinificare e mantenere il vino in modo ottimale, controllando l’apporto di ossigeno disciolto per ovviare ai fenomeni di ossidazione e riduzione, e un filtro tangenziale che permette di mantenerne intatte le caratteristiche organolettiche.

Una produzione di 300.000 bottiglie che va dal Gavi, vino per eccellenza di questa zona, allo Chardonnay, allo Sauvignon, al Barbera e al Nebbiolo, destinata soprattutto al mercato estero, dal Kazakistan, alla Russia, dal Brasile agli Stati Uniti, dal Vietnam alla Danimarca.

Del resto, il vino italiano nel 2017, soprattutto per quanto riguarda i vini imbottigliati, è stato uno dei settori trainanti l’export italiano (in crescita anche nel 2018), superando anche quello francese. Il vino rappresenta al meglio quel Made in Italy di qualità in cui si coniugano tradizione, unicità e cura per il prodotto finale, che sostiene la nostra economia e, al contempo, ne preserva le risorse naturali, che il nostro paese dovrebbe tutelare maggiormente.

Anche le etichette di alcune bottiglie, Gavi, Beneficio e Minetta (Monferrato Rosso D.O.C), nate da un’intuizione di Marco Roveda, raffiguranti tre diversi tipi di biciclette, hanno uno stretto legame con questo territorio, che ha dato i natali a Coppi e Girardengo, vini che scaldano i cuori come avvenne molti anni fa tra il Campionissimo e Giulia Occhini, più nota come la Dama Bianca, sepolta proprio a Serravalle.

Sosteneva Molière: “Grande è la fortuna di colui che possiede una buona bottiglia, un buon libro, un buon amico”. Tre cose che si possono trovare alla Bollina.