Tortona, città dei monconi

Spettabile redazione,

 

il 28 Maggio si è svolta la 10^ edizione della “Pedalata Ecologica”, iniziativa organizzata dalla Polizia Municipale che ha coinvolto cittadinanza, istituzioni, associazioni e soprattutto ghiotta occasione per i politici di farsi fotografare: quest’anno a pedalare c’erano il Sindaco Gianluca Bardone e l’Assessore a Polizia Municipale e a decoro e vivibilità urbana Lorenzo Bianchi: rara, forse unica, occasione in cui li si vede pedalare in città.

Il 24 Giugno c’è stata “Bellezze in bicicletta” «occasione per promuovere la cultura del ciclismo e far apprezzare scorci caratteristici della nostra Città, vivendoli in un atmosfera d’altri tempi.»

Anch’io ho faccio pedalate, non per farmi fotografare ma per fotografare. Alla ricerca di «scorci caratteristici della nostra Città» purtroppo incontro tante brutture che non trovano spazio nei comunicati stampa apologetici del Comune, negli articoli promozionali degli eventi che i giornali devono scrivere, come da contratto col Comune, nei video autocelebrativi che i componenti della Giunta ci regalano settimanalmente sul sito web del Comune. Eppure a Tortona quegli angoli ci sono: chi ha occhi per guardare, li apra e guardi.

Innanzitutto l’Amministrazione Comunale dovrebbe rendere nota alla cittadinanza la ragione per cui disattende una legge dello Stato, nello specifico la Legge 113/1992 “Obbligo per il comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica.” modificata dall’art. 2 della Legge 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani.”  L’ho chiesto con nota prot. 18774 del 04.07.18 a Giunta, Consiglio e Segretario: per ora nessuna risposta.

Forse si ha il coraggio di dire che a Tortona la popolazione arborea è abbondante? Che mancano gli spazi? Il centro urbano presenta un centinaio di monconi di alberi abbattuti e di buchi una volta occupati da alberi. Ci si chiede perché quegli spazi non possano tornare a ospitarli.

Alcune strade aprono una piaga nell’anima. In Via Tito Codevilla, nella zona Città Giardino, 22 alberi hanno lasciato il posto a monconi e buchi; sono rimasti 27 alberi, alcuni dei quali in pessimo stato. Che cosa ci si aspetta da un zona a cui è stato dato questo nome se non un ambiente simile a un giardino? “Nomina sunt omina” ma a Tortona si riesce a smentire anche la profezia dei Latini.

I Giardini Falcone e Borsellino, i Giardini Giulio Pastore, i Giardini Porta San Quirino mostrano un panorama di monconi da sembrare espressione di un’arte surreale.

Corso Alessandria, dove ha sede il palazzo municipale, presenta alcuni alberi il cui destino pare segnato: abbattimento e monconi, come è successo con altri del corso negli anni addietro.

Via Anselmi, dove ha sede la Polizia Municipale, tra monconi e tombini sgretolati, giace in uno stato di abbandono nonostante vi transitino centinaia di persone se non altro per recarsi ai mercati settimanali.

La gestione del verde pubblico a Tortona provoca uno stillicidio di sofferenza. Continuo a fare segnalazioni, talvolta accolte, talvolta da sottoporre al parere dell’agronomo.

Quando il personale addetto alla manutenzione del verde pubblico, pagato da soldi pubblici, si arma di motosega, stravolgendo il paesaggio urbano, ci si chiede perché l’agronomo non fermi certi scempi. In ogni caso, gli alberi non sono oggetto di studio su cui hanno l’esclusiva gli agronomi per quanto competenti e appassionati siano, per quanto importante sia l’agronomia nella cura di una città. Il paesaggio è un organismo complesso che richiede il giudizio di diversi punti di vista.

Alberi capitozzati, sbrancati e stroncati, siepi ridotte a radi cespugli, aiuole prive di tappeto erboso … si è persino riusciti a tagliare la lavanda in fiore e i rami di biancospino con una brutalità inquietante. E poi arriva il caldo che ingiallisce le aiuole e secca le fioriere. E il maltempo che spezza i tronchi e fa cadere i rami. E il periodo feriale in cui manca il personale. La colpa è del caldo, del freddo, delle scarse risorse umane, strumentali e finanziarie. La colpa è sempre di qualcun altro.

Tra queste tribolazioni, i monconi si ergono impavidi e irremovibili a sentinelle del degrado green di Tortona.

Questa Amministrazione Comunale ce la sta mettendo tutta per non essere dimenticata. I monconi fanno degnamente la loro parte in questo sforzo amministrativo.

In attesa di un verde migliore, con l’aria che tira, l’unico verde che arriverà in Comune alle prossime elezioni amministrative sarà quello della camicia.

Cordiali saluti.

 

Paola Re – Tortona