Elezioni: regole da far girare la testa [Le pagelle di GZL]

Gzl-OKdi Graziella Zaccone Languzzi

 
1) A Tony Frisina per l’articolo: “Natale al Camposanto di Alessandria”. Tra il 2015 e il 2017 stilai tre pagelle per denunciare il degrado imperante nel nostro Cimitero Monumentale urbano. Come se nulla fosse! Qualcuno dirà che bisogna guardare avanti e lasciar perdere il pregresso, ma da parte mia ve lo potete scordare! Amo riesumare il pregresso e rispolverare i buoni o cattivi comportamenti di ogni amministrazione passata: la storia non si cancella, troppo comodo rifarsi una nuova verginità. Il nostro Cimitero cittadino è stato trascurato per lunghi cinque anni. Tony Frisina cita Ugo Foscolo che ne “I Sepolcri”, sottolineava: “una società che non conserva il culto dei morti fra i suoi valori spirituali più preziosi, non merita di sopravvivere”. Le fotografie pubblicate da Toni Frisina sul cimitero ebraico non perdonano: inchiodano tutti, dagli amministratori ai passivi cittadini, alle loro responsabilità. Ma negli anni Natale al Camposanto di Alessandria [Un tuffo nel passato] CorriereAl 1appresso il degrado ha toccato ogni angolo del camposanto. Un luogo di culto e di ricordo di chi non c’è più, così violato, abbandonato, lasciato all’incuria non è degno di una città civile. Negli anni passati denunce in tal senso sono state fatte a chi di dovere, ma la cura del cimitero è stata messa in mano a “esterni” ovviamente con controlli carenti, e controllare è il compito dei preposti che dovrebbero rispondere anche in base a quanto previsto dai regolamenti comunali che nella loro burocratica freddezza sono molto chiari.  Mi chiedo allora: 42 pagine di che, se poi non viene rispettato ciò che gli stessi hanno stabilito? Nei cinque anni trascorsi molte le segnalazioni e foto che mi sono state inviate da conoscenti per dimostrare l’inoperosità di chi doveva tagliare l’erba, tenere pulito, segnalare le situazioni di degrado in essere. Oggi è tempo che le Istituzioni si impegnino e vigilino sulla manutenzione, e sul ripristino della dignità che si è persa del tutto.
Voto: 9

 

 

Elezioni: regole da far girare la testa [Le pagelle di GZL] CorriereAl2) Alla novità di inizio d’anno: sacchetti da utilizzare per ortofrutta e generi alimentari a pagamento. E’ stato l’argomento ‘clou’ della prima settimana dell’anno, e tale novità non è stata gradita dalla clientela che si ritrova ad aggiungere costi al caro prezzo della frutta e verdura. L’intera questione parte dalla direttiva UE, la 2015/720 che modifica in alcuni punti la vecchia direttiva imballaggi 94/62/CE, ma non obbliga affatto gli Stati a far pagare gli shopper ultraleggeri. La direttiva prevede pure che gli Stati membri possano “scegliere di esonerare le borse di plastica con uno spessore inferiore a 15 micron (borse di plastica in materiale ultraleggero) fornite come imballaggio primario per prodotti alimentari sfusi ove necessario per scopi igienici oppure se il loro uso previene la produzione di rifiuti alimentari”. Ma il nostro Governo ha optato per la solita strada: far pagare per disincentivare, scaricando così per intero l’onere sui cittadini-consumatori. E come lo fa? Con un codicillo infilato il 3 agosto 2017 nella legge di conversione di un decreto-legge che non c’entra nulla con la tutela dell’ambiente, il cosiddetto “dl Mezzogiorno”. L’articolo 9-bis della legge n.123/2017 prevede che le borse di plastica non possano essere distribuite a titolo gratuito, e a tal fine il prezzo di vendita per singola unità debba risultare dallo scontrino o fattura d’acquisto delle merci o dei prodotti trasportati: “Legge 3 agosto 2017, n. 123 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno. (17G00139) (GU Serie Generale n.188 del 12-08-2017) note: Entrata in vigore del provvedimento: 13/08/2017” – (porta la firma di Mattarella). A completare il quadro all’italiana su tutti gli organi di informazione e nel web gira questa notizia: “La tassa sui sacchetti di plastica fa ricca la manager renziana”. Mentre il consumatore si indigna e alcuni giornali di parte parlano di bufala, sono convinta che un fondo di verità ci sia. Del resto buon sangue non mente quasi mai. Vediamo quanto dura.
Voto: 2

 
3) Elezioni politiche marzo 2018: che manicomio per noi elettori, altro che Elezioni: regole da far girare la testa [Le pagelle di GZL] CorriereAl 1assenteismo! Dopo aver letto l’utilissimo pezzo di Mauro Traverso: “Al voto, al voto: ma come?”  mi sono persa al punto che sto pensando di fare un corso per non fare errori in cabina elettorale. Per stilare una buona legge elettorale tempo ne hanno avuto, certamente tale pastrocchio è stato confezionato ad hoc per consentire il ‘proseguimento di cadrega’ ai soliti vecchi arnesi che da anni vengono rieletti con un meccanismo perverso, che prescinde dalla volontà popolare. Eppure sono 945 tra Camera e Senato gli individui eletti super pagati che hanno lavorato per ottenere una buona legge, a questi aggiungo un numero imprecisato di burocrati, e per far passare tale ciofeca è stata pure richiesta ben cinque volte la fiducia. Per ottenerla sono stati decisivi i 13 senatori verdiniani sotto il comando di Denis Verdini, personaggio impresentabile: e senza i senatori di Ala il numero legale non sarebbe scattato. Un parlamento di ricattati per una manciata di voti e per qualche appoggio in più, che ci ritroveremo tale e quale. Credo che in tutta la UE non esista un parlamento con una così alta percentuale di “chiacchierati”, sempre riproposti e che nessuno riuscirà mai a rottamare. Tornando alla fiducia sulla legge elettorale, anche Repubblica si è espressa in merito al comportamento di Governo col bene placido del “tristo” presidente Mattarella : “Fiducia su legge elettorale, un colpo di mano”. Leggendo qua e là le posizioni dei guru del giornalismo politico, emerge sempre il rischio di ingovernabilità, e si potrebbe aggiungere il rischio di votare per una parte politica e ‘a tradimento’ ritrovarcela in un riprovevole mercimonio alleata alla parte che avremmo voluto cancellare. Altro rischio sarà la confusione creata dai fuoriusciti PD. Molte sono le siglette nate da tale frantumazione anti Renzi: che sia fumo negli occhi per gli elettori ritenuti allocchi, allo scopo di raccattare voti e al momento opportuno riunirsi e riformare un partito di governo unico, quindi da punto a capo?
Voto: 2