Due mesi di proroga per la Borsalino. Ora il futuro è tutto da scrivere [Centosessantacaratteri]

10 a Enrico Sozzetti, zero agli anonimi del web! [Le pagelle di GZL] CorriereAldi Enrico Sozzetti

 

Proroga del contratto di affitto della Borsalino. I mesi di respiro sono due, come si legge sulla nota congiunta diffusa dai curatori del fallimento Borsalino Giuseppe & Fratello Spa, Stefano Ambrosini e Paola Barisone, e dalla Haeres Equita Srl di Philippe Camperio. L’intesa arriva a un giorno dalla scadenza del 31 maggio e sposta la data al 31 luglio “al fine di consentire la prosecuzione delle interlocuzioni tra le parti e di dare luogo agli adempimenti funzionali alla valorizzazione del compendio aziendale conservandolo in esercizio, a tutela dei creditori, dei livelli occupazionali e della continuità aziendale”.

Per la storica fabbrica di cappelli di Alessandria viene così garantita la continuità del sito produttivo che occupa 134 lavoratori, mentre le parti si preparano all’asta competitiva per aggiudicare lo stabilimento. La procedura fallimentare non garantisce certezze ad alcuno, ma la Haeres Equita, che potrà partecipare, ha dalla sua il marchio, di proprietà, che costituisce il valore aggiunto. Tutto bene? Sì, rispetto al superamento della data del 31 maggio. Però la risposta è molto più incerta se si guarda al quadro generale. Uno dei nodi è rappresentato da quella che viene chiamata la congruità economica dell’offerta che l’imprenditore italo svizzero dovrà presentare.

Quanti (e troppi) interrogativi sotto il cappello Borsalino [Centosessantacaratteri] CorriereAl 1

La storia dell’ultimo anno è stata particolarmente complicata. C’è stata la richiesta di concordato, rigettata per due volte dal tribunale di Alessandria e poi il fallimento. Intanto i magistrati hanno aperto un’inchiesta per bancarotta che coinvolge il consiglio di amministrazione della società, Philippe Camperio e Mediocredito. Infatti l’obiettivo è stato puntato sull’acquisizione, da parte della Haeres Equita, per quasi diciotto milioni di euro del marchio Borsalino. Un marchio che è stato messo sotto sequestro preventivo dal tribunale, pur lasciandolo alla stessa società guidata da Camperio.

Sullo sfondo resta Alessandria che a dicembre ha scoperto all’improvviso che la storica azienda era in profonda difficoltà gestionale (non produttiva, anzi i volumi sono anche cresciuti insieme al fatturato) dopo il fallimento e il crack finanziario di Marenco. Sono seguiti mesi di mobilitazione sociale, sindacale e istituzionale. E adesso qualcuno forse dirà anche che la proroga è merito suo…