Sport da ricchi [Il Flessibile]

 CorriereAldi Dario B. Caruso

 

 

Ci sono sport per tutti.

Pensate al calcio: dai ragazzini delle favelas brasiliane ai ragazzini dei Parioli.
Pensate al nuoto: un pezzo di costume e via, tra una bracciata e una bevuta.

E ci sono sport da ricchi.

Da studente universitario provai a praticare il tennis, per darmi un tono e soprattutto per sentirmi uno studente universitario abbiente. Ma i risultati non furono soddisfacenti; inoltre avevo un compagno di racchetta che somigliava ad un commesso di pompe funebri, lo stesso entusiasmo. Allora lasciai perdere.

Dopo anni ritento.
Riprovo ad entrare nell’élite cimentandomi in un vero sport snob: il golf.

Prenoto la prima ora di lezione con il maestro. La receptionist del golf club mi squadra dalla testa ai piedi: a parte l’età dei bauscia presenti, non ho nulla in comune.

“Signore, compili cortesemente il questionario. Quando avrà finito la ragguaglierò sul dress code”.

La ringrazio, compilo il dovuto e procedo ascoltando il dress code. Già, perché un giocatore di golf (non importa se al suo primissimo impatto col prato verde) deve vestirsi in un certo modo, camminare in un certo modo, atteggiarsi in un certo modo.
Scendo dunque in campo. Mi sento come un’aspirante miss Italia che sale sulla passerella per affrontare la selezione: petto in fuori, piedi uno davanti all’altro e chiappe leggermente strizzate. Naturalmente abbigliamento impeccabile.

Il maestro è sulla quarantina, aitante, abbronzato, saluta tutte le ospiti del club e mi guarda con quel sottotesto “Quella me la sono fatta l’altro ieri”.

“Per prima cosa – mi dice con voce impostata – si rilassi”. Comincia così il mio primo contatto con uno sport da ricchi.

Ora dovrò studiare parecchio ed allenarmi tre volte a settimana. Poi farò qualche stage di perfezionamento con Tiger Woods (senza lasciarmi contagiare dai suoi vizi, lui ormai disintossicato) e parteciperò agli Open in giro per il mondo.

Mia moglie mi dà una gomitata e torno sulla terra: “Dario, tocca a te…alla buca 5…”
Impugno la mazza con l’arte di un esperto giocatore e riprendo la lezione.

Roba da ricchi.