Coincidenze o disegno? [Il Flessibile]

 CorriereAldi Dario B. Caruso

 

 

Pochi giorni fa si è spento Stephen Hawking.

Quell’essere speciale aveva una forza straordinaria; il dubbio che provenisse da un pianeta superiore faceva il paio con l’aspetto fisico altrettanto singolare.

La grave malattia degenerativa che lo colpì da bambino non gli ha comunque impedito di calcare per 76 anni la superficie di questo pianeta lasciando un segno indelebile per la scienza cosmologica.

Nascita e morte possono essere frutto di coincidenze straordinarie.

Hawking è nato esattamente trecento anni dopo la morte di Galileo Galilei (8 gennaio 1642 – 1942) e si è spento esattamente centoventinove anni dopo la nascita di Albert Einstein (14 marzo 1879 – 2018).

Il fisico tedesco inoltre visse altrettanti 76 anni, mentre il genio pisano 78.

Se è vero che esistono realtà temporali parallele, come la fantascienza ha mutuato dalla scienza, è abbastanza evidente che il passaggio di consegne ha avuto luogo doppiamente.

Resta da comprendere se davvero si tratti di coincidenze.

Galileo disse: “La matematica è l’alfabeto con cui Dio ha scritto l’universo”, mettendo palesemente in gioco un motore trascendente.

Einstein ribatté: “Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando”, lasciando spazio all’uomo e al libero arbitrio.

Hawking chiosò: “Confinare la nostra attenzione alle questioni terrestri significherebbe limitare lo spirito umano”, spalancando le porte del pianeta all’universo infinito.

Viene da pensare che tutto non sia coincidenza ma frutto di un disegno.