L’abbandono di Aral

Aral, lunedì in Prefettura incontro decisivo. Borasio: “Ma non esiste emergenza rifiuti per i cittadini” CorriereAl 1Doveva essere il risolutore, mandato dalla provvidenza travestita da Stato non dai partiti brutti e cattivi, figura verticale, integerrima, vero hombre del partido.

Travolti dai disastri scoperchiati dalla Procura di Brescia per i quali tutti auspicarono immediata chiarezza (è passato un anno e si è fermi agli auspici) sembrava corretta la scelta fatta dal Prefetto e dal Sindaco di Alessandria che indicarono Alessandro Giacchetti come amministratore unico di Aral.

In realtà, leggendo i resoconti giornalistici di quei giorni, ci si accorge che l’assemblea dei soci di Aral tutte queste certezze non le aveva tanto che l’assessore Borasio del Comune di Alessandria fu spinto a promettere sei mesi di amministratore unico per poi tornare immediatamente ad un Cda scelto dai soci.

E avevano visto giusto i Sindaci dei piccoli Comuni.

Il risolutore, l’hombre del partido, è stato un fantasma, un’ombra più che El Hombre.

Il cda, in seguito, non si è mai visto, Aral è scivolata via via verso il baratro su cui si era già affacciata e l’ombra si è portato a casa un discreto stipendio accumulato con la pensione da dirigente dello Stato. Insomma, una scelta sbagliata. Aral è stata sostanzialmente abbandonata a sé stessa con un amministratore unico inadeguato e un consulente totalmente privo di potere decisionale.

Gravissima poi l’assenza in questo ultimo mese e in particolare negli ultimi dieci giorni in cui sono scoppiati ben due incendi, l’ultimo di una portata senza precedenti a Castelceriolo. Nessun vertice aziendale era presente nelle ore dell’emergenza.

Il paradosso di questa vicenda è che non solo le aspettative create attorno alla figura di Giacchetti sono andate tradite ma la società è finita in uno stato di abbandono mai visto prima. Ora vedremo quando e cosa relazioneranno in Consiglio comunale Sindaco e Assessori competenti.

Certo è che è arrivato il momento di decisioni drastiche e stavolta davvero risolutive da prendere con procedure trasparenti e affidandosi a persone competenti e presenti. Lo spettacolo dei cda spartiti in piena logica da manuale Cencelli stile Prima Repubblica l’abbiamo sopportato in questi mesi ma su Aral sarebbe davvero inaccettabile.

E ci vuole una strategia di uscita dallo stato di abbandono in cui versa Alessandria, piena di rifiuti ovunque e che non può più sopportare la gestione in emergenza, figlia della governance maldestra scelta da Palazzo Rosso e Palazzo Ghilini.

Partito Democratico di Alessandria