Alessandria, via alla ‘procedura’ per il Museo del Cappello Borsalino. Ma il progetto è differente da quello del 2017 e i tempi sempre indefiniti [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

 

Il progetto definitivo per le opere di allestimento del ‘Museo del cappello Borsalino’ di Alessandria è del 27 luglio 2018. La determinazione dirigenziale per la procedura negoziata per l’affidamento del progetto per la realizzazione del museo è del 31 luglio 2018. Date ben diverse da quelle annunciate il 3 maggio 2017 dall’amministrazione comunale di Rita Rossa (era a fine mandato) quando, durante la presentazione del progetto dell’allestimento virtuale e interattivo, venne dichiarato che l’area espositiva “sarà inaugurata a fine 2017”. Siamo ad agosto 2018 e quello che di sicuro esiste oggi è il progetto definitivo e l’avvio della procedura, mentre risale solo al 31 maggio 2018 l’autorizzazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo. Quanto costa il nuovo allestimento che nascerà al piano terreno di Palazzo Borsalino? L’importo, si legge sulla determinazione dirigenziale del Comune di Alessandria, vale “138.454,43 euro di cui 136.8185 soggetti a ribasso e 1.639,43 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso, al netto dell’Iva”.

Quanti (e troppi) interrogativi sotto il cappello Borsalino [Centosessantacaratteri] CorriereAl 1

Siamo alla svolta? Per diversi aspetti, sì. Per altri, no. Rispetto ai primi, adesso c’è il progetto messo a punto da dello studio Casali Roveda Architetti Associati di Verona (l’incarico vale 31.000 euro), ma rispetto ai secondi sono ancora da trasferire i cappelli, alcuni tavoli e arredi, dagli spazi della sala campioni, al primo piano di Palazzo Borsalino, che dovrebbero essere liberati per consentire all’Università del Piemonte Orientale di realizzare nuove aule per la didattica. Quando avverrà? Al momento non si sa. O viene prima completato l’intero allestimento e solo dopo saranno trasferiti i cappelli, oppure si ricava uno spazio, a piano terra, in cui depositare tutti i cappelli durante i lavori di preparazione degli spazi. In questo caso, però, il sistema di allarme deve essere installato per forza prima di ogni intervento. Nella seconda ipotesi, potrebbe finalmente iniziare la ristrutturazione al primo piano per costruire le aule, fra cui quella ‘magna’. Se prevale l’ipotesi ‘attendista’, per vedere il nuovo ‘Museo del cappello Borsalino’ sarà necessario attendere un tempo a oggi nemmeno stimato, mentre l’Ateneo resterà senza spazi ancora per molto di più.

Poi c’è il progetto. Durante la presentazione del 2017 era stato annunciato che “tutto l’allestimento museale sarà caratterizzato da nuovissimi sistemi tecnologici virtuali e interattivi (parole di Antonio Testa di At Media Srl, la società alessandrina cui il Comune aveva affidato l’allestimento). Non mancherà ‘Coperniko’, algoritmo che consente al visitatore di immergersi e di muovere un video o delle immagini a 360 gradi sul web con il solo movimento della testa, o provare virtualmente i diversi cappelli d’epoca. Sarà possibile ottenere un consistente flusso di informazioni relative alla storia dell’azienda, della produzione e della comunicazione del brand Borsalino”.

Di quasi tutto questo, non c’è traccia esplicita nel progetto di Roveda. Si parla di “una esposizione fisica dei cappelli affiancata da diversi dispositivi multimediali”. È previsto l’utilizzo di “tre schermi touchscreen da 27” collegati visivamente, ma indipendenti nell’utilizzo, in modo da permetterne l’uso contemporaneo”. Si parla di un video di cinque minuti per illustrare la produzione dei cappelli. Sarà proiettato “su una struttura circolare, poggiata a terra con sedute atta ad accogliere fino a dodici persone”. Alcuni tablet saranno installati davanti ai mobili-vetrina, presentando il tema e i modelli “che sarà possibile evidenziare”. Alla scelta del visitatore, “una luce led illuminerà il cappello nella vetrina, mentre il tablet mostrerà le informazioni disponibili”. Per la realizzazione “si useranno tablet con la tecnologia Android, un computer centrale per programmare l’illuminazione led delle vetrine e una connessione alla rete internet per poter aggiornare in tempo reale le descrizioni, le immagini e i contenuti di ogni selezione”. Su uno schermo “da 50” appeso al muro” scorrerà un video da sei minuti sulla sulla produzione del cappello ‘panama’. Si parla di “zone hospitality d’ingresso e di biglietteria”, mentre sono assenti i riferimenti alla sezione didattica, alla caffetteria e allo spazio terrazza che completavano l’idea progettuale presentata nel 2017.

Ma quando sarà pronto il museo? Di indicazioni temporali, anche generiche, per ora non c’è traccia su alcun documento.