Dall’emergenza alla programmazione. Si potrebbe sintetizzare così il percorso degli ultimi 9 mesi dell’avvocato Paolo Borasio, assessore a Palazzo Rosso con deleghe ‘pesanti’, e complicate: dal servizio integrato dei rifiuti (raccolta e smaltimento), alle politiche ambientali, alla protezione civile. “Non c’è tempo di annoiarsi, ma se penso alla situazione che trovammo la scorsa estate, non posso non evidenziare che passi in avanti ne sono stati fatti, eccome: e, lo sottolineo, grazie ai lavoro di squadra in giunta, ma anche con i tecnici e i funzionari”.
Erano quelli, in effetti, i tempi della vera emergenza Aral (smaltimento rifiuti e discariche), legata anche all’inchiesta nazionale tuttora in corso (“ma di quella non parliamo: non resta che attendere gli sviluppi, se ce ne saranno”), e che misero a dura prova l’attività quotidiana della partecipata alessandrina: da quel momento guidata, come amministratore unico, dall’ex Prefetto Alessandro Giacchetti (“ha un incarico che scade a maggio”). E proprio dai rifiuti partiamo nella chiacchierata con l’assessore Borasio, per poi occuparci però anche di Pm10, qualità dell’aria e interessanti sperimentazioni correlate, e anche di protezione civile e delocalizzazione di aziende e abitazioni a rischio alluvione.
Assessore Borasio, quanta autonomia ha ancora la discarica di località Calogna, tra Solero e Quargnento? E poi come smaltiremo i rifiuti degli alessandrini?
La discarica può ancora realisticamente essere utilizzata per circa un anno, diciamo aprile o maggio del 2019. E il problema di che fare successivamente è aperto e da affrontare, partendo da un dato di fatto: nessuno oggi (anche perchè la nuova legge regionale sui rifiuti rende assai più complicato il meccanismo dei rimborsi e degli incentivi ai comuni ospitanti, ndr) sembra più interessato ad ospitare discariche.
Quindi torna di attualità l’ipotesi inceneritore?
(sorride, ndr) Non corriamo troppo, la questione rifiuti è complessa. Aral in questi mesi per fortuna, nonostante la gravissima situazione che abbiamo ereditato, ha ricominciato a funzionare bene, ma sulla prospettiva del comparto stiamo riflettendo da mesi, con la consulenza di esperti sia sul fronte finanziario che su quello tecnico industriale. Posso citare tranquillamente, sul primo fronte, il dottor Alessandro Marenco, e sul secondo il dottor Stefano Bina, presidente di Pavia Acque. Proprio a loro l’assemblea dei soci Aral ha affidato il compito di redigere una relazione/analisi dettagliata della situazione, e delle possibili prospettive e soluzioni. Sarà l’assemblea stessa, intorno alla metà di maggio, a prendere visione della situazione esposta dai tecnici, e conseguentemente a valutare il da farsi. Non è un mistero che il bilancio 2017 si è chiuso con un passivo di circa un milione e mezzo di euro, per cui occorrerà decidere se ricapitalizzare, o percorrere altre strade….
Anche perché, assessore, stiamo parlando di un’azienda che ha uno ‘sbilanciamento’ di una decina di milioni di euro tra debiti e crediti….è così?
Sì, purtroppo è così. E va anche considerato che gli impianti necessitano di nuovi investimenti, oltre appunto alla situazione discarica, in esaurimento tra un anno, e al fatto che in base alle nuove normative Aral non ha le caratteristiche per una gestione in house: insomma, bisogna fare una gara per l’affidamento del servizio, e questo da diversi anni.
Ma è un business interessante oggi gestire solo lo smaltimento, a simili condizioni? E’ lecito dubitarne assessore. Forse lo scenario per i players del settore sarebbe più appetibile che sul piatto ci fosse anche la raccolta….
Sono tutte valutazioni che stiamo facendo in questi mesi, appunto muovendo dai dati e dalle analisi degli esperti. Certamente non intendiamo scialacquare il denaro dei cittadini, e saremo anche particolarmente attenti a tutelare i circa 30 lavoratori (una ventina diretti, e una decina tramite cooperativa) di Aral, e i numerosi fornitori. Battendo quale strada, lo decideremo nei prossimi mesi. Posso però garantire che l’altro aspetto fondamentale sarà il costante miglioramento della qualità dei servizi, sia legati alla raccolta che allo smaltimento. Che è poi ciò che giustamente più sta a cuore ai cittadini.
Anche perché, assessore Borasio, la quota di differenziata al momento è attorno al 42%: assai lontana dagli obiettivi fissati dalle normative europee. Miglioreremo?
In questi mesi ho studiato a fondo i dossier di città virtuose, e alcune le ho anche visitate: Cremona, Reggio Emilia, Parma, Piacenza. Ho visto con i miei occhi che la raccolta differenziata, se ben organizzata e gestita, funziona eccome. Con soddisfazione dei cittadini, e un adeguato equilibrio economico. Per questo dobbiamo assolutamente puntare al 70% di differenziata, e ad un porta a porta ‘spinto’, con tariffa puntuale, e premiale per chi rispetta le regole.
I rifiuti insomma, ci pare di capire, saranno una delle grandi partite del 2018. Intanto però anche sul fronte inquinamento vi state muovendo con proposte innovative. Quando partirà il progetto pilota per l’abbattimento delle Pm10?
Questione di giorni, e per la durata di un mese o poco più. Ci tengo a sottolineare che si tratta di un’operazione a costo zero per il comune, e che la scelta di sistemare le ‘fioriere’ cattura smog in centro e non sugli spalti è frutto di un’analisi e di un ragionamento da parte degli esperti: in piazzetta e dintorni la ventilazione è meno presente, e quindi c’è una situazione più statica, e più affidabile è la misurazione. Naturalmente parliamo di sperimentazione, e tra qualche mese ragioneremo sui dati oggettivi. Però vale la pena ricordare, da subito, che l’inquinamento da Pm10 è determinato per il 70-75% dal riscaldamento domestico, non dal traffico delle auto. Per questo stiamo pensando a soluzioni ‘cattura smog’ che si muovano a tutto campo.
Altro tema caldo assessore Borasio: il rischio idrogeologico, i fiumi, l’ansia da alluvione che ritorna ad ogni autunno. Come uscirne?
Ci stiamo lavorando costantemente, da un lato con la Protezione Civile, dall’altro attraverso incontri pubblici con le associazioni di cittadini. Una novità interessante è quella relativa a nuove risorse messe a disposizione dall’Unione Europea, tramite la Regione, per la rilocalizzazione di imprese e abitazioni private che si trovano in aree esondabili. E’ una normativa molto recente, che stiamo esaminando, e rispetto alla quale speriamo di avere presto novità importanti e positive.
Intanto ad Alessandria il Piano Comunale di Protezione Civile è datato 2004: è arrivata l’ora di rimetterci mano?
Assolutamente sì, e ci stiamo già lavorando: si tratta di uno strumento importante, se si riesce a gestirlo non come un mero documento burocratico, ma come un insieme di modalità concrete e operative, da condividere con la cittadinanza, su cosa fare, e come farlo, in caso di emergenze di qualsiasi tipo: dall’alluvione, al terremoto, all’esplosione di una fabbrica. Tutti eventi remoti, e anzi speriamo impossibili: ma è assolutamente doveroso fare prevenzione adeguata, e fornire per tempo a tutti informazioni e indicazioni precise.
E i topi, assessore? Non molto tempo fa li abbiamo visti anche sugli alberi dei giardini pubblici, anche se qualcuno spiritosamente li definì scoiattoli americani. Che si può fare?
Sta per partire la gara per una derattizzazione seria, da affidare in toto, per tutti gli edifici e le aree pubbliche del nostro comune, ad un solo soggetto, con evidenti vantaggi di coordinamento, e di economia di scala. L’obiettivo è essere operativi prima dell’estate, per scongiurare altre emergenze.