Medicina ad Alessandria si può fare. Il decreto c’è, l’aumento dei posti anche. Ora sono necessarie le risorse [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

 

Lo sdoppiamento del corso di medicina ad Alessandria è a un passo. Il decreto dei ministeri dell’Istruzione, Università, Ricerca e della Salute ha fissato a livello nazionale in 9.779 il numero di posti per le immatricolazioni al corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia per l’anno accademico 2018/19. All’Università del Piemonte Orientale (Upo) sono stati assegnati 145 posti e sarà perciò possibile “aprire un secondo canale formativo ad Alessandria, che inizierà ad immatricolare già dall’anno accademico 2018/2019 – previo il superamento del test di accesso nazionale” come precisa una nota diffusa da Ateneo, Regione Piemonte e Comune di Alessandria. I posti assegnati in più all’Upo sono stati cinquanta. Nel comunicato si legge questa dichiarazione, attribuita ai ‘vertici dell’Ateneo’: “Attendevamo la notizia attendevamo da settimane e non possiamo che essere pienamente soddisfatti: sia per l’apertura del corso ad Alessandria, sia, soprattutto, perché si tratta di un risultato condiviso tra Università e tutti gli enti territoriali che fin dall’inizio hanno fatto squadra, condividendo ampiamente questo progetto e adottando un unico orientamento. Inoltre è un successo collettivo che va a potenziare la presenza universitaria d Alessandria”.

Ovviamente adesso hanno vinto tutti, mentre è sufficiente tornare indietro alle cronache di qualche anno fa per scoprire chi era convinto della validità della scelta (si contavano sulle dita di mezza mano) e chi invece la snobbava o addirittura la contrastava. Ora si apre una fase nuova, non del tutto in discesa. Per l’avvio del corso sdoppiato di medicina bastano le aule, ricavate all’interno della sede del Dipartimento di scienze e innovazione tecnologica (Disit) per la parte didattica, ma dopo è necessaria l’integrazione con l’azienda ospedaliera. I docenti vanno trovati, e non sono pochi (la stima è di una trentina) e le risorse anche. Su questi punti mancano ancora le certezze. Come per gli aspetti della logistica organizzativa e dell’accoglienza perché i ventidue posti al collegio ‘Santa Chiara’ sono potenzialmente già insufficienti oggi. E anche quando diventeranno quaranta, nel 2019, non basteranno comunque per tutti i corsi universitari presenti ad Alessandria.