Grigi: il criceto fa girare la ruota ma non va da nessuna parte…

Grigi: dal libro Cuore alla tragedia del Poseidon CorriereAldi Jimmy Barco
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Avevo sospeso il giudizio sulle prestazioni dei Grigi riguardo le due trasferte sarde perché avevo ritenuto onesto e sensato dare per scontato che quelle due partite, mediamente, si giocano in situazioni tattiche ed ambientali poco indicative.

Mi aspettavo invece ben di più dalla partita interna contro il Gozzano, squadra che prende sempre gol, non ha ancora vinto in campionato, che si è presentata al Mocca priva dei suoi giocatori di qualità e, nei primi minuti del match, ha perso per strada pure Libertazzi, il suo puntero.

Che l’Alessandria abbia tenuto il pallino del gioco da quando è passata in svantaggio al quarto d’ora fino alla fine del primo tempo mi pare proprio il minimo sindacale. Peccato che in quella mezz’ora determinante però i Grigi non abbiano fatto uno straccio d’azione corale e sensata: è davvero una situazione colpevole.

La palla la facevamo girare però, dirà qualcuno. Si, anche il criceto fa girare la ruota nella sua gabbietta ma, finchè si limita a quello, mica possiamo sperare che esca di casa e ci vada a fare la spesa al supermercato sotto casa….

Se poi dobbiamo parlare dei secondi 45’ meglio stendere un velo pietoso: non appena i ragazzotti lacustri hanno capito che il diavolo in fondo era un bonaccione, per decine di minuti non ci hanno fatto neppure uscire dall’area di rigore (la nostra, beninteso) con un pressing insistito.
Meno male che è arrivato il jolly del gol di Santini se no saremmo qui a commentare una sconfitta casalinga, sconfitta che sul piano del gioco e delle occasioni ci saremmo meritati.

Poi sento alla fine D’Agostino che è contento dell’andamento dell’incontro perché ha visto i propri ragazzi che “volevano vincere la partita” (!?!). E quelli di Soda invece hanno fatto una passeggiata in Alessandria giusto per una visita turistica? Non facciamo ridere.

E se fosse che uno dei motivi per cui, anche quando abbiamo avuto le potenzialità, in questa piazza non si riesca a fare un salto di qualità è proprio per questa nostra incapacità collettiva di cogliere problematiche e situazioni?

Per carità, se D’Agostino nel dopopartita non è chiamato dalla sala stampa a parlare di calcio certo non lo fa lui sua sponte. Anche perché dovrebbe spiegare, per esempio, come si fa a prendere un gol come quello incassato domenica, altro che discettare sulle “marcature preventive”! E il succo sostanziale di questo pareggio quale sarebbe stato per la nostra supina critica sportiva?

Le provocazioni dell’avversario, l’arbitro che ce l’ha con noi, la panchina degli ospiti tosta e presente e altre minchiate tipiche che con lo sport nulla hanno a che vedere. E se uno sapesse, anche a spanne, cos’è il gioco del calcio non si permetterebbe nemmeno di dirlo o di scriverlo.

A meno che, naturalmente, non si intenda prendere per il culo se stessi e tutti gli altri che ti vengono dietro come beoti. Ma certi nostri giornalisti, anziché guardare le partite in modo corretto, utile e professionale, in settimana hanno pensato bene invece di sfruculiare la vanità di quattro scienziati di casa nostra i quali hanno attaccato l’atteggiamento della Società in merito al casino dei ripescaggi e dei calendari.

Così facendo, in pratica, cosa sostengono lor signori e i loro ottoni di rinforzo? Che a Pisa sì che si fanno le loro ragioni mentre noi ad Alessandria non saremmo così capaci e coraggiosi, vista la vibrante protesta della squadra toscana per questo disastro. A parte il fatto che, se uno si andasse a vedere la situazione di calendario dei pisani e quello che potrebbe succedere loro nel prossimo mese, si accorgerebbe che i nerazzurri stanno vivendo una situazione allucinante senza avere più colpe delle altre settanta squadre coinvolte.

Poi bastava che qualcuno si fosse letto questa rubrica nel giugno e luglio scorso per paventare il pasticcio che poi è successo, pronosticato da parte mia, pur con troppo ottimismo riguardo le soluzioni. E chi sono io? Un indovino? Macchè. Quando guardo le partite cerco di capire cosa succede in campo e perché. E quando succede qualcosa di anomalo nei piani alti penso alle ricadute. Ma forse è meglio farsela raccontare da chi analizza un evento sportivo parlando di minchiate e non di sport. Per aspera ecc.. ecc…