“Abbiamo scelto Alessandria, fra diverse città del nord Italia, perché purtroppo qui da voi ci sono le condizioni ideali, in termini di inquinamento da PM10, per provare ad intervenire con estrema efficacia. L’amministrazione comunale ha compreso immediatamente la qualità del progetto e della sperimentazione, che stiamo portando avanti in collaborazione scientifica con la Direzione Qualità dell’Aria di Arpa Piemonte. Fra un mese, alla chiusura della prima fase, avremo certamente in mano dei dati più precisi su cui poter ragionare”. Che Claudio Rizzo, amministratore della Spraytecs (dove tecs sta per Technologies) sia un tecnico appassionato lo si capisce subito: si presenta all’appuntamento con una valigetta che contiene un campionario (affascinante persino per noi profani di tecnologie) di valvole e soluzioni messe a punto in questi anni dalla sua società per aziende di mezzo mondo: “la sede legale è in Gran Bretagna perché l’abbiamo rilevata, nel 2013, da soci precedenti, e senz’altro ci sono anche vantaggi fiscali rispetto all’Italia: però l’idea è di aprire presto anche una sede fisica da noi, nel pavese”.
La Spraytecs ha una esperienza ultra-decennale nel settore delle tecnologie di spruzzo, e nella realizzazione di prodotti nella meccanica di precisione. Da qualche anno ha individuato nelle ‘polveri sottili’ un nemico da combattere, “nel senso che ci siamo resi conto di quanto l’inquinamento da PM10, che ha una molteplicità di cause, sia diventato un’emergenza per molte aree del pianeta, compresa appunto la nostra pianura padana. Le nostre ricerche di laboratorio
ci hanno permesso di mettere a punto una tecnica che riteniamo estremamente efficace, ma che appunto necessità anche di essere ‘testata’ sul campo. Di qui l’idea di fare di Alessandria una sorta di capofila del progetto, con una fase sperimentale che durerà circa un mese e che, precisarlo è doveroso, sarà completamente a nostro carico a livello di costi. Posso assicurare, tra l’altro, che si tratta di un investimento decisamente rilevante: ma crediamo che ne valga davvero la pena”.
Di fatto, cosa succederà nei prossimi giorni?
“Installeremo in alcune vie del centro di Alessandria (via Dei Martiri, Piazzetta della Lega, Corso Roma) 4 postazioni chiamate ATU (Air Treatment Units), che sono in sostanza dei macchinari, a funzionamento elettrico, finalizzati alla ‘cattura’ delle particelle di PM10, e quindi alla purificazione dell’aria. Le ATU sono dotate di sensori che misurano costantemente la presenza di polveri sottili, e le ‘catturano’ tramite filtri di sicurezza, mettendo nell’atmosfera aria priva di inquinanti”.
Le ‘macchine’ sono impianti tecnologici e costosi, “ed essendo strumentazioni piuttosto pesanti, chiediamo scusa in anticipo se gli alessandrini subiranno qualche ora di disagio, al momento dell’installazione. Dal punto di vista estetico, in accordo con l’assessore Borasio, abbiamo deciso di puntare su una forma ‘a fioriera’, esteticamente gradevole: peraltro le strutture saranno davvero ricoperte di fiori e piante, per cui avranno anche una funzione decorativa”.
Il test comincerà a metà marzo, e durerà circa un mese. Poi che succederà?
“Via via che acquisiremo dati li elaboreremo – sottolinea Claudio Rizzo -, sempre con la collaborazione e supervisione di Arpa Piemonte, e saremo rapidamente in grado di misurare, con concretezza e precisione, quanto le nostre macchine sono in grado di ‘purificare’ l’atmosfera. Dopo gli eventuali necessari ‘aggiustamenti’ l’obiettivo è affidare ad una società, che probabilmente non sarà Spraytecs, la commercializzazione del sistema e del servizio, in maniera da poter essere pienamente operativi, per tutte le città che ne vorranno beneficiare, a partire dall’autunno”. E Alessandria che vantaggio ne trarrà? “Certamente, se l’amministrazione di Palazzo Rosso sarà interessata ad installare i nostri ATU, beneficerà di prezzi di assoluto favore”.
Un ultimo, doveroso cenno Claudio Rizzo lo dedica alle cause delle polveri sottili: “Non intendo certo entrare all’interno del dibattito sull’apertura o meno del centro storico alle auto: è scelta che compete alla politica, e agli amministratori locali. Da tecnico però non posso che ribadire quel che dicono i numeri: l’inquinamento da auto, che pure non va trascurato, mediamente determina non più del 20-25% delle PM10. Molto maggior peso nell’inquinamento dell’aria nelle nostre città hanno altre fonti, a partire dal riscaldamento. Con Spraytecs abbiamo messo a punto ad esempio una serie di soluzioni tecniche per limitare le emissioni nocive delle stufe a legna e a pellet: un comparto in forte crescita, ma certamente non privo di controindicazioni”.
Ettore Grassano