Cappuccetto Rosso [Il Superstite 375]

ATO6: "Crisi idrica, i cittadini siano più parsimoniosi con l'acqua" CorriereAl 1di Danilo Arona

 

 

L’anno scorso sul sito Padova Oggi in data 3 settembre comparve il seguente articolo:

Il 29 dicembre 1999 alle 5,20 del mattino una ragazza con i capelli lunghi e biondi, con un giubbotto rosso e dei jeans, fu travolta da un automobilista mentre camminava al centro dell’autostrada A13 a Padova, in corrispondenza dello svincolo autostradale di San Pelagio. Un drammatico fatto di cronaca, direte voi, ma nulla di misterioso. E invece sì, malfidati che non siete altro! Sto per raccontarvi uno dei più grandi misteri moderni padovani rimasti irrisolti… o la più grande leggenda metropolitana ambientata in città. Infatti, in quel tragico momento la stessa ragazza, che per semplicità potremmo chiamare Cappuccetto Rosso, fu vista da altri automobilisti in luoghi molto distanti da San Pelagio.

 

ALTRI EPISODI. All’altezza dello svincolo di San Martino sulla AI, a Parma, una coppia di pensionati riuscì a evitare all’ultimo istante l’impatto con una ragazza che camminava catatonica al centro della strada, come se volesse suicidarsi. Il fatto curioso è che la descrizione della ragazza corrispondeva esattamente all’identikit di Cappuccetto Rosso, della ragazza investita insomma. Sempre alla stessa ora, all’altezza dell’uscita per Treviso Sud, un camionista vide camminare pericolosamente sul ciglio dell’autostrada la stessa ragazza, che sembrava ondeggiare come in preda a un malore. L’uomo si fermò appena possibile e tornò indietro a piedi, cercando la ragazza, invano. Nessuna traccia della giovane. Come se non bastasse, sempre allo scoccare delle 5.20 ma questa volta sulla A4, un altro automobilista raccontò di aver visto una figura molto simile a quella che ormai conoscete, immobile al centro della corsia. L’uomo riuscì miracolosamente a evitare l’impatto ma poi, cercando la figura della ragazza nello specchietto retrovisore, non vide nulla. Allora, stranito, si fermò e si mise a cercarla, tuttavia non trovò nessuno.

 

LA NEBBIA. La nostra Cappuccetto Rosso divenne molto famosa, ma la sua identità rimase ignota, così i media le diedero il nome di Melissa, dal nome della pianta: che aiuta a combattere l’insonnia, riferendosi al fatto che forse tutte le persone che l’avvistarono erano state colte da un banale colpo di sonno. Gli autisti ribadirono però più volte la propria versione dei fatti e fornirono testimonianze precise e attendibili. La verità è che la nebbia padovana non smetterà mai di stupire.

 

Sempre a Padova, nei giorni scorsi, presso l’Università degli Studi si è tenuto il Convegno Internazionale Old Masters and New Monsters Trends and Perspectives in horror Literature at the Turn of the Millennium. Il primo intervento, a cura di Fabio Camilletti, s’intitolava Melissa, o l’autostoppista fantasma 2.0: meme, leggende urbane e formule di pathos. Non ero presente e quindi non posso riferirne. Sperando presto di poter leggere gli atti, vi omaggio di un’esibizione memetica della nostra. Non l’ho scritta io, in qualche modo si è autogenerata. E questo rende la “presenza” ancora più inquietante.

 

Ciao ragazzi, ma quanti siete stanotte! Volevo dirvi… ricordate il caso di Melissa? Quello strano evento in cui più automobilisti nello stesso momento furono protagonisti della visione di una ragazza bionda investita al centro dell’autostrada in luoghi distanti tra loro centinaia di chilometri? Una storia raccontata nel sito http://melissa1999, oggi non più attivo. Allora, qualche giorno fa ho cercato con Google altre informazioni e ho trovato questo: http:// www.yonkasarai.com/melissa_cammina_nel_buio. Leggete un po’…

 

Non guardatela, per favore. Un automobilista, prima di morire, avrebbe scattato questa fotografia in località San Pelagio presso l’uscita per Padova sull’autostrada A13. Secondo chi ha postato la foto in rete, vi si scorge la ragazza fantasma di cui si racconta da anni, da quando cioè la stessa, battezzata Melissa o Cappuccetto Rosso, sarebbe stata investita e uccisa alle 5,20 del 29 dicembre 1999. L’automobilista era un fotografo professionista e stava tornando da un matrimonio con la macchina fotografica ancora carica appoggiata sul sedile. Non si conosce l’esatta sequenza degli eventi: lui è stato trovato morto, al posto di guida, spolpato da un virus chiamato “mangiacarne” e chi ha sviluppato le foto ha trovato anche una serie di istantanee scattate in autostrada tra le 5,15 e le 5,25. L’unica in cui si vedrebbe Melissa è questa.

Gente, non guardatela. Anzi, premiamo CANC e non se ne parla più.

Lo facciamo assieme a mezzanotte in punto? Okay?

CANC!

BANG!

Mamma, che botta là fuori. Che è successo? Comunque il mentecatto aggiunge che:

… Infesta le autostrade, intasa le condutture, schiuma dalle bocche, distrugge gli specchi, scorre nella Rete, sgorga dai bacini di raccolta ed esce dai cervelli malati.

Melissa è un virus e si moltiplica. Non ci provare nemmeno a distruggerla!

 Puro delirio, vero? Ola, ragazzi, ma ci siete?

 Sembrate tutti morti.

 (Oh, ma che cazzo sta succedendo al lavandino?)

 

Schermata blu.

Errore di sistema non risolvibile.