Alfin della feroce risalita
entrammo nelle Grotte di Toirano
da quel pertuso definito uscita.
Lo Marco, senza trucco e senza impaccio,
il Sorrentino con la voce linda
e me, con la sei corde sotto il braccio.
Davanti a noi lo Stefano col Porter
sgommando e consumando copertone
assunto avea il carattere del bomber.
Di dietro tutto il resto del plotone
giunse a portar lo stretto necessario
con gran sudore e lingua a penzolone.
La Gianna con la borsa di focaccia
pimpante come un agile stambecco
disse gentil: “Voilà, spero vi piaccia!”
Il primo applauso spetta di diritto
a lei, Virgilio di noi tutti e del Comune,
che appena fatto fugge a capofitto.
L’ora ventuna avvicinossi lenta.
Lo pubblico gremiva la spelonca
e il tasso umiditante a centotrenta
il paio facea con l’indice a mercurio.
Lettura acuta, platea silente e attenta,
esperimento okay con messa a punto.
L’applauso ce lo disse, e io ne fui lieto.
Toirano (SV), 7 luglio 2018
L’Inferno di Dante