Laboratorio Sociale: “La Provincia vuole sfrattarci? La nostra visione di città non è in vendita”. Sciaudone: “Nessuna decisione, ma ecco come stanno le cose”

Locali (di proprietà dell’Ente Provincia) non solo in vendita, ma con un compratore ‘alle porte’. Questo quanto sostengono al Laboratorio Sociale di via Piave, parlando peraltro di ‘fonte anonima’.  Giovedì al Laboratorio conferenza stampa per accendere i riflettori sulla situazione, e per dire in sostanza ‘no pasaran, noi da qui non ci muoviamo”. Parlando peraltro di ‘fonte anonima’. Si attendono sviluppi.

 

Di seguito la posizione del Laboratorio Sociale, e le precisazioni di Maurizio Sciaudone (Forza Italia), consigliere provinciale con delega al Patrimonio.

 

Che il Laboratorio Sociale fosse in vendita lo sapevamo dal 2012, quando il Consiglio Provinciale lo ha inserito nel piano di alienazione del patrimonio immobiliare dell’Ente. Quello che non sapevamo – e che ci è stato riferito da una fonte interna all’amministrazione che, per ovvie ragioni, manterremo anonima – è che ci sarebbe un acquirente interessato all’acquisto dello spazio e che la transazione dovrebbe avvenire entro la fine del 2018, in tempo per la chiusura del bilancio.

Nei suoi piani, però, la Provincia non ha tenuto in considerazione un elemento chiave in questa storia. L’ex caserma dei Vigili del Fuoco in via Piave 63 appartiene già a qualcuno che non è disposto alla trattativa.

Il Laboratorio Sociale non è del collettivo che lo ha occupato nel 2008 e firmato una convenzione a tempo indeterminato con l’allora amministrazione provinciale per il suo utilizzo.

Il Laboratorio Sociale è dei cittadini e delle cittadine di Alessandria che lo vivono e lo attraversano ogni giorno.

E’ degli studenti e delle studentesse dell’Officina delle Lingue che, quest’anno, ha ampliato l’offerta con un corso di inglese gratuito e aperto a tutti.

E’ di chi frequenta le lezioni di Thai Box e il laboratorio di hip hop e danze africane della polisportiva antirazzista Uppercut.

E’ delle donne e degli uomini migranti che bussano alla porta di Enea Infopoint per chiedere informazioni e consulenza sulle pratiche burocratiche per i permessi di soggiorno e la richiesta d’asilo. Queste quattro mura appartengono anche ai disoccupati, alle lavoratrici e ai lavoratori precari che ogni martedì trovano supporto allo sportello Worktools, alle famiglie organizzate con il Movimento per la Casa e che lottano per il loro diritto ad un tetto sopra la testa, ai collettivi studenteschi, alle donne e agli uomini che, in questi spazi, hanno preso consapevolezza della potenza che sprigiona il pensare e l’agire in collettivo.

Il Laboratorio Sociale è anche delle migliaia di persone di Alessandria e provincia che lo hanno vissuto per una sola notte, durante un concerto, uno spettacolo teatrale, un dibattito, una presentazione di un libro.

E’ di chi guarda oltre la nube di polveri sottili che soffoca la città per immaginare un’Alessandria viva e vivibile, di chi spruzza colore sui muri grigi di cemento che si alzano e ci circondano, di chi non conosce persone illegali ma riconosce subito quelle corrotte.

Questo spazio appartiene a chi non vede ostacoli sulla strada ma sfide da raccogliere e vincere, a chi non ha mai combattuto una battaglia persa perchè durante ognuna di queste ha incontrato compagne e compagni di strada con cui cammina ancora.

Tutte e tutti noi siamo un pezzo di quel “mondo che contiene molti mondi” e la nostra visione di questa città non è una merce, non ha un prezzo e non potrà mai essere oggetto di scambio.

Non lo era il 25 aprile di 9 anni fa quando abbiamo liberato questo edificio dallo stato di abbandono e lo abbiamo restituito alla città. Non lo è oggi che la città lo ha attraversato, contaminato e trasformato.
Per tutte queste ragioni, noi cittadine e cittadini, che siamo il Laboratorio Sociale, dobbiamo informare l’amministrazione provinciale e qualsiasi potenziale acquirente che rifiutiamo l’offerta e continuiamo il nostro percorso di produzione di cultura e innovazione sociale.

Il prossimo appuntamento per tutte e tutti è l’assemblea pubblica di giovedì 10 maggio alle 21.00. Ci ritroviamo in questo spazio per discutere insieme di come difenderlo.

Collettivo Laboratorio Sociale Via Piave

 

Un primo commento arriva dal consigliere provinciale con delega al Patrimonio, Maurizio Sciaudone, da noi raggiunto fuori Italia:

“Vanno affrontati diversi punti:

1) Prima di tutto occorre precisare che, con la nuova normativa, i locali non possono più essere concessi in comodato d’uso gratuito, strada a suo tempo percorsa dalla precedente amministrazione provinciale.

2) In secondo luogo, credo che sarà necessario verificare il rispetto della nuova legge sugli spettacoli in quei locali.

3) sicuramente non vendere un immobile come quello di via Piave per un Ente come la provincia significa dover tagliare altri servizi, come la sistemazione di scuole e strade.

4) La vendita dell’immobile di via Piave non è ancora stata presa in esame, anche se certamente il comodato d’uso gratuito che abbiamo ereditato è oggi insostenibile.