Piazza Santo Stefano [Un tuffo nel passato]

di Tony Frisina.

La cartolina che viene proposta questa settimana è anche una “vera fotografia”. Tale dicitura di solito era riportata al verso di ogni cartolina stampata con procedimento fotografico anziché uscita dalle rotative di una tipografia. Con questa frase, infatti, l’Editore voleva rimarcare il valore aggiunto che derivava dalla maggiore qualità che con la tecnica fotografica si riusciva ad ottenere.

Per noi cultori di storia locale è importante poter trovare cartoline di questo tipo in quanto è maggiormante possibile apprezzare particolari che con l’ingrandimento eccessivo (nel caso dei soggetti stampati in tipografia) perderebbero nitidezza.

L’isolato che comprende la chiesa dei Santi Stefano e Martino è rimasto pressochè immutato nel tempo… e pensare che sono passati quasi cento anni dall’epoca dello scatto, visto che la cartolina appartiene agli anni ’20/’30 del secolo scorso.

È interessante esaminare sommariamente la storia di questo edificio religioso.

Nel 1728 i Servi di Maria, conosciuti anche con l’appellativo di Serviti, aprirono una cappella nell’isolato della chiesa di Santo Stefano e nel 1741 provvidero alla costruzione di una chiesa più ampia. Nel 1773 il nuovo tempio dedicato a Santo Stefano fu consacrato da monsignor Giuseppe Tommaso De Rossi, vescovo di Alessandria.

In seguito alla soppressione degli ordini religiosi, nel 1802 i Serviti se ne andarono e l’edificio religioso, con tutte le pertinenze, fu requisito dal governo francese che lo utilizzò come magazzino. Nel 1805 divenne sede della parrocchia di San Martino, di cui ora porta anche il nome; l’annesso convento di modeste dimensioni divenne in seguito abitazione del parroco.

Tornando all’osservazione della fotografia dobbiamo osservare un particolare importante che non può sfuggire ad un vero alessandrino: manca l’incrocio con via Giovanni Dossena.

A quei tempi la geografia di questa zona era molto diversa dall’attuale e via Dossena sarebbe sboccata nel punto in cui si vede la signora anziana di spalle. Il palazzo ottocentesco fu atterrato per costruire il palazzo che oggi ospita, fra altre attività, un Ufficio Postale.

Risparmio anche questa volta la descrizione e i commenti circa il risultato architettonico che da quest’altro scempio tutto alessandrino è derivato. Ma l’occhio dell’attento e scafato lettore riesce a suggerire quanto da me volutamente omesso…

Un particolare curioso ci riporta al tempo passato con un pizzico di nostalgia; è il carretto di un gelataio.

Ormai non siamo più in grado di sapere se Il carretto passava e quell’uomo gridava gelati… ma siamo certi di non sbagliarci di molto se… al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti.

Sappiamo però che un pezzo di Alessandria genuina e provinciale, ancora senza motori a scoppio, quella avvolta dal silenzio e costellata soltanto dalle voci di vecchi alessandrini che si esprimevano in dialetto, è ormai sepolta nelle pieghe del tempo…

Un’ultima cosa.

I vecchi marciapiedi in pietra granitica sono ben visibili su entrambi i lati di via Verona e uno dei due continua, attraversando la piazza. Per fortuna dei nostri concittadini e delle casse municipali, a quell’epoca non si soffriva ancora per inquinamento e quindi non servivano ancora le miracolose pavimentazioni mangiasmog dei tempi a venire…

Chiesa-di-santo-stefano-anni-'20-circa
Due pezzi d’epoca.

Sempre furti – Alle ore 1,40 di martedì gli abitanti del Rione Rossi furono destati da tre colpi di carabina sparati da una finestra del prolungamento di via Verona perchè diversi mariuoli tentavano smuovere l’inferriata per introdursi e rubare un motore. È la terza volta che a distanza di pochi mesi succede simile tentativo; detta via dal numero 39 al 70 è completamente allo scuro, le tre lampadine sono appositamente rotte dalla teppa per riuscirvi nell’intento.
La mala vita ha dedicato la primavera e l’estate alla vuotatura delle cantine ed alloggi, ora ai motori ecc.
A che servono gli agenti investigativi?
E il comando dei RR. Carabinieri che dispone di uomini perché non si assume la sorveglianza contro i furti sguinzagliando diversi pattuglioni notturni alla caccia dei lavoratori dello scalpello?
Ci pare che sarebbe ora di provvedere, anche a carico dei ricettatori.

LA FIAMMA Settimanale Socialista – Organo della « Cesare Battisti » Anno IV – N. 38 – Alessandria, 28 settembre 1922

In Pretura – Sorpresi a compiere atti di sodomia nei giardini pubblici venivano arrestati alcune sere fa certi Tortolini Rodolfo di Francesco, d’anni 27, abitante in via Caraglio 14 e Poggio Enrico di Giovanni, d’anni 23, abitante in Via Verona 15. entrambi comparvero martedì in Pretura. Il Poggio è stato condannato e tre mesi e dieci giorni di reclusione, il Tortolini a mesi quattro e quindici giorni di reclusione con la condizionale.

IL PICCOLO (Cronaca e Processi) – Anno I – N. 34 – Alessandria, 5 Dicembre 1925