Molinari (Lega): “Dai migranti alle politiche del lavoro, cambiare si può e lo stiamo dimostrando”. E in Piemonte cosa succederà nel 2019?

di Ettore Grassano

 

 

“Non raccontiamo balle agli italiani, sappiamo che per realizzare un cambiamento vero, peraltro non solo nazionale, ci vorrà tempo. Ma ci stiamo lavorando con lucidità, metodo e priorità chiare, esplicitate nel patto di Governo: con i 5 Stelle c’è un rapporto corretto e trasparente, e soprattutto ci conforta il crescente consenso degli italiani”.

Riccardo Molinari ha certamente oggi un osservatorio privilegiato: il 35enne parlamentare alessandrino è capogruppo della Lega alla Camera (oltre che segretario nazionale della Lega Piemont), e quindi le vicende della politica con la ‘P’ maiuscola non solo le vede da vicino, ma contribuisce a determinarle. Rimane però un leghista ‘con i piedi per terra’, e solide radici in provincia: “Giorni di vacanza quest’anno ne ho fatti pochissimi, e comunque sempre in mezzo alla gente: constatando ovunque una forte vicinanza delle persone, che ci esortano a ‘non mollare’, a portare avanti il cambiamento di cui l’Italia ha bisogno assoluto”. Presenza ormai stabile, per il suo ruolo in Parlamento, nei talk show di informazione in tv, Molinari sta facendo anche i conti con qualche effetto ‘collaterale’ della notorietà (“quando per strada mi fermano per un selfie rimango sempre un po’ stranito, ma va benissimo, ci mancherebbe”), e soprattutto pare rappresentare, un po’ per ruolo e un po’ per cultura politica, l’anima più ‘governativa’ della Lega, incline alla riflessione pacata (anche se spesso intransigente), e quando serve anche al compromesso. Caratterialmente un po’ diverso, insomma, dal suo ‘Capitano’, Matteo Salvini, a cui pure lo lega un rapporto di collaborazione e fiducia molto stretto: “Matteo è straordinario, ciò che la Lega è oggi lo deve in gran parte a lui, anche se siamo un partito che ha cultura amministrativa, e centinaia di eccellenti amministratori locali. Certamente però Salvini sta dimostrando, anche in questa fase di attacchi personali a tutto campo, di saper anteporre l’interesse degli italiani al suo personale: tanto che, per mantenere fede agli impegni presi, non ha esitato a farsi carico anche di una denuncia, con la contestazione di reati peraltro inesistenti, poiché nel caso della nave Diciotti ha fatto solamente e pienamente il suo dovere di Ministro dell’Interno”.

L’autunno, però, si preannuncia davvero caldo per l’Italia, e per il Governo. Chiediamo a Molinari di illustrarci quali saranno le priorità di esecutivo e maggioranza nei prossimi mesi, con uno sguardo già proiettato alle importanti sfide elettorali della prossima primavera: elezioni europee prima di tutto, ma per noi in Piemonte anche regionali, e comunali anche in diversi importanti centri zona dell’alessandrino.

 

Sindaco Rossa a ruota libera: bilancio di fine mandato e 'trailer' del programma elettorale CorriereAl 4Onorevole Molinari, partiamo da Palazzo Rosso, dove è stato assessore fino a pochi mesi: per settembre possiamo sperare nell’emendamento ‘salva Alessandria’, come già lo chiama qualcuno?
Spero proprio di sì, anche se naturalmente non si tratta di un provvedimento ad hoc, ma di un’iniziativa di buon senso, che ho fortemente caldeggiato, per far uscire da una situazione di ‘stallo’ i comuni che, come il nostro, da un lato hanno pronte in cassa le risorse per saldare pendenze passate (i debiti legati al dissesto che riguardano una serie di soggetti, dal Cissaca a Svial e Valorial, ndr), dall’altro oggi non possono farlo, perché sforerebbero il patto di stabilità. Una situazione assurda, ma reale. Speriamo di essere in dirittura d’arrivo: per Alessandria significherà davvero poter voltare pagina, finalmente.

La sua esperienza di capogruppo alla Camera in questi mesi è stata totalizzante?
Decisamente sì, ma anche assolutamente gratificante, perché ho l’onore di guidare un gruppo di parlamentari non solo ampio, ma anche coeso e determinato a generare un cambiamento vero nel nostro paese. Gli italiani che ci hanno votato, e anche i tanti che ci stanno dichiarando il loro appoggio in questa prima fase di governo, sanno bene in che condizioni abbiamo ereditato il Paese, e vedono con quanta determinazione stiamo lavorando per cambiare decisamente rotta.

Partiamo dal fenomeno migranti: i vostri detrattori dicono che lo state strumentalizzando, e che non è così importante.
Rispondo con i numeri, che non sbagliano mai. Nei primi tre mesi di Governo Lega 5 Stelle gli sbarchi di clandestini sono diminuiti del 90% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Peraltro va riconosciuto che già il ministro Minniti aveva invertito la tendenza, rispetto ai dati terrificanti dell’anno prima. Ovviamente rimane il problema delle diverse centinaia di migliaia di persone arrivate in questi anni, e finite ad alimentare un circuito di business spesso davvero poco trasparente, ed edificante. Sono persone di cui il nostro paese ha bisogno, in termini di manodopera professionale? Sono lavoratori qualificati, in grado di portare valore aggiunto, in un paese come il nostro in cui centinaia di migliaia di giovani sono costretti ad andarsene per trovare la loro strada? Le risposta le conosciamo tutti.

Ma il Governo che intende fare da qui in avanti? Assisteremo ad un vero ‘braccio di ferro’ tra Salvini e i suoi detrattori ogni volta che arriverà una nave di clandestini?
Navi di clandestini non ne devono più arrivare. Mi pare che in questi mesi abbiamo dimostrato che cambiare rotta si può, così come è possibile fare in modo che cambi l’atteggiamento, e il comportamento, dell’Unione Europea. Il modello dell’accoglienza diffusa, e confusa, nasconde un business che va dalle Ong alle cooperative, che va fermato. La Lega intende dire basta alla distribuzione di migranti in maniera capillare sul territorio nazionale, con tutte le conseguenze che in questi anni gli italiani stanno sperimentando sulla loro pelle. L’obiettivo è creare alcuni hot spot, ossia centri di identificazione, e in buona parte di rimpatrio per tutti coloro che si dimostreranno privi dei requisiti per essere ospitati: e la gran parte dei migranti che sbarcano sulle nostre coste, lo ricordo, non scappa da guerre, ma semplicemente si tratta di migranti economici. Nel nostro paese, data la situazione di disoccupazione e povertà che riguarda milioni di italiani, non mi pare proprio ci siano le condizioni per offrire lavoro, e men che meno assistenza incondizionata, a queste persone. Quindi l’immigrazione non va gestita, o mal gestita come è successo fino a qualche mese fa: va proprio fermata, e si può.

 

Politiche del lavoro: il decreto dignità ha suscitato più di qualche polemica. Ancora doveva entrare in vigore, e già sui media leggevamo di posti di lavoro ‘saltati’, e aziende in fuga…
(sorride, ndr) Anche qui, cerchiamo di essere seri. Davvero qualcuno pensa che ridurre la durata dei contratti a tempo determinato da 36 a 24 mesi possa danneggiare anche una sola impresa seria? Invece ci pare che il decreto dignità, per la prima volta dopo molti anni, rimetta il lavoratore, e non solo l’impresa, al centro dell’attenzione, offrendogli più tutele e garanzie. Ma è falso sostenere che questo succeda a discapito degli imprenditori. Anzi, il reinserimento dei voucher in diversi settori è un correttivo importante, pro impresa. Così come lo è prevedere incentivi per l’impresa che stabilizza i lavoratori. Certo, il decreto prevede forti sanzioni per le imprese dei furbi, quelle che da un lato chiedono e ottengono aiuti di Stato, e dall’altro delocalizzano all’estero. E’ successo molte volte in questi anni, e non deve più accadere. Attenzione: un conto è aiutare le imprese a crescere all’estero, questo è sacrosanto. Altro è pensare che il nostro paese possa essere soltanto più una penisola di distribuzione e consumo di beni prodotti altrove, dove costa meno farlo perché i lavoratori guadagnano poco, e senza tutele. Questo Governo intende invertire la rotta insomma, e ci sembra che gran parte degli italiani la pensino come noi.

L’opposizione però vi aspetta al varco della Finanziaria: sono convinti che la flat tax sia irrealizzabile..
Noi parliamo molto chiaro invece: la flat tax è un traguardo raggiungibile, e rappresenterà un vòlano per la nostra economia. Ovvio che, proprio perché non intendiamo tagliare null’altro, in termini di servizi pubblici per i cittadini, ci dobbiamo arrivare con realismo, e gradualità.

Prima la revisione della legge Fornero insomma?
Assolutamente sì: quel provvedimento legislativo ha rovinato decine di migliaia di lavoratori, appartenenti soprattutto alle fasce più deboli. Dobbiamo assolutamente introdurre la formula della ‘quota 100’ ( età anagrafica più contributi) e quota 41 anni di contributi a prescindere dall’età per i lavoratori ‘precoci’, ripristinando così una situazione accettabile per tanti sessantenni che oggi vivono ‘nel limbo’. Ma sul fronte fiscale non dimentichiamoci la proposta di legge presentata qualche settimana, di cui sono primo firmatario: 550 mila partite iva (liberi professionisti e aziende, con ulteriori agevolazioni per giovani, start up e over 55) potranno avvantaggiarsi di un regime forfettario di tassazione al 15%, oltre che dell’eliminazione di una serie di vincoli, spesometro, studi di settore. Più concreti di così…

Intanto però, Onorevole Molinari, l’impressione è che Salvini abbia ‘alzato l’asticella’ della sfida: cambiare non solo l’Italia, ma l’Europa. Quelle di maggio saranno elezioni decisive?
Chiariamo una cosa però, per spazzare via certa propaganda disinformativa: qui nessuno sta pensando di uscire dall’Unione Europea, o di abbatterla. Ma i popoli, questo sì, esigono che l’attuale UE cambi radicalmente passo, regole, gestori. Noi vogliamo un’Europa dove contano i popoli, la gente, non i burocrati e la grande finanza senza volto. Sappiamo bene che, nelle prossime settimane e mesi, cercheranno di fermarci a colpi di spread, dicendo ‘è quel che vogliono i mercati’. Ma le pare possibile che gli Stati Uniti abbiamo una banca centrale, la Federal Reserve, che tutela il proprio paese, e che invece in Europa possano essere i mercati a condizionare le scelte politiche dei popoli? Ci sono certamente le condizioni per cambiare tutto, con le elezioni europee del 2019, e ci proveremo.

Contestualmente però si voterà anche per il rinnovo del consiglio regionale del nostro Piemonte, e di tanti comuni. Lì l’alleanza di centro destra è in discussione o no?
Da parte della Lega massima trasparenza e correttezza: noi ci sentiamo assolutamente alleati del centro destra, e lo stesso Governo con i 5 Stelle, basato su uno specifico contratto, è nato perché il presidente Mattarella ha ritenuto di non affidare a Matteo Salvini l’incarico per la nascita di un Governo di centro destra. In Piemonte, in base ad accordi che mi risultano assolutamente validi, siamo pronti a correre alleati con Forza Italia (a cui spetta di indicare il candidato o la candidata alla Presidenza della Regione) e con Fratelli d’Italia. Se poi continuerà, da parte di Forza Italia, un atteggiamento di forte ‘vicinanza’ al mondo di Chiamparino e del PD emerso in questi mesi, la Lega ne prenderà atto: correre da soli non ci spaventa, per intenderci. Ma, ripeto, il nostro obiettivo è un centro destra unito, che torni a maggio al governo del Piemonte, e mandi a casa un centro sinistra che ha fatto e sta facendo malissimo. Si pensi solo alla sanità, ma qui servirebbe un’altra intervista.

E nei nostri comuni centri zona? A maggio si voterà anche a Casale Monferrato, Novi Ligure, Tortona, Ovada…
Nomi di candidati sindaci ancora non ne posso fare, anche perché nulla è stato deciso. Ci sono però le condizioni perché i centro destra presenti in ogni città un candidato sindaco e liste forti, per amministrare il nostro territorio e tornare ad offrirgli una prospettiva, un futuro su cui investire. Prima di allora peraltro ci sarà il passaggio del rinnovo del consiglio provinciale: elezioni di secondo grado, in cui i cittadini non possono più scegliere nulla. Un’altra delle decisioni scriteriate del centro sinistra, che ha peraltro lasciato le Province a metà del guado, e prive nei fatti delle risorse per sopravvivere. Un capitolo importante a cui occorrerà mettere mano quanto prima.