La sfida a due per il Rettore dell’Università del Piemonte Orientale guarderà davvero a un futuro di sviluppo, oppure rischia di naufragare tra personalismi, riorganizzazioni che profumano di Politburo, visioni quanto meno stravaganti e dove la centralità dello studenti sarà più formale che sostanziale? Al momento le candidature di Gian Carlo Avanzi (Direttore del Dipartimento di Medicina Traslazionale, sede a Novara) e Salvatore Rizzello (direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, scienze politiche, economiche e sociali, sede ad Alessandria) non sono ancora state formalizzate. Però alcune certezze già emergono e sono quelle contenute nel programma di Gian Carlo Avanzi. La versione definitiva, scritta a quattro mani con il Dipartimento di studi per l’ecomomia e l’impresa a conferma della forte simbiosi fra le strutture del polo novarese, circola già da giorni, mentre devono ancora svolgersi gli incontri ufficiali di presentazione. Salvatore Rizzello ha elaborato una bozza di programma, ma non ha ancora presentato il documento perché deve concludere gli incontri con gli organismi dell’Ateneo per stendere un progetto interamente condiviso.
Nelle dodici cartelle del programma di Avanzi è riassunta una visione che spazia dalle complesse questioni interne connesse alla funzionalità e agli organismi di governo dell’Ateneo, ai rapporti con i territori. Quest’ultimo è un capitolo delicato perché la tripolarità che per molto tempo è stato un valore aggiunto (certamente complesso e delicato da gestire), oggi mostra segni di crescente affanno, soprattutto in relazione ad Alessandria. E allora la lettura del programma non può che partire da cosa pensa, e prevede Avanzi, proprio per la città dove è nata e maturata l’idea della seconda università del Piemonte.
Fra le opportunità che Avanzi sottolinea, c’è quella del mercato studentesco. “Esiste un bacino di domanda potenziale inevasa di un certo rilievo che si concentra in parte nel settore sud-est dell’alessandrino (Tortona, Ovada, Novi, Gavi), dove l’ateneo non ha raggiunto livelli di penetrazione soddisfacenti”. Affermazione vera per certi versi, decisamente singolare il riferimento a Gavi. Perché non anche Carrosio o Mornese? Chissà.
Il capitolo sullo ‘Sviluppo dei poli universitari’ è quello che vede finalmente apparire Alessandria. Si parte parlando della integrazione dell’università nel contesto cittadino. Una integrazione che a Novara è presente, “seppur migliorabile”, e che vede “la presenza di un campus che sta assumendo solo ora le connotazioni desiderabili, mentre a Vercelli e ad Alessandria “non è ancora presente”. Poi c’è “la posizione decentrata del Disit (Dipartimento di scienze e innovazione tecnologica) di Alessandria” che “risente della distanza dalla stazione ferroviaria”. Lo sviluppo dell’attività di didattica e ricerca universitaria dipende in misura significativa (se non fosse così, perché allora la dovrebbe citare) dalla maggiore o minore distanza da una stazione ferroviaria? Una motivazione un po’ eccentrica. Che sarebbe come dire che i problemi di Palazzo Borsalino sono solo legati al fatto che non c’è un parcheggio vicino, riservato a studenti e docenti come quello della casema Perrone di Novara.
E veniamo al cuore dell’analisi. “Per il polo Alessandrino è imperativa la costruzione di un Campus universitario. Bisognerà tener conto della presenza di edifici già esistenti (non specifica quali, ndr), ma lo sforzo deve essere fatto anche al fine di avvicinare i due dipartimenti in una sola area utilizzando infrastrutture già esistenti, ottimizzandone l’utilizzo, partendo dall’esempio consolidato della collaborazione tra la Scuola di Medicina e del dipartimento di Economia di Novara”. Avvicinare i due Dipartimenti? Il programma di Avanzi non dice altro. Letto così questo passaggio quasi fare intendere che voglia riunire Digspes e Disit su una sola area. Dove? Non viene detto. Come? Non è spiegato. Ma, soprattutto, cosa intende fare delle sedi di Palazzo Borsalino e del complesso universitario di viale Michel? Su questi punti non c’è altro e la chiarezza è un’altra cosa.
Ancora Avanzi: “Dovranno essere potenziate le strutture di trasporto dalla stazione ferroviaria all’edificio che ospita il Disit”. Anche qui nessun dettaglio ulteriore. Sulla necessità del collegamento, tutti sono d’accordo e a conoscenza del problema, che peraltro è cronico e irrisolto fin da quando è stata inaugurata ufficialmente, il 15 ottobre 2004, la sede che allora ospitava la Facoltà di Scienze, matematiche, fisiche e naturali. In occasione di un recente incontro pubblico, il sindaco di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, ha detto chiaramente che “sulle linee dei bus che collegano il Disit possiamo tentare un ragionamento, ma Amag Mobilità è privata”. Come dire, per ora non se ne parla.
Ancora: “Dovranno inoltre essere reperiti spazi per l’edilizia abitativa studentesca facendo un’operazione di coinvolgimento di tutte le istituzioni pubbliche e private. Accanto a ciò andranno costruite infrastrutture, come campi gioco, palestre, zone di ricreazione e ritrovo”. Sull’edilizia abitativa il candidato Rettore dovrebbe essere a conoscenza di quanto è stato fatto finora, dei progetti (e risorse) in campo, degli impegni degli enti locali, degli accordi con gli operatori del settore. La frase generica lascia trasparire invece uno scarso approfondimento, almeno questo è quanto emerge dal testo. Certo che se poi tutto finisse bene, allora ben vengano “campi gioco, palestre, zone di ricreazione e ritrovo”. Però prima è necessario tutto il resto.
Avanzi pensa poi alla istituzione di “due strutture periferiche logistiche di facilitazione e supporto alla ricerca: una nel polo di Alessandrino e l’altra nel polo Novara-Vercelli”. Le strutture “avranno il compito della gestione, rendicontazione, del controllo finanziario dei progetti, della stesura e gestione dei contratti di attività per conto terzi”.
Sul fronte internazionale non basta “la delega del Rettore all’internazionalizzazione”, ma occorre, ovviamente a suo giudizio, “dotare il delegato di una commissione di Ateneo per l’internazionalizzazione che comprenda sia un docente per ogni dipartimento, ma anche alcune figure di personale tecnico amministrativo formate nel settore con competenze linguistiche adeguate”. Infine c’è anche l’idea di una “struttura per l’internazionalizzazione dovrà trovar luogo una struttura, meno articolata, per la Cooperazione con i paesi in via di sviluppo ed in aree disagiate”.
Nei capitoli dedicati alla ricerca e alla didattica ecco le proposte di istituire nuovi organismi. Sicuramente le motivazioni tecnico-scientifiche saranno state il frutto di analisi e riflessioni meditate, certo che pensare di aggiungere altre strutture interne a una macchina burocratico-amministrativa già sufficientemente complessa non appare chiarissima. Rispetto alla Governance della ricerca, Avanzi pensa a un “Piano Strategico di Ateneo per la Ricerca (da definirsi nel primo anno di mandato) che non dovrà essere solo la somma dei piani strategici dei singoli dipartimenti o delle scuole, ma dovrà elaborare una strategia globale che preveda lo sviluppo di progetti interdipartimentali innovativi”. L’Ateneo “rafforzerà l’azione di regia della commissione di ricerca d’Ateneo, presieduta dal delegato del Rettore per la ricerca, che avrà il compito della governance della ricerca, con l’obiettivo di mettere in relazione i gruppi, facilitare le interrelazioni, aiutare, dal punto di vista scientifico e anche strategico, l’ottenimento dei finanziamenti”.
Nel programma del candidato Rettore non manca anche la vista sul lago. “Un altro obiettivo da realizzare è l’identificazione di una sede in una località amena (per esempio lago Maggiore o lago d’Orta) finalizzata a diventare sede delle scuole estive promosse da tutti i dipartimenti” si legge a pagina 8.
Questo sono le prime novità di Gian Carlo Avanzi. Per una analisi comparata degli obiettivi e della futura gestione non resta che attendere il programma di Salvatore Rizzello per mettere a fuoco e a confronto le due ‘idee di università’.