Domenica alla Casa delle Donne la presentazione di “Donne, razza e classe”

Domenica 16 settembre, in occasione della due giorni per la riapertura della Casa delle Donne, avremo l’occasione di discutere con Marie Moïse, traduttrice, insieme ad Alberto Prunetti, di questa nuova edizione del libro di Angela Davis “Donne, razza e classe”
Appuntamento alle 18.00 in piazzetta Monserrato 1.
Qui l’evento fb: Riapre la Casa delle Donne!
Di seguito un estratto della prefazione di Cinzia Azzurra del volume, edito da Edizioni Alegre.
“La nuova edizione italiana di Donne, razza e classe rappresenta un contributo importante a questi sforzi. Ciò che è possibile apprendere dal volume di Davis non è semplicemente la necessità di agitare un astratto antirazzismo o di includere la difesa dei diritti delle migranti tra le parole d’ordine del movimento e del pensiero femminista. Il libro di Davis ci invita, piuttosto, ad abbandonare il “provincialismo” di presupposti e analisi basati su un soggetto “donna” presuntamente omogeneo, emergente da una storia di oppressione comune e condivisa. Ci invita dunque ad analizzare e tenere in conto come le identità di genere non siano mai neutre dal punto di vista razziale e come l’oppressione di genere assuma forme diverse a seconda dell’identità etnica, religiosa o razziale. Si tratta di avere l’umiltà di studiare e imparare a conoscere la storia specifica e le condizioni concrete di vita delle donne migranti e di colore, di riconoscerne le forme specifiche di resistenza e lotta, rivendicazioni, bisogni e desideri. Si tratta infine di capire come la complessità di questi fenomeni sia strettamente connessa alle dinamiche del capitalismo italiano, al suo ruolo internazionale, alla sue riorganizzazione della sfera della riproduzione sociale, e di pensare, conseguentemente, la lotta femminista come lotta al tempo stesso di classe e anticapitalista. In un contesto sociale e politico profondamente modificato rispetto a quello del femminismo italiano degli anni Sessanta e Settanta, il libro di Davis ci invita a raccogliere una sfida: quella di ripensare il femminismo contemporaneo come una forza di trasformazione sociale e politica all’altezza della crisi economica, sociale, politica e ambientale che stiamo attraversando.”