“La situazione delle Terme di Acqui è oggi il tragico risultato degli errori della giunta regionale e della giunta comunale. Errori che hanno già portato alla chiusura di numerosi esercizi commerciali e al rischio di abbandono di una parte delle terme e che oggi si possono rimediare solo con azioni concrete”: lo dichiarano gli esponenti del Movimento Nazionale della Sovranità, Marco Botta, commissario regionale, Gian Luca Vignale, consigliere regionale, Franca Arcerito e Daniele Carbone, rispettivamente presidente e segretario politico del circolo “Acqui è sociale”, che venerdì hanno organizzato un incontro pubblico sul tema ad Acqui.
All’incontro hanno partecipato Claudio Bianchini, presidente Albergatori, Ugo Cavallera, Danilo Rapetti, Enrico Bertero. Marco Protopapa.
“Considerando quanto era stato investito nelle Terme di Acqui – hanno spiegato – e l’importanza della quota azionaria detenuta, la Regione avrebbe dovuto vincolare la vendita ad un piano industriale definito che garantisse la tenuta economica ed occupazionale delle Terme e ad un piano di investimenti che garantisse l’utilizzo di tutti gli impianti termali. Invece la Regione, agendo come un soggetto privato e non certo come una pubblica amministrazione, ha emesso un bando finalizzato esclusivamente ad ottenere entrate economiche, senza alcuna attenzione verso il territorio interessato”.
“Per garantire una ricaduta economica corretta è importante, dichiarano Botta, Carbone e Arcerito, che gli impianti termali acquesi, sia le centrali Nuove Terme che quelli presenti in Zona Bagni, siano al centro di un piano di promozione paritario da parte della proprietà senza che il cuore del termalismo acquese, le Nuove Terme, sia trascurato causando ricadute economiche e occupazionali negative per il mondo della ricettività alberghiera e del commercio. Ciò può e deve avvenire con una relazione fra impresa e territorio che gli enti pubblici devono garantire”.
E’ di questi giorni, inoltre, la notizia che il Comune di Acqui intende vendere le proprie quote di Terme di Acqui s.p.a., nel rispetto del decreto Madia che impone agli Enti di cedere le quote delle società partecipate non indispensabili e che presentino bilanci ripetutamente in perdita.
“Ad errori si aggiungono errori – proseguono Arcerito, Botta e Vignale – . E’ infatti evidente che le Terme di Acqui non possano rientrare tra le società non indispensabili per il Comune regolate dal decreto Madia e che la vendita delle quote comunali è una scelta del sindaco, errata e che avrà gravi ripercussioni sul territorio”.
“Valorizzare e sostenere l’offerta termale piemontese deve essere una priorità per la nostra regione – hanno aggiunto -. Per questo motivo il Movimento Nazionale per la Sovranità presenterà alcune proposte concrete”.
A breve la Regione Piemonte voterà il disegno di legge n. 272 “Assestamento al bilancio di previsione finanziario 2017-2019 e disposizioni finanziarie”. Ad oggi non è previsto nemmeno un euro per il turismo termale.
“Per agevolare la promozione di politiche di tutela, salvaguardia e valorizzazione delle risorse di cui dispongono i territori termali, il Movimento nazionale per la Sovranità presenterà alcuni emendamenti che impegneranno la Regione a stanziare 6 milioni negli anni 2018, 2019 e 2020 per rilanciare e promuovere l’offerta termale piemontese, di cui almeno 5 da stanziare con un Accordo di Programma per le terme acquesi essendo una parte di quanto derivanti dalla vendita, dichiarano gli esponenti del MNS”.
“Chiederemo inoltre alla Regione – aggiunge Vignale – di riservare una percentuale dei propri piani promozionali, per il prossimo triennio , per specifiche iniziative a vantaggio del settore termale”.