Per il Procuratore di Genova il crollo del Morandi non è stata una fatalità

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Un disastro annunciato quello che si è verificato a Genova? A giudicare dalla dichiarazione del Procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, quanto si è verificato sul ponte Morandi non è stata una fatalità.

Comunque sia ora sarebbe il momento di mettere da parte le polemiche politiche e orientare l’obiettivo su problemi più immediati, ossia, la ricostruzione (improbabile) del ponte Morandi o un percorso alternativo per collegare il più rapidamente possibile Genova all’entroterra.

Il tutto senza perdere di vista il destino dei residenti nei palazzzi (600 persone rimaste senza casa) sui quali incombe il troncone in bilico del ponte Morandi.

Un problema che dovrebbe far tremare i posti al polititico più esperto, per cui ora sarebbe bene che tutti (governo e opposizione) sotterrino l’ascia di guerra e operino in favore dei genovesi in primis ma anche dell’Italia tutta da Nord a Sud, isole comprese.

Ora, la decisione più importante sarebbe quella del recupero (?) del ponte Morandi e, in caso negativo, individuare però “immediatamente” un possibile percorso alternativo verificando, ad esempio, la fattibilità o meno del “progetto Gronda di Ponente”.

Un progetto che avrebbe il vantaggio di essere già stato dibattuto negli anni passati anche se, a suo tempo, aveva subìto l’opposizione di Grillo e del M5S.

Oggi comunque non parrebbe ancora il momento di litigare sul ritiro della concessione a Benetton di Autostrade per l’Italia o di chi per esso, ma piuttosto verificare se esiste la possibilità e la capacità obiettiva per il Governo italiano di assumersi quella gestione in prima persona, il che non appare affatto scontato.

Oggi il Paese è nella condizione di dover decidere “rapidamente” sul suo destino dal punto di vista dei trasporti merci, e questo vale per i trasporti interni su gomma ma anche quelli su rotaia.

Questi ultimi sono stati in buona parte accantonati da FFSS, per privilegiare le tratte passeggeri ultraveloci con il risultato che ora, dopo quanto accaduto, in Liguria siamo tornati indietro di molti anni e il gap non sarà colmato con facilità.

Non scordiamo che i porti liguri sono la linfa vitale per la nostra economia. Mancando questi, o anche soltanto riducendoli, i commerci si orienteranno altrove mentre noi continueremo a litigare su chi ha detto o fatto cosa!

Insomma, tutto a tempo debito, prima sarebbe soltanto un suicidio dal punto di vista politico e amministrativo per il Paese!

 

Piero Archenti