Ottria (LeU) sulla sciagura di Genova: “Gravi ripercussioni per i collegamenti con il basso Piemonte”. E sulle elezioni regionali: “Partita aperta, ma…”

Ottria (PD): “il Partito Democratico torni ai ‘fondamentali’ della sinistra. Sulla sanità alessandrina ancora troppe incertezze: di chi è la responsabilità?” CorriereAl 3di Ettore Grassano

 

 

“La sciagura di Genova mi ha lasciato letteralmente senza parole per diversi giorni, è una vicenda tragica prima di tutto per le vittime e le loro famiglie, e che avrà purtroppo ripercussioni profonde e molto negative anche nel basso Piemonte, per la rete dei collegamenti stradali e ferroviari”. Impossibile, nella conversazione con Walter Ottria, non partire dal dramma del crollo del ponte Morandi di martedì scorso, e da tutto ciò che potrà conseguirne.

Ma il consigliere regionale aquese di LeU guarda anche allo scenario politico del prossimi mesi: “Le elezioni regionali del 2019 sono dietro l’angolo, lo so: ma al tempo stesso mi pare che siamo lontanissimi, nel senso che tante cose possono ancora succedere”. I lavori a Palazzo Lascaris sono fermi fino ai primi di settembre, e Walter Ottria ne approfitta, sia pur come tutti attonito per la tragedia genovese, per ‘ricaricare le pile’, ma anche per riflettere su quattro anni di percorso, in attesa dello ‘sprint’ finale di fine legislatura.

Eletto nel 2014 tra le fila del Partito Democratico, l’ex sindaco di Rivalta Bormida ha poi aderito a LeU (con i colleghi Grimaldi e Accossato), e oggi rappresenta per la maggioranza di centro sinistra un alleato ‘critico’, che non rinuncia ad evidenziare i limiti dell’esperienza di governo regionale, ma non nega d’altra parte la delusione per i risultati del suo partito alle elezioni politiche di marzo: “Il problema è tornare ad essere sintonizzati con le persone in carne e ossa, a parlarci, a capire dove abbiamo sbagliato: se il centro sinistra pensa chi cavarsela sostenendo che a sbagliare sono gli elettori, è meglio finirla qui”. Proviamo allora a capire, dialogando con Ottria, come Chiamparino e la sua maggioranza da settembre intendono affrontare ‘l’ultimo miglio’, e soprattutto cosa il centro sinistra piemontese proporrà agli elettori nel maggio del 2019.

 

 

Consigliere Ottria, non possiamo che partire dalla tragedia di Genova…
Una tragedia che ha generato come sempre troppe speculazioni. Toccherà a chi ne ha la competenza stabilire le responsabilità, e decidere il da farsi. Guardo però con preoccupazione alle conseguenze di casa nostra, dove ci saranno disagi pesanti e per molto tempo.
Particolarmente penalizzati saranno i pendolari della linea ferroviaria Acqui/Genova, la cui situazione di viaggio non è mai stata agevole, ma che ancor di più dovranno effettuare un viaggio a tappe forzate (cambiando dal treno al bus) per raggiungere il capoluogo ligure.
Ritengo sia indispensabile, al fine di limitare il più possibile le problematiche nei collegamenti tra il Piemonte e la Liguria, un’azione di confronto e condivisione tra le due Regioni e il Governo, coinvolgendo i gestori stradali e ferroviari.
Il risultato minimo che dobbiamo raggiungere con la nostra azione è che le conseguenze di questa tragedia, dovranno almeno ricadere il meno possibile nelle attività quotidiane dei cittadini.

 

In politica a settembre da dove si riparte? Non ha l’impressione che il centro sinistra abbia perso la bussola? Va bene criticare gli avversari, ma agli elettori bisogna anche parlare in positivo, e con un progetto…
Il centro sinistra attraversa una fase delicatissima, soprattutto per la crisi profonda del Partito Democratico, ma non solo. Anche noi a sinistra dobbiamo fare le nostre riflessioni, interrogarci e decidere. Chiaro però che da soli non si va da nessuna parte, con questi numeri: per cui siamo legati anche a quel che succederà a casa d’altri.

 

Chiamparino autonomista? Ma ci faccia il piacere! E sul ponte Meier.. [Le pagelle di GZL] CorriereAl 1Ormai in Regione Piemonte siamo entrati nell’ultimo anno della legislatura: Chiamparino si ricandiderà?
E chi lo sa, bisognerebbe chiederlo a lui. In più occasioni, anche ufficiali, ha dichiarato apertamente di voler fare altro. Ma nelle ultime settimane parrebbe averci ripensato. In ogni caso rimane ad oggi la figura più forte e ‘spendibile’ del centro sinistra piemontese. Anche rispetto alle recenti ambiguità governative e polemiche sulla Tav la linea la dà lui, e a lui si guarda….

 

 

Lei cosa pensa oggi delle grandi opere? Tav ma anche Terzo Valico…
(riflette e sospira, ndr) Se si dovesse partire da zero, oggi, francamente ci penserei seriamente. Soprattutto trovo assurdi i tempi di realizzazione: sono opere progettate decenni fa, in un contesto economico e di paese assolutamente diverso. Detto questo, che fai a questo punto? Interrompi opere del genere a metà, anzi per il Terzo Valico direi anche oltre? Mi parrebbe uno spreco enorme di risorse pubbliche: il punto è che su certe scelte dovrebbe esistere responsabilità: non si può buttare sempre tutto all’aria, fare e disfare…

A proposito di fare e disfare anche la sanità alessandrina non scherza. Il progetto Il Servizio Sanitario Nazionale è ancora sostenibile, e come? Il sistema salute al centro di un dibattito alessandrino CorriereAl 1dell’Azienda Unica Aso Asl è stato lanciato e poi annullato con tempi quasi comici…ora che si fa?
La sanità è una questione complessa e delicata, perché come cittadini ci riguarda proprio tutti. Che i nostri conti 4 anni fa fossero drammatici, con un piano di rientro rigoroso, imposto dal Ministero, lo sanno tutti. Il centro destra che ci ha preceduti in Regione non ebbe il coraggio di intervenire drasticamente, tanto che ad un certo punto l’assessore Monferino si dimise. Il centro sinistra è intervenuto, e ha avviato un risanamento importante. Nella nostra provincia si poteva fare diversamente? Probabilmente sarebbe stato meglio partire dai servizi territoriali, e non dai tagli agli ospedali. Ma vorrei anche chiarire che nell’alessandrino ospedali non ne sono stati chiusi: oggi ad Acqui, che è casa mia e che conosco bene, l’ospedale c’è e funziona. Così credo gli altri presidi ospedalieri. Certo, è impossibile illuderci che ci possano essere 6 o 7 ospedali ognuno dei quali dotati di tutte le specialità, e in grado di fare tutto. Servirebbero risorse enormi, che non ci sono.

Qundi chi abita nelle valli acquesi o tortonesi deve rassegnarsi a curarsi ad Alessandria? E il Santi Antonio e Biagio ‘regge’, o si riuscirà a realizzare una nuova struttura?
Sognare è lecito, ma progettare seriamente è un’altra cosa: a me non risulta che ad oggi ci siano elementi concreti per ipotizzare un nuovo ospedale in provincia. La strada non può che essere una forte ‘armonizzazione’ tra le strutture esistenti, con un ospedale centrale ad alta specializzazione che è Alessandria, e una serie di presidi a cui affiancare, ripeto, un’assistenza di tipo territoriale, e domiciliare, su cui siamo ancora deboli. Che poi Aso e Asl rimangano aziende separate, o si fondano, è questione tecnica: ciò che interessa ai cittadini pazienti (e in questi anni lo sono stato, e ho scelto Alessandria, non Torino o Milano) è la qualità dei servizi erogati. Francamente possiamo definire la nostra sanità provinciale una pessima sanità? Non mi pare proprio, anche se tutto può e deve essere migliorato.

Trasporto locale: che sia su gomma o su rotaia, è un mezzo disastro. Il punto è che ormai i Berutti: "Sui trasporti la Regione torni a confrontarsi con i sindaci dell'alessandrino" CorriereAlcittadini stanno entrando nell’ottica che il trasporto è privato. Il pubblico diventa residuale, e per poveri cristi..
Lo so: se penso a cos’era il trasporto pubblico nei paesi dell’acquese quand’ero ragazzino, e cos’è oggi, faccio fatica anch’io a pensarla diversamente. Del resto c’è un problema da un lato di richiesta di servizi, dall’altro di costi per quei servizi: se mezza provincia si sta spopolando, come fai a mantenere una rete capillare di pullman, e di treni locali? Bisogna lavorare sulla razionalizzazione, ma puntando sulla qualità. E facendo ora i conti anche con l’emergenza nei collegamenti con la Liguria.

Da mesi ad Alessandria si sta lavorando sul progetto di treni veloci per Milano, c’è stata anche una petizione popolare. Può essere la strada giusta?
(sorride, ndr) Posso dire che temo sia tutta propaganda da lanciare su giornali e social? Mi piacerebbe sbagliarmi, sia chiaro. Però sarebbe bello sapere con chi i promotori dell’iniziativa stanno dialogando all’interno di Trenitalia, e con quali progetti concreti e proposte.

 

Ma il ‘torinocentrismo’, in un’epoca di risorse scarse, esiste o anche quello ce lo siamo inventati noi?
Il ‘torinocentrismo’ in Piemonte è sempre esistito, anche in tempi di vacche grasse. Oggi aggiungerei anche ‘cuneocentrismo’, se andiamo a vedere scelte e distribuzione dei progetti. Del resto la nostra provincia a questo ‘giro’ non ha avuto neanche un assessore in giunta, e questo pesa. Aggiungo che ci mettiamo del nostro però: talora ci presentiamo in ordine sparso, e ‘gioco di squadra’ ne facciamo davvero poco…

L’acquese però, in netta controtendenza, a Torino ha ben 2 consiglieri regionali, su 4 complessivi della nostra provincia: i rapporti tra lei e Paolo Mighetti (M5S) quali sono?
Oggi molto collaborativi, mi sbilancio anche a dire che siamo diventati amici. Mighetti è una persona preparata, e molto seria. All’inizio qualche problema c’è stato, i 5 Stelle sono un po’ fatti così (sorride, ndr): poi da parte di entrambi è prevalso il pragmatismo, e l’obiettivo di raggiungere risultati per il territorio. E devo dire che a volte sono i 5 Stelle a seguire me su certe proposte, così come altre volte lo faccio io con le loro, senza problemi….

Vi trovare allineati soprattutto su questioni di tutela ambientale…
Non solo in realtà, ma quello è certamente comparto delicatissimo, in cui si prendono decisioni che possono cambiare le sorti dell’intera comunità di una certa zona per i decenni successivi. Con l’ambiente, a partire dalle falde acquifere, e con la salute, non si scherza. Peraltro ultimamente vedo che anche un collega alessandrino del Partito Democratico (Domenico Ravetti, ndr) ha scoperto di avere una vocazione da difensore dell’ambiente: ne sono lieto, naturalmente.

Sui vaccini, invece, LeU preannuncia battaglia a settembre?
Eh sì, li proprio non ci siamo, i 5 Stelle ne hanno fatto una battaglia ideologica che ‘scavalca’ il buon senso, e talora lo travolge. Noi vorremmo che a prevalere fosse sempre l’interesse dei cittadini, e la tutela della salute, specie dei più piccoli. L’idea del gruppp regionale di LeU è quella di garantire il rispetto della normativa vigente senza deroghe o rimvii. Abbiamo presentato un testo di legge che garantisce il rispetto dei tempi e degli obblighi vaccinali stabiliti dalla legge nazionale; se sarà necessario – come hanno fatto altre Regioni italiane nelle scorse settimane, alla notizia di una eventuale deroga governativa – anticiperemo la discussione del nostro testo inserendolo come emendamento all’Omnibus, il primo provvedimento che saremo chiamati a votare a settembre.

 

Consigliere Ottria, uno sguardo al 2019: lei si ricandiderà?
E’ davvero troppo presto per dirlo: prima di affrontare questioni personali occorre capire come ci muoveremo, e quali saranno le scelte del centro sinistra nel suo complesso. Certamente comunque non sono un carrierista, e l’idea di tornare a fare il mio lavoro come dipendente Trenitalia non mi spaventa per nulla. L’impegno politico e sociale può concretizzarsi sempre, in tante forme diverse. Vedremo.