L’ombra del terzo valico sull’edilizia in affanno, ma anche con qualche speranza in più [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

“La crisi continua, la luce in fondo al tunnel non si vede ancora”. Paolo Valvassore, presidente di Ance Alessandria (costruttori edili), parla chiaro. Non nasconde né i problemi, né i timidissimi segnali che infondono un po’ di coraggio e di speranza. Il report 2018 sul settore dell’edilizia in provincia non lascia margini alla fantasia rispetto alla congiuntura che continua a fare i conti “con una certa stagnazione del mercato”, mentre a livello nazionale il settore “mostra alcuni segnali positivi”.

Non che qualcosa non si stia muovendo anche sul territorio, come rileva il trend dei primi sei mesi del 2018. L’indagine previsionale, elaborata su un campione di cento imprese, conferma le preoccupazioni per la stagnazione (indicata dal 72 per cento degli intervistati), mentre il 51 per cento giudica troppo basso il portafoglio ordini. Il 42 per cento ritiene che la situazione sia destinata a rimanere stazionaria, in un quadro in cui inevitabilmente continua a pesare l’incertezza dei lavori del terzo valico ferroviario. Ma per un mercato in costante difficoltà, è invece da segnalare la crescita della componente dei servizi e delle forniture per i cantieri. Un fenomeno che l’edilizia condivide con l’industria, dove i servizi sono in espansione.

A fianco di Valvassore per la presentazione del rapporto c’è per l’ultima volta Luigi Tosi, storico direttore dell’associazione. Da gennaio sarà in pensione (conservando un incarico di consulenza “perché non possiamo lasciarlo fare il nonno a tempo pieno” commenta il presidente) e al suo posto arriva Marco Massone che da molti anni si occupa del servizio lavoro e previdenza. Ance Alessandria è uno dei pochi organismi che ha un bilancio “non in perdita”, così come anche gli enti bilaterali “sono in attivo”.

Il terzo valico dal futuro incerto, il palazzo dell’Edilizia di Alessandria che “si farà, perché è privato, anche se per le opere di contorno e accessorie siamo in attesa di capire cosa accadrà effettivamente al Bando Periferie e a quanto il Comune di Alessandria avrà intenzione di fare” e un mercato del mattone a macchia di leopardo, con i dati 2018 che non sono molti diversi dallo scorso anno, anche se alcune lievi inversioni di tendenza non mancano.

I numeri della Cassa Edile segnalano un leggero aumento degli lavoratori iscritti e della massa salari, mentre cala il numero delle imprese iscritte e delle ore lavorate. La situazione è quanto meno di tenuta (anche se sempre difficile) rispetto al trend decennale che ha visto passare il numero di lavoratori iscritti dai 5892 del 2008 ai 4032 del 2017 (nel primo semestre del 2018 erano 3989), le imprese iscritte da 1378 nel 2008 a 713 nel 2017 (695 nei primi sei mesi di quest’anno), la massa salari da 78.357.000 a 51.544.000 (25.521.000 nel 2018, sempre nel primo semestre, con un trend in lieve incremento).

I lavori pubblici, escluso il terzo valico, sono sempre più “minati dal progressivo diminuire della capacità di spesa delle tradizionali stazioni appaltanti (Comuni e Provincia, in testa)”, con il settore che continua a fare i conti con “il danno enorme” causato dalla quasi mai rispettata continuità amministrativa. Tradotto, ogni nuova maggioranza di un ente locale, piuttosto che del governo nazionale, tende quasi sempre a smantellare quello che ha programmato la precedente, con tutti gli effetti negativi sull’economia. Sul fronte privato si consolida un fenomeno già emerso negli ultimi anni: crescono le manutenzioni ordinarie, calano i permessi per costruire. Le prime sono aumentate del cinque per cento nell’ultimo anno, i secondi sono scesi del tredici per cento. Abissale la differenza fra il 2011 e il 2018 con i cantieri per le manutenzioni che sono cresciuti del 171 per cento e le nuove costruzioni che sono crollate del 54 per cento. “E sull’immediato futuro rischia di incidere la scomparsa degli incentivi dal 2019” affermano, con preoccupazione, i vertici di Ance Alessandria. Un dato però appare nettamente positivo. Sono le compravendite nel settore residenziale che nel 2017 sono aumentate del 7,1 per cento rispetto all’anno precedente (erano calate del 21,1 per cento fra il 2010 e il 2016) e con l’Acquese che ha messo a segno una crescita di quasi il quattordici per tempo. “È il segnale che c’è una domanda che tende a consolidarsi” dice Valvassore. I valori però restano ancora bassi e i finché non salgono i prezzi non si può parlare di ripresa.

Le difficoltà sono confermate dal valore medio delle opere edili, anche se l’Alessandrino esprime una nicchia di eccellenza nel settore. Oltre il 55 per cento dei cantieri comporta spese inferiori ai 50.000 euro, il 16 per cento oscilla fra i 50.000 e i 100.000 euro e solo il 29 per cento dei cantieri ha importi superiori ai 100.000 euro. In questo ultimo caso, però, diversi interventi sono finanziati da fondi immobiliari per opere di carattere commerciale.

Infine, il 48 per cento delle imprese realizza il 25 per cento del fatturato fuori provincia e il 9 per cento fattura oltre il 50 per cento fuori l’Alessandrino. Il peso della presenza del Gruppo Gavio ovviamente condiziona il dato, ma c’è anche un nucleo di imprese specializzate che opera nel settore delle costruzioni e dei servizi. Sono di medie dimensioni (massimo una quarantina di addetti), dotate di competenze e professionalità e capaci di lavorare in forma aggregata.