Il viale deprimente che porta all’Abbazia di Rivalta Scrivia

Spettabile redazione,

 

a Rivalta Scrivia, frazione di Tortona, dal XII secolo esiste, o forse è meglio dire “resiste” (visti  gli inquietanti crolli di ogni sorta di costruzione architettonica), l’abbazia di Santa Maria, quel che resta di un complesso architettonico fondato dai monaci cistercensi insediatisi in questa località nel 1180. E’ un edificio di notevole importanza storico-artistica, oltre che spirituale, tappa significativa per chi si avventura in una gita turistica nel tortonese. Il Comune di Tortona la promuove sul suo sito web http://www.comune.tortona.al.it/abbazia-di-rivalta-scrivia-sec-xii e fa lo stesso il progetto “Città e Cattedrali” a cui collaborano Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, Arte Cultura Spettacolo, Regione Piemonte, Fondazione CRT, Consulta Regionale per i Beni Ecclesiastici Piemonte e Valle d’Aosta http://www.cittaecattedrali.it/it/bces/105-abbazia-di-santa-maria-rivalta-scrivia ; è anche meritevole di un posto nella nota Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Abbazia_di_Santa_Maria_di_Rivalta

Per arrivare all’abbazia bisogna percorrere un viale alberato che, proprio per la ricchezza simbolica che gli alberi recano in sé, dovrebbe attribuire un plus valore alla spiritualità della visita. In realtà accade il contrario: percorrendo quel viale, l’animo si ammutolisce davanti a tanta incuria.

C’è un centinaio di alberi, di cui 4 visibilmente morti o moribondi: secondo il pessimo modus operandi del Comune di Tortona, temo che lasceranno presto il posto a buchi o monconi; ci sono lampioni rotti, qualche immancabile traccia di spazzatura, uno striscione abusivo ma il meglio del peggio è dato dalle affissioni, punta di diamante nella disastrosa politica di decoro urbano per il quale il Comune di Tortona ha anche creato un assessorato ad hoc risultato così fallimentare da imbarazzare anche l’Assessore Lorenzo Bianchi che ne è a capo ma non ne parla mai e soprattutto non risponde alle segnalazioni.

Le affissioni nel disgraziato viale riguardano i matrimoni: quando all’abbazia è imminente un matrimonio, ecco apparire gli annunci abusivi della novella coppia benedetta da Santa Madre Chiesa.

Se l’invito alla tolleranza ci può stare, ci stia per un giorno, quello del matrimonio, dopodiché si rimuovano le locandine. Il novello sposo e la novella sposa non lo fanno come non lo fanno amici e parenti, tanto meno il Comune: così il degrado resta per giorni, se non addirittura per mesi.

Le affissioni abusive sono un segno di inciviltà; se a farne le spese sono gli alberi, violati con nastro adesivo e carta, l’inciviltà fa ancora più irritare ma il Comune non si irrita affatto, ignorando volutamente i regolamenti che disciplinano le affissioni e tutelano gli alberi: REGOLAMENTO COMUNALE PER L’APPLICAZIONE DELL’IMPOSTA COMUNALE SULLA PUBBLICITÀ E PER L’EFFETTUAZIONE DEL SERVIZIO DELLE PUBBLICHE AFFISSIONI http://www.comune.tortona.al.it/allegati/Regolamenti_comunali/Settore_finanziario/Regolamento_comunale_applicazione_imposta_comunale_pubblicita.pdf , REGOLAMENTO DEGLI IMPIANTI PUBBLICITARI PIANO GENERALE DEGLI IMPIANTI PUBBLICITARI DEL COMUNE DI TORTONA http://www.comune.tortona.al.it/allegati/Regolamenti_comunali/Settore_lavori_pubblici/Regolamento_impianti_pubblicitari.pdf , REGOLAMENTO TUTELA DEL VERDE PUBBLICO E PRIVATO http://www.comune.tortona.al.it/allegati/Regolamenti_comunali/Settore_territorio_ambiente/Regolamento_tutela_verde_2017.pdf oltre all’articolo 9 della COSTITUZIONE che tutela il paesaggio.

L’abbazia di Rivalta non è la sola vittima delle affissioni nuziali; Tortona brulica di queste cartacce abbandonate a se stesse. La loro presenza in un luogo turistico è certamente un aggravante.

Al corso pre-matrimoniale, tappa obbligata per chi decide di sposarsi in chiesa, vengono trattati temi legati alla nascita di una nuova famiglia con l’ausilio di specialisti come ginecologi, avvocati, psicologi, educatori. Non sarebbe una cattiva idea impartire qualche nozione sul rispetto della natura e sulla giurisprudenza che la tutela.

Cordiali saluti

Paola Re