Il fascismo della finanza [Controvento]

di Ettore Grassano

 

 

Il ‘caos’ politico di queste settimane lo stiamo vivendo tutti ‘in presa diretta’, e ognuno si è fatto una propria idea al riguardo. Il Governo Mattarella, con Cottarelli front man dell’ultima ora, rischia di morire nella culla, prima ancora di sbarcare in Parlamento, dove probabilmente sarebbe comunque bocciato dai rappresentanti degli italiani eletti ai primi di marzo. C’è chi sostiene che diversi ‘pezzi da novanta’ a cui in queste ore si sta chiedendo di avere un ruolo nell’esecutivo ‘di emergenza’ stiano declinando cortesemente l’invito uno dopo l’altro. Il che la dice lunga sul momento. Io ministro? Ma anche no, grazie.

Quindi in teoria (a meno di ‘passi indietro’ verso un altro tentativo di governo 5 Stelle Lega, prospettato ieri sera) a settembre si tornerà alle urne, anzi ieri i principali partiti mostravano pure il petto, parlando di fine luglio. Come a dire ‘noi paura non abbiamo’. Tra centravanti falliti che si vorrebbero subito ‘reinventare’ mediani, pur di non rimanere in panchina, e leader ‘populisti’, o semplicemente popolari, che percepiscono la vittoria completa lì, ad un passo.  In teoria, perchè nessuno ormai può escludere soluzioni ‘le più fantasiose’, sempre ovviamente per tutelare gli italiani e i loro risparmi.

Perchè è chiaro che far leva su diritti, democrazia, valori, e men che meno ideologie, oggi fa ridere, e suscita solo cori di scherno e pernacchie. Quindi non resta che ‘manipolare’ il consenso, per quel che si può, dicendo: “attento, che quelli lì ti mettono le mani nelle tasche, e finisci male”. A spaventarsi di più, paradossalmente, sono i poveri: perché sul conto hanno poche briciole, ma fanno già fatica oggi a pagare le spese correnti e magari un piccolo mutuo, e anche se non sanno assolutamente cosa sia tecnicamente lo spread, lo temono come entità oscura e maligna.

Vi ricordate la gag del ‘sarchiapone’ del grande Walter Chiari?

La situazione è più o meno sempre così in Italia: grave, ma mai seria. E a vedere certi vecchi tromboni, e trombette, col dito puntato per terrorizzare gli italiani, non viene più neanche rabbia. Solo voglia di vedere nascere subito un Govermo sulla base di una maggioranza chiara, o di tornare a votare prima possibile, e cercare di risolverla.

Attenti però, che qui all’orizzonte, anzi ormai pienamente fra noi da anni, di pericolo fascista se ne vede uno solo: quello di chi (in Italia dal 2011, ma altrove uguale: chiedete ai greci se ne conoscete qualcuno) sta usando, e vorrebbe continuare ad usare, la finanza come strumento di oppressione terroristica, per derubricare la democrazia e passare ad un dominio impalbabile e nefasto di pochissimi, di cui neanche conosciamo volti e nomi: operano in anonimo, delegando la politica del terrore finanziario ai loro lacchè.

Come finirà? Male in ogni caso, temo. Però arrendersi senza neppure provare a far sentire la propria voce sarebbe davvero irresponsabile.