Nasce il Centro per l’Innovazione InValenza. Faraudello: “Un circolo virtuoso per dare slancio al settore orafo”

Rilanciare il settore orafo nel valenzano grazie alla collaborazione tra istituzioni pubbliche, aziende e professionisti del settore. È questo, in estrema sintesi, l’obiettivo che si pone il “Centro per l’Innovazione InValenza”, associazione nata dall’iniziativa del Comune di Valenza e dalle competenze progettuali dell’Università del Piemonte Orientale.
InValenza nasce per lo svolgimento di attività di supporto ed erogazione di servizi che siano in grado di servire bisogni di innovazione differenti, supporto e consulenza, specialmente nel settore orafo, con una proficua contaminazione da un livello all’altro a vantaggio dei soggetti aderenti.

L’ultimo tassello formale per la nascita del Centro era il sostegno del CdA dell’UPO, giunto dopo la seduta di venerdì scorso. Nel concreto, tuttavia, i principali artefici dell’associazione sono Alessandra Faraudello, docente di Economia aziendale e membro del Dipartimento di Studi per l’Economia e l’Impresa dell’UPO, e Massimo Barbadoro, Assessore del Comune di Valenza con deleghe alla Pubblica istruzione, lavoro e formazione professionale, politiche per l’industria, commercio, artigianato, agricoltura, turismo e manifestazioni. InValenza nasce come associazione senza scopo di lucro e avrà come sede legale proprio la città di Valenza.

«InValenza – spiega la professoressa Alessandra Faraudello – nasce con l’ambizione di creare un circolo virtuoso tra i diversi attori locali, mettendo a sistema le competenze e le professionalità di ognuno a beneficio del sistema, dei suoi componenti e del territorio valenzano. Il Centro sarà il perno su cui si ergerà il sistema: sopperirà alle eventuali mancanze e fronteggerà le esigenze specifiche espresse dagli aderenti. In questo meccanismo di crescita dovranno giocare un ruolo primario quattro gruppi principali e interdipendenti: le istituzioni pubbliche e territoriali, le associazioni di categoria, le imprese e i professionisti del settore orafo e, infine, le scuole.»

Il valore aggiunto di InValenza si potrà tradurre, in concreto, nel sostegno per la partecipazione a bandi regionali, nazionali ed europei per il reperimento di nuove risorse; nella valutazione del potenziale di un progetto d’impresa nel settore e nel supporto al processo di realizzazione di idee innovative; nell’ideazione di eventi trainanti per il settore e di strategie di marketing che aiutino la commercializzazione del prodotto oro in Italia e all’estero; nell’apertura all’innovazione e alla condivisione di sistema dei risultati della ricerca in questo specifico settore.

L’Assessore Massimo Barbadoro ha dichiarato che «con l’Università del Piemonte Orientale, grazie alla forte collaborazione della professoressa Faraudello, abbiamo fortemente voluto e realizzato il centro per l’innovazione InValenza principalmente per due motivi: in primo luogo per dare un sostegno al sistema del distretto orafo e delle nostre piccole e medie imprese, mettendo a loro disposizione maggiori conoscenze per tutte quelle opportunità (non sempre sfruttate) messe a disposizione da leggi nazionali ed europee, come ad esempio risorse e agevolazioni economiche e fiscali; in secondo luogo per aiutare le imprese a fronteggiare esigenze che si manifestano al loro interno quali la valutazione di progetti o l’affiancamento nella realizzazione di progetti; tutte attività che, soprattutto per le piccole aziende, possono risultare più complesse. Per esempio abbiamo già sviluppato attività come il credito d’imposta e stiamo lavorando per implementare l’attività di commercializzazione e di internazionalizzazione.»
«Ho più volte sottolineato – ha commentato il rettore dell’Università del Piemonte Orientale Cesare Emanuel – che il nostro Ateneo ha il dovere di essere un “faro” che sappia indicare vie nuove e incanalare positivamente le forze già presenti sul territorio. InValenza, rispondendo a questa specifica esigenza, vuole favorire economie di sistema che migliorino le performance del settore orafo nel medio e nel lungo periodo, rendendolo più competitivo nel panorama internazionale e rafforzandone la capacità di produrre idee innovative grazie all’utilizzo di nuove tecnologie applicate all’artigianato e a manodopera altamente specializzata.»