Polemiche Juventus 23 al Moccagatta: “Non so, non ho visto, non ho sentito, non c’ero, e se c’ero dormivo“

Grigi: dal libro Cuore alla tragedia del Poseidon CorriereAldi Jimmy Barco
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Dire alla gente quello che vuole sentirsi dire lì per lì funziona. Atteggiamento questo che non può certo dirsi tipico di questa rubrica né di quelle di cui sono stato autore in questi anni. Se però i lettori mi avessero letto con attenzione e meno prevenzione certe cose che stanno succedendo adesso in questo sgangherato mondo del calcio italiano potevano facilmente essere previste.

Ciò detto in città scoppia una mezza rivoluzione perché l’Alessandria Calcio ha concesso alla Juventus Under 23 l’utilizzo del Mocca per le partite casalinghe del prossimo campionato di Lega Pro, naturalmente dietro lauto compenso (e strappare lecitamente un po’ di soldi alla squadra più ricca d’Italia non mi pare cosa di cui vergognarsi).

I detrattori dell’accordo si dividono in varie correnti: una di queste fa capo a quelli che, qualunque scelta faccia questa società, è sbagliata per definizione. Un’altra si appella invece all’odio inveterato nei confronti di un Club, quello bianconero, il quale, bisogna ammetterlo, nei secoli è riuscito a diventare l’antipatico per antonomasia. Queste prime due “correnti di pensiero” usano temi talmente piccini e pretestuosi che non meritano neppure essere commentati. Infine, e di questo invece voglio parlare, c’è chi si richiama “all’inviolabilità” del Mocca. Detta così la cosa mi sembra anacronistica ma la rispetto  profondamente e sono convinto che certe sensibilità non possono essere liquidate solo  come un vezzo di “ anime belle”, bensì figlie di un calcio che è sparito e che a mia volta rimpiango.

Sono anni che scrivo che quel calcio, con il quale sono cresciuto e mi sono emozionato, non c’è più. Ed è stato sostituito da un altro calcio che, un passo alla volta, sta trasformando i tifosi e gli appassionati in meri “consumatori” che devono vivere l’evento-partita come un qualsiasi altro spettacolo. Benché questa teoria esplicitata in tempi non sospetti mi abbia regalato più insulti che condivisioni, non sono certo il colpevole o il manutengolo di certe strategie. In realtà ho solo cercato di interpretare certi cambiamenti, a volte impercettibili, che miravano tutti in quell’unica direzione. Va da sé che, se non mi piace il nuovo calcio che avanza, non mi rimane che non andare più allo stadio o guardarlo alla TV.

Se invece sono tuttora affascinato dal fatto sportivo, tecnico e agonistico continuerò a frequentare gli stadi e guardare le partite in televisione. C’è una cosa che invece non posso proprio pretendere: quella di portare indietro le lancette dell’orologio e pensare che il calcio ritorni a essere quello che era negli anni ’70.

Nel merito della vicenda Juve B al Mocca due annotazioni: non credo che la presenza della squadra bianconera nel nostro stadio tolga qualcosa all’Alessandria e sono deluso che qualche giornalista abbia scritto balle fotoniche in merito, prefigurando chissà quali danni collaterali questa novità potrebbe portare alla nostra squadra. Secondo: se qualcuno si aspettava che Di Masi, prima di cominciare a trattare con la Juve, indicesse un referendum tra i tifosi per valutare il gradimento dell’operazione o è un minchione o è un paraculo. E mentre si combatte contro i mulini a vento per una questione, almeno dal punto di vista pratico, irrilevante, le Società di calcio hanno approvato il cosiddetto “ Codice di gradimento”, e non ne ho letto menzione da parte dei giornalisti sedicenti “con il cuore grigio”. Questa novità consente a una Società di poter negare “a capocchia” un biglietto per la partita o sospendere un abbonamento a chicchessia anche senza alcun provvedimento restrittivo di una qualunque autorità giudiziaria o di pubblica sicurezza.

Questo Codice è un’autentica alzata d’ingegno unilaterale e arrogante da parte delle Società e dovrebbe, questa sì, essere duramente combattuta da tutto il tifo, organizzato e non. Adesso insultatemi pure perché ho pubblicato  questa notizia ma sappiate che non sono d’accordo con questo provvedimento come sportivo e come cittadino e ritengo siano proprio  queste le iniziative che hanno stravolto la natura di questo sport, altro che la presunta “inviolabilità del Mocca”….

E Orgoglio Grigio, l’associazione delle associazioni dei tifosi, cosa dice? Quanto alla vicenda dello stadio concesso ai Gobbi, secondo i nostri Orgogliosi si può contestare sì, ma senza esagerare (sarei proprio curioso di sapere se Braghin o Artico, per esempio, fossero nell’organigramma della Juve Under 23 quale sarebbe la posizione di certi tifosi oggi sulle barricate di cartapesta). Riguardo invece al vituperato “Codice di gradimento” silenzio totale da parte di questa fondamentale associazione. Della serie: “Non so, non ho visto, non ho sentito, non c’ero e, se c’ero, dormivo”…

Ma peggio ancora si è comportato il giornale organo ufficiale dei malmostosi e ora pure della Direzione Sportiva, già che ogni nome di giocatore in arrivo è anticipato puntualmente dal media in oggetto. E seguendo il suo solito copione detto bisettimanale, riferendosi al caso Juve, prima annusa l’aria, capisce da che parte tira il vento e poi spara minchiate a raffica, bugie comprese: fin qui il cerchio.

Poi, giusto per dare il  colpo anche alla botte, corre ai ripari concedendo un’intervista a Di Masi ( se no quello s’incazza davvero) nella tipica posizione della pelle di leone a mo’ di tappeto davanti al camino, senza neanche il coraggio per farci sapere cosa pensa il giornalista  sull’argomento. E così la classe giornalistica sportiva alessandrina ha un altro motivo di cui andare fiera. Morale: per tanto che possa sbagliare la dirigenza mandrogna dubito possa superare in una ipotetica gara di minchiate certi giornali e certi giornalisti che operano qui da noi. D’altra parte chi ha accompagnato con la coda alzata come i gatti, da quarant’anni a questa parte (cioè da quando non abbiamo più vinto un tubo), le gesta della nostra squadra? E voi pensate sia solo una coincidenza?