I portici di piazza Savona [Un tuffo nel passato]

di Tony Frisina.

Da sempre, in questa città, i portici di piazza Savona sono stati luogo di passeggio e di acquisti, in particolare con il maltempo…

Il bello delle piazze e delle strade porticate è proprio questo; vi si può passeggiare anche con la pioggia, senza l’obbligo di dover sorreggere ingombranti parapioggia.

Anche oggi sotto questi portici – nonostante la crisi – hanno sede eleganti negozi di diverso genere, qualche caffè ed una lussuosa pasticceria in cui ci si può intrattenere gustando cose buone.

I portici di Piasa Savon-na sono sempre stati il fiore all’occhiello di Alessandria, fin dal loro nascere, verso la fine dell’Ottocento.

Questa cartolina – in particolare – rappresenta qualcosa di mirabile per le molte particolarità che racchiude sia a livello di immagine, sia per ciò che la corrispondenza in essa contenuta riesce ancora a raccontare.

L’elemento essenziale che un collezionista va cercando è certamente la fotografia. (Ma non pensate di poter capire quel che un collezionista abbia nella testa, in quanto ognuno di questi è un caso a sé e difficilmente se ne possono trovare due che la pensino esattamente allo stesso modo).

In questo caso specifico posso asserire trattarsi di una immagine relativamente insolita, sia per il soggetto che per l’Editore che l’ha prodotta.

Il collezionista esperto – già soltanto nel giudicare le caratteristiche esteriori quali il cartoncino, il profilo frastagliato, il carattere di stampa della didascalia e il lavoro tipografico nel suo insieme – è in grado di capire che si tratti dell’Editore G. Vistosi – Alessandria. Editore di grandi capacità e sicuramente produttore di cartoline di super lusso. Già a quei tempi (1915) questi soggetti erano di un certo pregio – forse in tiratura limitata – e il loro costo in proporzione; per questo motivo probabilmente oggi non se ne trovano molte. Quindi gli esemplari appartenenti a questa serie di cartoline rappresentano una certa rarità.

Nel caso specifico questa visione è insolita oltre che per i motivi appena elencati anche per altre caratteristiche e di conseguenza ci piace mostrarla ed illustrarla più che volentieri.

Una curiosità è data dal piccolo particolare che si può osservare nell’immagine oltre il palazzo dell’orologio che si intravvede fra le colonne.

La mitica e rimpianta ciminiera di Borsalino avvolta dalla foschia; difficilmente è presente in altre cartoline e questa è una delle poche che la mostra.

Risparmio tutti i commenti sulla demolizione della Borsalino da parte della malapolitica e sullo sfruttamento della città o della distruzione delle cose da conservare, soprattutto per non annoiare il lettore, anche se volentieri girerei il coltello nelle piaghe di chi, a diverso titolo, è stato responsabile di questo delitto, fra le centinaia commessi in questa sventurata città.

È interessante osservare gli ignari passanti che vanno e vengono e i ragazzi che, consci di essere inquadrati, sono buffamente in posa.

Ma le meraviglie non si fermano qui!

Le lampade per l’illuminazione pubblica sono vere opera d’arte, e le strutture collocate al di sopra dei capitelli, tra una colonna e l’altra invenzione geniale; installazioni che servivano per avvolgere e svolgere le tende per proteggere dal sole vetrine e passanti.

La giornata immortalata, a giudicare dai vestiti della gente, è in periodo invernale ed il passeggio è invogliato da un timido sole che disegna con ombre e luci la prospettiva dei portici.

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Un collezionista – come già ho scritto – si differenzia dagli altri per mille motivi. Io, in particolare, non amo collezionare cartoline soltanto per appagare il desiderio di possesso. Adoro andare a scavare nel passato, mi piace curiosare nella piccola storia di chi ha scritto e di chi ha ricevuto, nella speranza di scoprire cose interessanti, risvolti insoliti e inaspettati e altre volte, quando i personaggi coinvolti hanno un qualche rilievo nel tessuto sociale, venire a conoscenza di fatti che possono intersecarsi con la Grande Storia, quella che tutti conosciamo.

Per farla breve dico ancora che questa cartolina è stata spedita da un personaggio alessandrino di notevole interesse; persona eccentrica e certamente megalomane, oltre che uomo bizzarro e sicuramente fuori dai canoni della cosiddetta normalità. Un vero artista a 360°, uno che in città certamente ha lasciato il segno. Per rendere appena un pochino palpabili i concetti che ho appena espresso, viene pubblicato anche il verso della cartolina, la parte che reca l’indirizzo del destinatario e la corrispondenza.

Il lettore sarà in grado di avvicinarsi autonomamente allo spirito di Lorenzo Mina, Prof. Ing. Architetto con abitazione in Alessandria – Via S. Maria di Castello, 3.

Cartolina spedita allo zio Eugenio Carones, emigrato diversi anni prima in Sud America e altra personalità alessandrina. Come da sua abitudine (evidente grazie alla comparazione con altri scritti di questo personaggio) Lorenzo Mina timbrava le sue cartoline. Da notare come in questo caso il timbro da lui apposto non sia rimasto ben leggibile e quindi, per ovviare la lacuna, il nome di battesimo ed il numero civico della residenza furono poi aggiunti a penna, casomai il destinatario non fosse in grado di capire bene.

Notare anche la maniera in cui firmava, nonostante il destinatario fosse lo zio: Lorenzo Mina Architetto, aggiungendo al nome anche uno dei titoli di studio, quasi fosse una vera e propria appendice del nome stesso.

La caratteristica peculiare dell’oggetto postale che vi sottopongo oggi sta anche nel modo in cui la cartolina è stata vergata: è completamente capovolta… ovvero è capovolta ogni parola, a partire dall’indirizzo. Beh, mi viene difficile spiegare il sottile gioco di trasformazione… molto meglio osservarla coi propri occhi.

Tutte queste caratteristiche aiutano forse soltanto in minima parte a creare un concetto su questo personaggio alessandrino dalle mille risorse e se sarà il caso, in altre puntate, accennerò altre cose di rilievo sul Personaggio. Chi volesse saperne di più può digitare “Lorenzo Mina” sui motori di ricerca online e troverà di sicuro molto ancora. Buona ricerca!

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Epilogo di una scenata… equestre – I lettori ricordano quanto narrammo nel luglio scorso. Era sulla nostra piazza Garibaldi il Circo Equestre Bisini: il 13 luglio il cavallerizzo Vittorio Corini percosse con un pugno il segretario del Circo, sig. Stefano Bonanno.
La scenata aveva destato grave allarme perché, nella colluttazione, era anche stato esploso un colpo della rivoltella che il Bonanno stava per estrarre in sua difesa.
Il Corini è comparso davanti al Pretore del II. Mandamento ed è pure comparso il sig. Bonanno.

La Lega Liberale – Periodico politico amministrativo della Provincia di Alessandria – Anno XXV – Numero 42 – Alessandria, Sabato 24 Settembre 1910.