Canzoni improbabili [Il Flessibile]

 CorriereAldi Dario B. Caruso

 

Ascoltare le nuove canzoni non è solo inevitabile visto che il senso dell’udito non riposa mai, giorno e notte.

Per un operatore della musica (non dirò musicista affinché altri possano fregiarsi di un titolo che ambirebbero avere) è addirittura un dovere professionale.

Ebbene, ascolto canzoni nuove e mi diverto molto.

Lasciando perdere considerazioni sulla qualità musicale – da sempre i gusti sono personali e dunque inattaccabili – mi soffermo sulla qualità dei testi.

L’impressione è che molti di essi risultino inammissibili.

Credo che molti autori esercitino la loro arte aggrappati a Google, alla disperata ricerca di una rima, un sinonimo, una frase fatta da disfare e ricucire, un proverbio da storpiare, un accento da spostare per creare un’assonanza metricamente inconcepibile.

Attraverso quest’ottica – anzi quest’acustica – molte canzoni divengono improbabili.

Alcuni esempi, così tanto per giocare con l’estate.

Cupido e stupido non sono rima baciata, a meno che non si pronunci la seconda parola alla maniera delle comiche di Stanlio e Ollio.

Allora sì.

Sfera Ebbasta (sfera come la forma testicolare, Ebbasta come le imprecazioni dei suoi vicini di casa) va abbondantemente oltre:

Con le altre faccio lo stupido/ti ho colpita come Cupido

Rende cioè il nome di Amorino sdrucciola in modo da far calzare i versi.

Improbabile.

Loredana Berté nell’ultimo tormentone estivo canta, con la sua inconfondibile raucedine, Questa sera non ti dico no e continua Arriviamo in Cile in autostop.

Non vorrei sembrare villano ma vedendo oggi in tivù la Berté – classe 1950 – faccio fatica ad immaginarla sul ciglio della strada con il pollice alto a non rifiutare un passaggio di qualsivoglia automobilista.

Non mi addentro ulteriormente in altri dettagli.

Improbabile.

Qualche volta ci si nasconde nelle lingue straniere perché si pensa che suonino meglio, inoltre le cazzate risultano a salve e dunque sono inoffensive.

Il divertentissimo e astuto Alvaro Soler rappresenta una sorta di Julio Iglesias moderno.

Nell’ultimo successo canta così:

Porque mi cintura/Necesita tu ayuda

No lo tengo en las venas/Y no la puedo controlar

Pressappoco sta a significare:

Perché la mia vita (intendendo il giro vita)/Ha bisogno del tuo aiuto

Non ce l’ho nelle vene/E non posso controllarlo

È un chiaro messaggio sessista che passa però inosservato.

Improbabile.

Divertiamoci dunque con le hit dell’estate, improbabili e strampalate come sempre.

Del resto l’estate è fatta per riposare.