“Va bene porgere l’altra guancia, ma visto che questa non è la prima volta che provano a prendemi a schiaffi, e io di guance ne ho solo due…” Addio PD alessandrino ingrato. Enzo Demarte se ne va, sbattendo la porta. Lascia il gruppo consiliare del Partito Democratico a Palazzo Rosso, e aderisce (per primo in questa consiliatura) al Gruppo Misto, con un sottogruppo che porterà il suo nome, Dema, e di cui il già esponente della Margherita e dell’Italia dei Valori sarà presidente.
Ma cosa c’è alla base della decisione di abbandono del Gruppo PD? Demarte non ne fa mistero: “Alle recenti elezioni comunali mi è stato chiesto di candidarmi, e ho conquistato 396 preferenze, che nel contesto attuale, e dopo diversi anni che non facevo politica, è stato un risultato credo significativo: secondo all’interno del partito, dopo Enrico Mazzoni. Mi fu detto che ci sarebbe stata un’alternanza nel ruolo di vicepresidente del consiglio comunale, ma quelle promesse sono state ampiamente disattese. E a questo punto, considerato che sono a Palazzo Rosso per occuparmi dei bisogni dei cittadini che mi hanno votato, e di tutta la comunità alessandrina, e non di un partito, tanto vale andare per la mia strada”.Ma da che parte starà, in consiglio? “Sono una persona di sinistra, da sempre. Ma credo che oggi l’unica soluzione di buon senso sia valutare le singole questioni, volta per volta. Sto dalla parte dei cittadini di Alessandria, sicuramente”.
Gruppo Misto dunque, da oggi, per Enzo Demarte a Palazzo Rosso. Ma attenzione ad un altro possibile risvolto della vicenda: nelle prossime settimane il Partito Democratico alessandrino sarà chiamato a rinnovare i propri vertici cittadini, e provinciali, come ribadito anche dal dottor Mercogliano.
Cosa farà Vincenzo Demarte, e cosa faranno i suoi ‘fedelissimi’? Il consigliere comunale è diplomatico, ma critico: “Mi sono dimesso dal gruppo consiliare, ma almeno fino a fine anno sono tecnicamente un iscritto al Partito Democratico. Vedrò cosa fare ai prossimi passaggi interni del partito: francamente ritengo che, quando si prendono certe batoste, non si possa far finta di niente, o dare la colpa agli elettori, o ad altri fattori. Bisogna saper affrontare la realtà, chiamare le sconfitte con il loro nome, assumersi le proprie responsabilità”. Il PD è avvisato.