Arrivare primi [Il Flessibile]

 CorriereAldi Dario B. Caruso

 

 

Premetto che non conta arrivare primi ma arrivare bene.

È una regola che ho fatto mia, è poco attuale ma fa tanto bene alla mente.

Lo stress accumulato nell’investire ogni risorsa per anticipare le mosse altrui – sinceramente – non paga. Anzi si ripercuote negativamente, diventa acredine, rabbia, invidia; e l’invidia nuoce gravemente alla salute molto più che due pacchetti di marlboro senza filtro al giorno.

La musica è un campo in cui le invidie trovano terreno fertile.

Essendo un’arte, si ha la pretesa di essere capaci a praticarla anche senza preparazione e talvolta ci si improvvisa. Senza pensare che tra i musicisti veri e preparati non esiste invidia ma solo collaborazione (quasi sempre).

Non manca a nessuno la conoscenza di artisti improvvisati.

Raramente anche talentuosi, più spesso mediocri.

Per costoro arrivare primi è una priorità.

Ma l’arte non è uno sport dove vince chi fa il tempo migliore, dove la preparazione fisico-psichica è indirizzata a superare le proprie barriere e, per le eccellenze, le barriere di tutti.

Per l’arte arrivare primi non è una priorità poiché si può arrivare primi per tanti motivi: opportunità, approssimazione, giuste conoscenze, disponibilità economiche.

Intendiamoci, qualche volta capita a tutti di arrivare primi.

Con il mio gruppo di lavoro siamo arrivati primi in Liguria per organizzare il Concerto all’Alba.

Merito dell’intuizione di una persona, certo.

Ma merito di tutti per aver mantenuto originale un’iniziativa poi fortunatamente mutuata da molte altre realtà, averla alimentata non di forma ma di contenuti, averla resa vivibile e fruibile a chiunque lo voglia.

Premesso che non conta arrivare primi ma arrivare bene, qualche volta si è primi anche non volendo. È allora che necessita sangue freddo, maniche rimboccate e tanta voglia di divertirsi e divertire.

Con un gruppo di amici musicisti.