Sabato 28 ottobre una delegazione del Partito Radicale Nonviolento Transazionale e Transpartito, composta da Daniele Iglina, Daniele Robotti e Silvia Molè, accompagnata dal già consigliere comunale Fabio Camillo e attuale coordinatore cittadino di Movimento Democratico e Progressista-Art.1, si è recata in visita presso la Casa Circondariale “Cantiello e Gaeta” di Alessandria, per verificare l’effettivo stato di espiazione della pena delle persone sottoposte a restrizione della libertà personale.
Dal colloquio preliminare con il Direttore dell’Istituto e con il Comandante degli agenti di Polizia Penitenziaria si è potuto evincere un quadro generale caratterizzato dalla presenza di una popolazione carceraria in stragrande maggioranza straniera (circa il 70%) e proveniente da ambienti di forte disagio socio-economico.
A fronte di una capienza regolamentare di 237 unità, l’Istituto ospita 274 detenuti, ristretti in celle da 4/5 persone cadauna che pur si presentano in discrete condizioni manutentive e di dimensioni corrispondenti a quanto statuito dalle giurisdizioni europee; del pari soddisfacente pare la qualità del vitto fornito ai detenuti.
Presso la struttura sono attivi due corsi di formazioni professionale per falegnami ed elettricisti nonché corsi di alfabetizzazione primaria e secondaria la cui effettiva fruizione risente tuttavia della scarsità di personale.
Dai molteplici colloqui intrattenuti con i detenuti sono emerse alcune criticità ricorrenti, quali, ad esempio, la scarsità di offerta lavorativa (solo 57 detenuti svolgono con regolarità mansioni alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria), la difficoltà di accesso ai due corsi di formazione la cui partecipazione è limitata a sole 12 unità, la difficoltà ad intrattenere un dialogo proficuo e costante con il solo educatore di cui è dotata la struttura e, ancora, i lunghi tempi di attesa per accedere a cure mediche e visite specialistiche (causa, questa, scatenante di molti scioperi della fame inscenati dagli stessi detenuti), nonché il malfunzionamento della pressoché totalità dei servizi igienici (quasi nessun wc risulta funzionante).
La funzione rieducativa cui la pena deve sempre tendere in ottemperanza al dettato costituzionale, l’effettiva possibilità di recupero e reinserimento del detenuto all’interno della società ed il rispetto dello stato di diritto, non possono e non devono rappresentare solo meri principi di ordine generale ma, viceversa, devono costituire i binari ordinari entro i quali l’esecuzione della pena trova la sua ordinaria attuazione.
Partito Radicale, Mdp-Art.1