Davvero ad Alessandria serve un nuovo Retail Park? Per Piazzale Berlinguer ecco la mia proposta! [Le pagelle di GZL]

di Graziella Zaccone Languzzi

 

1) Alla porta est di Alessandria, uscita verso Spinetta, è visibile a tutti la costruzione di capannoni commerciali. Ecco l’articolo che ne racconta alcuni particolari: “Un retail park ad Alessandria: aprirà vicino a Panorama, inaugurazione fissata il 12 settembre”. Il conte Federico Radice Fossati spiega che questo retail completa la seconda fase dell’insediamento di Al2000, e che ci stanno lavorando da 25 anni. Ricorda tutte le iniziative che sono andate a beneficio della città, come ad esempio la difesa dalle alluvioni: grazie all’arrivo di Panorama si è stati costretti a chiudere ‘i fornici’ della tangenziale che portarono all’allagamento dell’area nel 2011. Ricorda in un’intervista pure vantaggi per la viabilità di cui riporto la frase: “…ancor prima di costruire ci siamo impegnati a realizzare il nuovo svincolo della tangenziale, che è divenuto per Alessandria un secondo ingresso da est, contribuendo a decongestionare l’accesso da Porta Marengo, fino ad allora l’unico punto di transito per chi arrivava da Spinetta”. A quanto sopra aggiungo la notizia che il luogo sarà arricchito di un bosco urbano grazie al Distretto Rotary 2032. Tutto positivo, ma qui mi fermo ed esprimo ciò che penso: “ad Alessandria serviva un retail park”? A Serravalle Scrivia, che si raggiunge in una mezz’ora, c’è un retail park ben avviato con un Iper e a due passi c’è l’Outlet, una realtà che attira molti acquirenti che noi non avremo mai. Una notizia del maggio 2017: il complesso commerciale che si estende nel Comune di Serravalle si amplierà a Novi. Quindi si troverà di tutto e di più in una grande area da tempo organizzata. Come i centri commerciali hanno penalizzato il commercio cittadino, l’inarrestabile ascesa dell’e-commerce sta inoltre per mettere a dura prova il futuro della grande distribuzione. Alla luce dei fatti perché non occupare quei campi di ‘meliga’ con qualcosa che ad Alessandria non c’è? Sto parlando di un parco divertimenti per i bambini di ogni età, con attrazioni a misura di famiglia sul modello di Leolandia in Lombardia o Gardaland nel Veneto. Quante volte in un anno con le scuole o privatamente vengono portati i nostri figli o nipoti in quei luoghi magici? Non è che ce ne siano tanti attorno a noi, e avrebbe dato certamente molta più visibilità al territorio, rilanciando nello stesso tempo l’economia, anche con nuovi posti di lavoro.
Voto: 3

 

2) Parcheggio Berlinguer: racket parcheggiatori africani abusivi. Tanto per precisare: il Summit Comune-Azienda Ospedaliera su piazzale Berlinguer: a quando la videosorveglianza? CorriereAl 1piazzale Berlinguer, area di proprietà dell’Ospedale di Alessandria, è una delle aree più sensibili della città perché viene utilizzata in grande prevalenza da lavoratori del Santi Antonio e Biagio, del Cesare Arrigo e dai pazienti. Quindi lavoratori e cittadini malati o comunque sofferenti: ai problemi di queste due categorie si aggiunge quello di doversi difendere, e soprattutto difendere la propria libertà. Ogni giorno viviamo ciò che accade su quest’area e veniamo aggiornati continuamente dall’informazione locale. L’ennesimo articolo fa bollire il sangue: “Ancora controlli nel parcheggio Berlinguer. Barosini: “Difficile combattere il racket”.Ha ragione l’Assessore Barosini quando dice che non ne usciamo. Basta stare un po’ di ore ad osservare e si nota l’arroganza e la supremazia su chiunque. Telecamere e luci, da tempo ne parlano ma non si mettono d’accordo. Sarebbe utile in primis recintare con un’altezza di due metri senza possibilità di scavalco l’area con una sola possibilità di entrata e uscita, in modo che quando arrivano le forze dell’ordine certi personaggi non possano più scappare, e si possa scoprire chi sono, da dove arrivano e chi li gestisce. Per le telecamere, luci, recinzione mancano i soldi? La Regione invece di stravolgere la nostra sanità provinciale utilizzi uno spazio di tempo e fondi, attivandosi per risolvere questo problema. Prima o poi accadrà qualcosa di irreparabile, e oguno dovrà prendersi le proprie responsabilità. Per la Giunta di Palazzo Rosso ho un suggerimento: visto che da palazzo Ghilini non si muove foglia, perchè non rivolgere un’istanza dettagliata sulla situazione al Presidente della Repubblica, al Governo e al Ministero dell’Interno ancora in carica, e rinnovare l’istanza al nuovo Governo? Lo fa la Giunta o lo devo fare io? Ne sono capace.
Voto: 2

 

 

Copia di 25 aprile: tutti gli appuntamenti per ricordare la Resistenza CorriereAl3) Fra due giorni si celebra il 25 aprile, Festa della Liberazione. Al tempo il governo italiano provvisorio, guidato da Alcide De Gasperi, stabilì con un decreto che il 25 Aprile dovesse essere “Festa nazionale” e la festività fu resa effettiva con la Legge n. 260 maggio 1949. In quel momento si pensava alla rinascita del paese, ad una Repubblica “libera” dal giogo nella sottomissione di poteri estremi e di altri paesi anch’essi usciti con ossa rotte dalla guerra. Grazie alla mala politica degli ultimi quarant’anni, quell’idea di Liberazione e di libertà è rimasta solo un sogno: l’Italia non è libera non lo è mai stata, ed è tutto un inganno compresa la poca chiarezza sulla storia e i fatti accaduti a guerra conclusa. Ho deciso di stilare questa pagella pensando al significato di “liberazione o libertà”, ma non mi esce nulla di buono. I grandi scontri sociali nell’Italia del dopoguerra a partire dal ’68 e proseguire negli anni ’70 e oltre con l’inizio delle tensioni fra studenti, operai e molti settori della società civile, coinvolti in un clima di asprezza senza precedenti, una sanguinosa catena di stragi in cui i veri colpevoli non sono mai stati scoperti, e chissà quanti di loro oggi sono al potere politico/finanziario/culturale del paese. A mio pensare, 73 anni fa qualcuno ha liberato l’Italia, ma nel tempo quel valore contenuto nella parola “liberazione” o “libertà” è venuta a mancare, e che piaccia o no oggi viviamo un clima di oppressione.
Da chi ci dovremmo “liberare” in questo 2018? Probabilmente dalla politica dissennata che ha portato il paese allo stato economico e di immagine che oggi conosciamo e subiamo. Abbiamo avuto una classe politica e burocratica da cancellare in toto. Poi c’è una nuova oppressione che limita di molto la nostra “libertà” sempre causata dalla politica pasticciona ed inconcludente: l’immigrazione incontrollata ed eccessiva, che ha libero agire sul territorio privandoci della “libertà” personale, un grave problema di rischio personale ed economico per noi italiani, buona solo per il business di qualcuno politicamente ben protetto. All’immigrazione aggiungo la delinquenza straniera ben attrezzata e feroce, specializzata in rapine nelle case ferendo senza pietà i nostri anziani e comunque inermi cittadini, commercianti compresi, e laddove possono delinquere, scorrazzando indisturbati per le strade italiane entrando ed uscendo dai nostri confini per sfuggire alle forze dell’ordine. Il 25 Aprile è il rito stanco di una Repubblica in liquidazione. A tal proposito suggerisco la lettura del trimestrale “Puntozero” in edicola questo mese.
In questi giorni ho chieso a 16 persone sotto i 50 anni cosa sia per loro il 25 aprile. Tre mi hanno risposto che è la celebrazione della Liberazione dalla seconda guerra mondiale. Gli altri tredici mi hanno risposto che è una giornata di vacanza, con la possibilità di agganciare un bel ponte. Ultimamente questo anniversario è stato oggetto di polemiche sia storiche sia politiche, ha ancora senso festeggiare?
Voto: 2