Strade: chi rompe paga, o almeno aggiusta. E un hub per i bus vicino alla stazione Fs. Bravi Barosini e Buzzi Langhi [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Dopo anni, finalmente ci facciamo rispettare: “Stretta del Comune sul ripristino strade: pronti ai contenziosi”. Lo dice l’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Alessandria, Giovanni Barosini, su una interpellanza da parte dei Consiglieri 5 Stelle, Michelangelo Serra e Francesco Gentiluomo, per far eseguire il ripristino del manto stradale e tutte le attività connesse alla posa, riparazione, sostituzione di servizi posti nel sottosuolo pubblico e nel rispetto delle relative norme di sicurezza e del Codice della Strada.  Da come sono ridotte le nostre strade, si evince che da troppo tempo alla conclusione di un lavoro nel sottosuolo non è stata ripristinata a regola d’arte la parte manomessa, lasciando “masticoni” di cattiva asfaltatura pericolosi e non conformi con il Codice della Strada. Rendendo così l’ente locale responsabile dei danni che una cattiva posa di ripristino può recare a chi è alla guida di un mezzo, in bicicletta o a piedi. Occorre un “Regolamento recante norme per l’esecuzione delle manomissioni e dei ripristini sui sedimi stradali e sulle aree comunali”, come vige da tempo altrove. Prima di stilare questa pagella ho voluto vedere come si comportano in altre città. Per manomissione di suolo si intende ogni opera che alteri lo stato attuale delle aree e degli spazi pubblici per la posa di tubazioni quali acquedotto, posa cavi, allacci alla pubblica fognatura e all’acquedotto, allacci al metanodotto, per derivazioni dalla rete elettrica e della rete telefonica, teleriscaldamento etc. Tale Regolamento entrerebbe nel contratto di autorizzazione dell’appalto, e dovrebbe essere rispettato nelle clausole da tutti coloro che per l’esecuzione di lavori devono manomettere il suolo pubblico, che siano Enti pubblici, Concessionari, Società e privati. Per suolo e sottosuolo si intende ogni spazio occupato dalla sede stradale: vie, strade, piazze, slarghi, piste ciclabili e marciapiedi insistenti su strade comunali, vicinali e private assoggettate al pubblico passaggio. Mi viene però spontaneo chiedere: regolamento o no, nel passato costava molto impegno da parte dei preposti comunali controllare e far rispettare il contenuto e le clausole di contratto dei vari appalti degli Enti e imprese che manomettevano il suolo pubblico? E poi si arrabbiano pure quando pongo queste osservazioni.
Voto: 10

 

2) Per far ripartire Alessandria servono progetti concreti, non chiacchiere. Ecco allora un’interessante proposta dell’assessore Davide Buzzi Langhi. Sul bisettimanale “Il Piccolo” di martedì 23, a pag.9 e a firma Marcello Feola si legge: “Un terminale bus nel parcheggio vicino ai treni”.
La stazione ferroviaria, oltre ad essere una zona di servizio, è anche il biglietto da visita di una città. Da tanto tempo qui a casa nostra è un po’ terra di nessuno, per le cattive frequentazioni che ne fanno zona di degrado, da cui stare alla larga se non per necessità. Ho letto poi che c’è chi propone di spostare il mercato degli ambulanti da piazza Garibaldi a piazza Libertà. Non sarebbe male, giacchè in passato tale mercato era già nella piazza del Comune: il tal modo si potrebbe utilizzare piazza Garibaldi pienamente come parcheggio. Sono convinta che le bancarelle poste nel cuore della città porterebbero vantaggio pure al commercio cittadino. Ho letto dell’eventuale utilizzo di viale della Repubblica per dare spazio a bus e corriere, utilizzo poco gradito ad una parte della minoranza perchè secondo loro quel viale è utile per manifestazioni, e per la presenza del Teatro. Ma per le manifestazioni volendo ci sono altri luoghi, e per il Teatro “ha da venì quel giorno”. Le corriere, i bus, i taxi, i flix bus. devono fare corona alla stazione, altrimenti che servizio è? Se esiste un progetto, è tempo di intervenire energicamente perché con i se e con i ma non si va da nessuna parte, anzi si perde tempo.
Voto: 7

 

3) Lotta allo smog e polvere sottili nella Pianura Padana. Mercoledì 24 ottobre nel tardo pomeriggio ricevo una e-mail corredata di foto da un amico che sta rientrando in autostrada, con la scritta: “A proposito del blocco Euro 0 1 2 3 ecc ecc..poi permettiamo che vengano bruciati ettari di campi dopo che sono stati tagliati, per l’esattezza paglia di riso”. Nello stesso pomeriggio la notizia su Radiogold. Nell’articolo anche la dichiarazione del Direttore di Arpa Alessandria, Alberto Maffiotti: “le particolari condizioni meteo di questi ultimi giorni stanno creando un accumulo sulla piana alessandrina dei fumi degli abbruciamenti nelle risaie tra Casale e Valenza” . E allora? Mettiamo in allarme tutta la Pianura Padana per la cappa di inquinamento, e conseguenti limitazioni per le auto, e poi permettiamo che si brucino a cielo aperto distese di campi? Oltre all’inquinamento c’è pure il rischio per chi viaggia, in particolar modo nei periodi di nebbie. In molti casi vi sono abitazioni vicine e il fumo crea disagi o problemi respiratori. Se vogliamo pulire l’aria in questo autunno/inverno 2018 i sacrifici li dobbiamo fare tutti. Per essere maligni: lo stop alle auto più vecchie è molto più interessante per la lobby del mercato automobilistico,
Voto: 2