Rock around the Beatles

di Danilo Arona

 

Il primo 45 giri che acquistai dei Beatles era Twist and Shout con Misery sul retro. Lo comperai in via San Giacomo della Vittoria in un negozio che si chiamava Campo. L’avevo visto in vetrina, entrai e divenne mio a scatola chiusa. Correva l’anno 1964 e avevo 14 anni. Per nulla autonomo e distratto dall’ormone, ero convinto che quello fosse il primo disco degli Scarafaggi – mitologia italianizzante dell’epoca. Mi sbagliavo perché ne erano già usciti tre, nell’ordine Please Please Me, She Loves You e PS I Love You, e mi scoprii in clamoroso ritardo. Ma recuperai quasi al volo e fu l’inizio di una grande storia d’amore. Insomma, Twist and Shout, che manco era stato scritto dai Beatles, per me rappresentò l’iniziazione: la vita che cambiava ed entrava nella dimensione che stavo cercando, la musica con tutti gli annessi e connessi. Da ascoltare e da praticare.

È un bel sincronismo che domenica 20 maggio alla Festa del Borgo gli allievi del Centro Studi Musicali Diesis di Alessandria abbiano iniziato il loro spettacolo Rock Around the Beatles proprio con Twist and Shout. Dato che con il mio pard storico, Rudi Bargioni, sono stato coinvolto dal maestro Gabriel Delta nella presentazione dello spettacolo, ho in qualche modo riassaporato lontanissimi umori con un bel peso specifico di nostalgia. Perché, accidenti al Tempo, si parla di 54 anni fa! Per non dire di loro, i ragazzi, che chitarre a tracolla cantavano e suonavamo i Beatles con all’incirca la stessa mia età di allora.

Il concerto è andato alla grande. La scelta dei pezzi, efficacissima quanto curiosa. Dopo Twist and Shout la scaletta prevedeva in ordine cronologico di uscita: A Hard Day’s Night, Ticket to Ride, Drive My Car, Taxman, With a Little Help for my Friends, Strawberry Fields Forever, While My Guitar Gently Weeps, Something, Get Back e Don’t Let Me Down. Esecuzioni impeccabili, ma non poteva essere altrimenti con due insegnanti d’eccezione quali Gabriel e Silvia Benzi. Dal canto nostro, mio e di Rudi, abbiamo tentato di colorire le presentazioni con notizie, aneddoti e spigolature dell’epoca, quelle che ci ricordavamo. Rudi mi ha chiaramente sopraffatto perché da anni gira con il nipote Dado con uno spettacolo che si chiama Let it Beatles e ha la materia storica impressa nel DNA. Io mi sono contrapposto facendo il “babaciu”, cosa che mi riesce benissimo. Un sacco di gente si è fermata, ha riso e applaudito. Soprattutto loro, gli allievi, perché non solo hanno suonato alla grande, ma hanno ricreato alla perfezione il sound di allora, quelle chitarre Rickenbacker e Hofner con timbriche cristalline e inconfondibili quanto le voci di John e Paul. Alla prossima, fatene ancora!|