Grigi: attaccare, attaccare! La sfida con il Siena si avvicina

Grigi: dal libro Cuore alla tragedia del Poseidon CorriereAldi Jimmy Barco
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Al netto degli sproloqui letti e sentiti nel dopo-Pisa dove tutti, giocatori, allenatore e certa stampa mandrogna hanno visto e ci hanno raccontato una partita che in realtà è stata tutta diversa. E al netto persino del mio entusiasmo per aver visto i Grigi difendersi con ardore e antica baldanza in un secondo tempo dove i toscani, pur collezionando almeno cinque occasioni clamorose, non sono riusciti a concretizzare, tra la bravura di Cucchietti e i pochi centimetri beffardi che hanno negato i gol ai padroni di casa, provo a fare due valutazioni generali sullo stato dell’arte della squadra grigia.

Dico subito che il giudizio fin qui non può essere lusinghiero. E non parlo di punti in classifica (già solo i tre ottenuti con la Juve U23 sono una plusvalenza importante ma occasionale, visto quanto sarà difficile per tutte le altre squadre del girone, d’ora in avanti, battere i bianconeri), anche perché nel giro di qualche settimana arriveranno penalizzazioni massicce in classifica per alcune squadre del nostro raggruppamento che ci metteranno comunque al riparo, mi auguro, da posizioni scomode nelle retrovie della classifica.

Perché questa squadra, almeno sin qui, mi dà l’impressione di essere quel tipo di gruppo che difficilmente riesce a ribaltare le situazioni negative, e deve sempre navigare ben al di sopra della linea di galleggiamento se non vuole incorrere nel rischio di imbroccare filotti negativi.

D’Agostino, dopo la partita di Pisa, ha parlato di una squadra irriducibile e dotata di carattere: perfetto, valori questi necessari ma non sufficienti per gridare al miracolo. Abbiamo già giocato 4 partite di campionato di cui tre di queste al Mocca, teniamo conto anche di questo. In 400’ di gioco abbiamo giocato alla pari con l’avversario sì e no un’ottantina di minuti a voler essere generosi. Nei restanti 320’ abbiamo sofferto e subìto le iniziative degli avversari, qualche volta in affanno (vedi tutto il secondo tempo di Pisa) altre volte con qualche sicurezza in più (partita casalinga contro la Lucchese alla quale, però, abbiamo lasciato tre nitide palle gol su azione).

E l’unica vittoria ottenuta è stata quella contro la Juve, al termine di una partita irripetibile sotto troppi aspetti.

Lo ripeto: bisogna guardare oltre il risultato e gli episodi perché, in un torneo lungo e incasinato come questo, c’è il momento che meriteresti tanto ma raccogli giusto una beata fava. E’ la legge del calcio e siamo tutti disarmati davanti alle strane alchimie che la Dea Eupalla propone attraverso i suoi percorsi misteriosi.

Se posso permettermi vorrei però dare un consiglio spassionato al nostro mister: quando scrivo un mio parere o un commento critico la domenica successiva non metta in campo modulo e formazione praticamente identici a quanto ho umilmente suggerito in precedenza.

Primo perché non sono e non faccio l’allenatore, per cui quando ci azzecco è solo un caso. Secondo, e più importante motivo, perché se qualcuno si accorgesse che lei trae spunti tecnici dai miei articoli la buona stampa di cui ha goduto finora andrebbe a farsi benedire.

Chiudo dicendo che domenica prossima contro il Siena piacerebbe a tutti vedere i Grigi fare la loro partita, giocandosela fino alla fine. Se poi i bianconeri toscani sul campo dovessero dimostrarsi nettamente al di sopra della nostra portata tecnica (cosa di cui dubito) il catenaccio visto a Pisa può diventare l’unica tattica per non essere soverchiati. Prima però cerchiamo di giocare la “nostra” partita…

In chiusura segnalo a Di Masi che Briano, uno dei miti di alcuni tifosi mandrogni perché qui, da calciatore, ha fatto bene, è stato esonerato da allenatore della Berretti del Cuneo per cui diventa possibile inserirlo in qualche ruolo e con qualche incarico in società.

Così farebbe contenti tanti, qui da noi…. e gente contenta il ciel l’aiuta. Se lo ricordi Di Masi!