È decisamente positivo il bilancio della due giorni del convegno “Capitale Culturale: Essere o Avere?” tenutosi a Casale Monferrato nel fine settimana appena concluso.
L’iniziativa, nata proprio su impulso del Comune di Casale Monferrato, ha segnato la nascita del laboratorio permanente “Paradigmi Culturali a Confronto”, in continuità con il percorso compiuto fino alla top ten di Capitale Italiana della Cultura 2020.
Ai lavori hanno partecipato, oltre a quella casalese guidata dal sindaco Titti Palazzetti e dall’assessore alla cultura Daria Carmi, anche otto delle altre nove delegazioni finaliste: Nuoro, Piacenza, Merano, Agrigento, Macerata, Treviso, Bitonto e Parma (le ultime tre hanno partecipato con un contributo in remoto). Assente Reggio Emilia, che ha comunque fatto sapere di voler partecipare ai prossimi appuntamenti in calendario.
All’evento, organizzato in collaborazione con la Camera di Commercio di Alessandria e con il coinvolgimento di Regione Piemonte, Associazione del Paesaggio Vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato, del progetto Hangar e della Fondazione Fitzcarraldo, hanno partecipato inoltre Stefano Baia Curioni, Cristina Loglio e Maria Luisa Polichetti, membri della Commissione Giudicatrice di nomina ministeriale.
Assieme ad associazioni e operatori culturali del territorio monferrino, hanno inoltre partecipato ai lavori anche Elena Piastra, vicesindaco di Settimo Torinese, finalista per Capitale Italiana della Cultura 2018 e Fabio Tripaldi, assessore alla cultura di Alba, Città Creativa Unesco.
I lavori del convegno – Sabato 7 aprile
Il convegno si è aperto sabato pomeriggio all’Accademia Filarmonica dove ogni città intervenuta ha presentato il suo dossier di candidatura a Capitale Italiana della Cultura spiegando “Quale paradigma culturale esprime?”.
Prima del via alle presentazioni, il sindaco Titti Palazzetti, dopo aver ringraziato i Comuni partecipanti da tutt’Italia, ha spiegato la genesi del convegno, nato per dar seguito al percorso della candidatura realizzata da Casale Monferrato che vede la cultura come mezzo fondante di tutte le sue politiche: un veicolo di riscatto dal passato.
L’assessore regionale alla cultura Antonella Parigi, già membro della delegazione di Casale Monferrato all’audizione finale a Roma, si è complimentata per il coraggio della città e del Monferrato per l’essere giunti nella top ten.
Roberto Cerrato (anch’egli nella delegazione ascoltata a Roma), direttore dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato ha sottolineato come la Zona 6, quella di Casale Monferrato, è la componente culturale del Sito: sia grazie agli infernot (avere) che con il suo agire come Capitale Culturale (essere).
Stefano Baia Curioni, presidente della commissione di nomina ministeriale, si è congratulato con Casale Monferrato per aver immaginato un seguito alla candidatura e per essersi fatta promotrice di una rete con le città presenti, provenienti da tutt’Italia. Nel suo messaggio ha trovato spazio l’importanza della cultura indipendentemente dalle ricadute economiche da essa provocate e la necessità di dialogo tra la cultura stessa e il turismo, senza che tuttavia ne vengano annullate le differenze.
Dopo la proiezione del video riassuntivo della candidatura di Casale Monferrato, è stato il momento degli ospiti che raccontato la filosofia della loro candidatura.
Il vicesindaco di Merano Andrea Rossi ha spiegato la necessita, per i meranesi, di costruire un’identità che sia unitaria ma al contempo la somma delle diverse sensibilità espresse dalla tradizione legata alla lingua italiana e a quella tedesca.
Per Agrigento hanno relazionato Enzo Camilleri, direttore del Distretto Turistico Valle dei Templi e il redattore del dossier Roberto Daneo. Nella candidatura hanno visto un nuovo strumento di approccio alla vita, in grado di creare coinvolgimento, passione e condivisione di valori in grado di affrancarsi dall’assistenzialismo come politica di sviluppo e di contrasto all’illegalità.
Il vicesindaco di Macerata Stefania Monteverde ha raccontato di come, dopo il terremoto del 2010, si sia lavorato sulla percezione degli abitanti per far ripartire un percorso di consapevolezza interna del patrimonio per incidere sulla percezione della città attraverso lo sguardo dall’esterno. Importante a tal proposito la visione fornita dalla Cina, legata secolarmente alla città dalle vicende del gesuita Matteo Ricci.
Nel video proposto da Bitonto, il sindaco Michele Abbaticchio ha interpretato la candidatura come fattore aggregante in grado di pervadere gli animi e superare i divari che la cultura rischia di creare se vista come elemento discriminante.
Prima della pausa dei lavori del sabato ha portato il suo saluto ai partecipanti anche il patron di Golosaria Paolo Massobrio che ha spiegato l’importanza di progetti aggreganti per contrastare gli ultimi decenni di crisi e generare economia di ricaduta ma anche identità stessa.
Fabio Tripaldi, assessore alla cultura di Alba ha raccontato il riscatto dalla povertà delle Langhe – ben raccontata nel libro La Malora di Fenoglio – attraverso un “essere” più che un “avere”, condividendo l’esperienza della candidatura a Città Creativa per l’Enogastronomia e congratulandosi con Casale Monferrato, emersa fortemente nel panorama culturale e turistico nazionale negli ultimi anni.
Massimo Polledri, assessore alla Cultura di Piacenza ha posto l’accento sul fatto che Piacenza sia crocevia culturale ed economico con uno sguardo europeista, sottolineando come nelle città di provincia sia più facile monitorare i processi come quelli generati dal titolo di Capitale Italiana della Cultura.
Per Nuoro il vicesindaco Sebastiano Cocco e il presidente del Consiglio Comunale Fabrizio Beccu hanno parlato della cultura come porta attraverso la quale uscire dall’insularità raccontando le differenze dell’isola con le sue mille sfumature.
L’assessore alla cultura di Treviso Luciano Franchin, intervenuto in video ha spiegato di come, per la realtà trevigiana la cultura sia utilizzata come lievito per attivare confronto e dialogo in un’ottica di apertura all’esterno.
Intervento video anche per l’assessore alla cultura di Parma Michele Guerra, che ha aggiornato i presenti sui primi sviluppi successivi al titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020 invitando a collaborare tutte le città partecipanti al convegno di Casale Monferrato.
Ha chiuso il pomeriggio l’assessore alla cultura Daria Carmi, sintetizzando le parole chiave dei singoli interventi e cogliendo la comune visione emersa, che prevede la cultura come strumento di crescita individuale e collettiva, anticorpo alla paura e al degrado.
È stata quindi accolta la sua proposta di sovvertire il programma dell’indomani, realizzando un unico tavolo finalizzato alla costruzione di una rete in grado di riunire le finaliste a collaborare.
Inoltre, si è decisa la redazione di un documento condiviso da sottoporre al nuovo Governo affinché si prosegua il concorso per le Capitali Italiane della Cultura.
Prima della cena, un momento informale e partecipato cui hanno preso parte anche artisti, operatori, amministratori del territorio (con il loro racconto delle eccellenze anche con le fiere legate ai prodotti tipici), le delegazioni di Mon.D.O., del FAI e dell’associazione Arte e Storia, i partecipanti al convegno hanno visitato la Sinagoga e i Musei Ebraici guidati da Elio Carmi e la Cattedrale di Sant’Evasio con Raffaella Rolfo.
I lavori del convegno – Domenica 8 aprile
Domenica in apertura di lavori i volontari di Orizzonte Casale hanno condotto una visita guidata al Palazzo Comunale, sede della seconda giornata di convegno.
Elena Piastra, vicesindaco di Settimo Torinese, finalista per Capitale Italiana della Cultura 2018, ha affidato a una riflessione l’analisi delle ricadute dell’esperienza del comune della cintura torinese.
I membri della commissione quindi, sottolineando l’importanza del lavoro di squadra in un progetto di continuità con uno sguardo verso il futuro, hanno deciso di appoggiare la lettera da sottoporre al Governo.
Il documento, redatto anche coinvolgendo i Comuni del territorio monferrino e vercellese, con importanti soggetti come Hangar Piemonte e l’Osservatorio Culturale del Piemonte diretto da Luca Del Pozzolo (che ha sottolineato la necessità di cambiare i paradigmi culturali delle città, passando dall’avere all’essere, agendo invece di proseguire solo con la conservazione), narrerà ci come cultura non indichi più il solo intrattenimento ma un vero e proprio DNA in grado di accompagnare ogni scelta di un Comune.
«C’è voglia di continuare a lavorare tutti insieme, per questo è già stato imbastito un calendario» ha spiegato Daria Carmi.
I prossimi appuntamenti del laboratorio permanente sui paradigmi culturali saranno a fine luglio a Macerata, a fine agosto a Nuoro, a fine settembre a Agrigento, nel 2019 a Merano.
«Si è trattato di un convegno di alto profilo per la competenza e la generosità dei partecipanti che hanno apprezzato la città e la sua ospitalità. Abbiamo avuto un confronto molto stimolante con realtà diverse che si è concretizzato subito in una rete che ci consentirà maggiori possibilità nella costruzione di circuiti di turismo culturale e in un documento da sottoporre all’attenzione del Governo» ha commentato il sindaco Titti Palazzetti.
«I risultati di questa due giorni vanno ben oltre quanto sperato. I contributi di tutti sono stati ricchi di contenuti e di proposte programmatiche. È nata una nuova fase autonoma del percorso ormai in essere da un anno. Grande è stato l’apprezzamento per la nostra città e il nostro territorio e questo deve essere per tutti noi un motivo di grande orgoglio» ha concluso l’assessore Daria Carmi.