Non è di mia competenza [Il Flessibile]

 CorriereAldi Dario B. Caruso

 

 

Sabato scorso il Corriere della Sera ha pubblicato il tradizionale editoriale di Massimo Gramellini. Talvolta un po’ scontato, talaltra più scottante ma sempre acuto e puntuale.
Parla di competenza.

I collaboratori scolastici (bidelli) di una scuola in provincia di Modena si sono rifiutati di assolvere un compito poiché a – a loro dire – non competerebbe al ruolo che ricoprono.

Naturalmente il dirigente scolastico non ha preso posizione bensì, al fine di tutelare i suoi collaboratori, ha fatto in modo che un gruppo di volontari del paese – genitori e parenti vari – si sostituissero ai collaboratori stessi nell’assolvimento di quel compito.

Non entro nel merito del compito in sé.
Il punto sta altrove.
Sulla faccenda della competenza avrei qualcosa da sottolineare.

Gli insegnanti annualmente frequentano corsi sulla sicurezza e corsi antincendio.
In caso di emergenza non si tirano indietro solo perché non indossano la divisa da vigile del fuoco.

Gli insegnanti quotidianamente si occupano di studenti con problemi di salute che talvolta richiedono tempestivi interventi salvavita.
In caso di crisi epilettiche non si tirano indietro solo perché non indossano il camice medico.

In generale, pensate se ciascuno – secondo il proprio ruolo – si vincolasse ad un mansionario personale. Sarebbe una grande preoccupazione.
Anzi saremmo esattamente nel mondo in cui ci troviamo oggi.

Non c’è nulla di più drammatico di una persona che si preoccupa di assolvere alcuni compiti e non altri.

Come a dire siccome non sono poliziotto posso delinquere.

Per chiudere il cerchio, la figura di quel dirigente scolastico rappresenta la tristezza di una persona che non sa quale ruolo sta ricoprendo.

Ecco – da Tecnica della Scuola – il profilo con le caratteristiche richieste ad un dirigente scolastico:
“Capacità di leadership positive, visione del futuro, come capacità di relazione, di coinvolgimento, di organizzazione e gestione, di presa di responsabilità: è una descrizione sintetica del lavoro quotidiano dei presidi (…)”

Siccome qualcuno potrebbe pensare che certe considerazioni non sarebbero di mia competenza, concludo come concluderebbe Peppino De Filippo: ho detto tutto!