Olimpiadi sì, Olimpiadi no, Olimpiadi gnam se famo due spaghi…

Se non fossimo il Paese da operetta che siamo, ci sarebbe da ridere, invece c’è solo da piangere e incazzarsi. Si amici parliamo di Olimpiadi, invernali o classiche poco cambia.

La storia recente racconta che Raggi, il M5S Roma e quello nazionale (anche grazie alla spintarella di Beppe Grillo) abbiano poco tempo fa rinunciato ad avanzare la candidatura di Roma per le Olimpiadi e tutti ricorderanno il pandemonio mediatico-giornalistico scatenato per mesi con toni da apocalisse. In breve… “Incapaci” “Incompetenti” “Non sanno fare nulla” “Sono per la decrescita infelice” “Ci porteranno nel baratro”, ecc ecc… mancavano solo cavallette e peste per completare il repertorio. In realtà Raggi e Giunta confermarono ciò che avevano promesso in campagna elettorale e anche Budapest si era sfilata dalla competizione perché economicamente non profittevole, per non dire insostenibile.

Solo poco tempo dopo che succede? Che il Coni, cioè Malagò colui che all’epoca fu fatto passare per vittima e ora nel migliore dei casi per aver preso una decisione pasticciata, propone una candidatura a tre Torino-Milano-Cortina per le Olimpiadi invernali. A questo punto vi aspettereste che finalmente molti si alzassero a sostenere una formula innovativa, con tre centri del Nord raggiungibili in breve tempo uno dall’altro (l’area del nord ovest interessata potrebbe essere considerata l’area metropolitana di una megalopoli moderna) in un Paese che finalmente riesce a fare rete e sistema.

Invece no si alza in piedi solo il Sindaco PD di Milano Beppe Sala e dice no, noi non ci stiamo, da noi si organizzano solo gare ed eventi ma non partecipiamo alla governance, che detto in soldoni sarebbe: “siccome la scelta non è ricaduta su Milano, noi portiamo via il pallone però vi lasciamo giocare lo stesso se volete…”

A questo punto una persona di buon senso che abbia superato brillantemente le scuole elementari si aspetterebbe che per settimane se non mesi, le tv, i media, i giornali, i giornalisti, gli editorialisti e gli intellettuali si facessero un sol boccone di Sala, della sua poca lungimiranza, del PD, del loro egoismo della loro decrescita infelice, delle Olimpiadi come occasione per il Paese, per la fame nel mondo e anche per qualcosa d’altro sicuramente importantissimo.

INVECE NULLA DI NULLA, IL SILENZIO. IL REGIME AL CONTRARIO.

Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.

Gianluca Loreggia – Valenza