L’abbraccio solidale di Alessandria e il ‘fiume di sorrisi’ in Cittadella [Centosessantacaratteri]

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10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

 

L’ambulatorio è unico in Italia. Lo è perché è totalmente gratuito, compresi gli apparecchi necessari per le cure, che sono lunghe e durano anni. Ma lo è anche perché è l’espressione, concreta, della solidarietà che coinvolge una comunità intera. La cena benefica “Un fiume di sorrisi” che anche quest’anno viene organizzata (sabato 16 giugno) all’interno della Cittadella di Alessandria a sostegno delle attività dell’ambulatorio di labiopalatoschisi, all’interno dell’ospedale infantile ‘Cesare Arrigo’, è solo uno degli aspetti di un intreccio solidale che coinvolge aziende anche di altre regioni, senza ormai contare i moltissimi cittadini che, senza clamore, aderiscono, sostengono, aiutano una associazione e una attività nata per aiutare chi è più in difficoltà.

L’associazione si chiama ‘Un sorriso per loro’ ed è presieduta da Marcello Canestri, medico che da anni si occupa dello specifico ambulatorio dove operano quattro medici volontari e due medici strutturati. I pazienti sono oltre cento e gli accessi complessivi al Day Hospital superano gli ottocento all’anno. Nell’ambulatorio vengono curati anche bambini operati in altro ospedali. Arrivano infatti da tutto il Piemonte (molti dalla provincia di Cuneo dove la patologia del ‘labbro leporino’ è endemica), dalla Val d’Aosta, dalla Liguria e da altre regioni italiane.

Marcello Canestri viene identificato con l’associazione e l’ambulatorio. Alessandrino, ama la città e non perde occasione per ribadirlo. E la decisione di impegnare tempo personale e professionale, e risorse, nasce dalla volontà di volere essere utile a chi ha bisogno, assicurando all’interno della struttura ospedaliera una assistenza completa. Le cure prevedono un trattamento multidisciplinare che coinvolge chirurgia maxillo-facciale, chirurgia plastica, ortodonzia, logopedia, otorino-laringoiatria, foniatria e altre specialità come lo psicologo: è un percorso di cura piuttosto lungo e costoso, dalla nascita all’età evolutiva, ed è una esperienza molto pesante per le famiglie anche dal punto di vista psicologico. L’impegno per l’associazione e per l’ambulatorio è un impegno per la città stessa. Un desiderio e un obiettivo condiviso dalle migliaia di persone che hanno aderito, e continuano a farlo, alla cena benefica, e dai medici e dagli infermieri che da tempo lavorano all’ambulatorio.

La storia dell’ambulatorio si può declinare con i nomi di chi lo ha aperto e gestito per lungo tempo, a partire da Francesco Vaccarella, chirurgo pediatrico, per arrivare poi agli altri professionisti che collaborano all’attività, come Claudio Carlini, chirurgo pediatrico che lavora nella struttura complessa dell’Arrigo, diretta da Alessio Pini Prato. “È grazie a questi medici volontari e al personale, come la nostra infermiera storica, Rosa Taddeo, che la struttura ambulatoriale opera quotidianamente” sottolinea Canestri. Però tutto questo non basta. “Tutto si identifica con me, e questo non può che farmi piacere, però questo progetto deve continuare oltre chi lo ha sostenuto e sviluppato. Per questo motivo quest’anno con i fondi ricavati dalla cena speriamo di poter attivare una borsa di studio per inserire un giovane che possa proseguire il progetto”.

Il ‘labbro leporino’ si presenta come un’interruzione più o meno grande del labbro superiore, della gengiva e del palato. La malformazione chiamata labiopalatoschisi coinvolge il naso, il labbro, la gengiva e tutto il palato.