Piazza Garibaldi e il gioco delle bocce [Un tuffo nel passato]

I Giardini Pubblici [Un tuffo nel passato] CorriereAl 20di Tony Frisina

 

Spesso rimpiango di non avere in perfetto ordine tutto ciò che posseggo. Mari di cartoline e fotografie di Alessandria ma anche di tutta Italia e del mondo, giornali d’epoca, libri e tanto altro ancora. Oltre trentacinque anni di appassionata ed accanita ricerca hanno riempito ogni stanza del mio appartamento di innumerevoli oggetti (soltanto oggetti cartacei che – per fortuna – occupano spazio limitato).

Avere troppe cose è come possedere nulla, in quanto ogni volta si cerchi un elemento particolare della collezione, lo si dovrebbe trovare facilmente. Una ricca biblioteca che contenga ogni scritto dello scibile umano non avrebbe alcun senso se i libri non avessero una perfetta catalogazione e collocazione.

Piazza Garibaldi e il gioco delle bocce [Un tuffo nel passato] CorriereAl 2Dico questo perché, per il momento, tutti i miei documenti fotografici, in primis le migliaia di cartoline, hanno collocazioni sommarie ed empiriche e non sempre, in quel caos, riesco a trovare ciò che di volta in volte vado cercando. Vado sempre a spanne, memoria… e la mia memoria è labile quasi quanto quella dello Smemorato di Collegno.

E così è capitato anche per le cartoline di Piazza Garibaldi (ex Piazza Savona). Le ultime rubriche hanno avuto come tema principale proprio questa bella piazza e in un commento l’amico fotografo Roberto Giordanelli ha ricordato come – proprio in questo luogo – si fossero disputate gare di bocce.

Ecco magicamente scaturire dalla mia raccolta, a scoppio ritardato, proprio una Piazza Garibaldi e il gioco delle bocce [Un tuffo nel passato] CorriereAlcartolina in cui si possono osservare centinaia di persone fra giocatori di bocce e curiosi.

Si tratta di una cartolina inconsueta appartenente agli anni ’50.
La fotografia è stata scattata dall’alto del bel palazzo di Corso Crimea angolo Corso Roma ed inquadra tutta la piazza ed una buona parte degli edifici che la circondano.

La particolarità più significativa consiste nell’osservare il terreno segnato da almeno un centinaio di spazi di gioco, che davano la possibilità ad altrettante coppie di disputare in simultanea delle partite. Come tanti alessandrini ricordano la piazza non era ancora asfaltata e quindi dopo una Piazza Garibaldi e il gioco delle bocce [Un tuffo nel passato] CorriereAl 4approssimativa sistemata era stato sufficiente tracciare le righe bianche e quelle che segnano gli spazi per giocare. E così la piazza prendeva vita, rivelando ciò che un agorà dovrebbe realmente essere. Il cuore pulsante di una città che raccoglieva la gente e dove si svolgevano attività ludiche, sportive, ricreative e di altra natura.

Inutile stare a raccontare che ora queste cose non si facciano più o stare a lamentarsi che ormai la piazza (tranne il mercato del lunedì ed un paio di mezzi mercati settimanali) sia diventata soltanto un parcheggio. La realtà è questa Piazza Garibaldi e il gioco delle bocce [Un tuffo nel passato] CorriereAl 3e ciò che vediamo oggi è il prezzo che tutti quanti devono pagare al progresso.
A volte certe cose belle ne nascondono altre, altrettanto belle o significative. Ed è ciò che capita anche per questa cartolina. La custodisco gelosamente in quanto regalatami da Liliana Ghisiglieri, moglie del carissimo amico Antonio Silvani.

Questa cartolina era stata recapitata a Liliana, presso la Colonia Alpina Ferrovieri/2ª Squadra n° 45/Limone Piemonte/(Cuneo). Era il 17 agosto 1961 quando il papà, la mamma e i nonni di Liliana le inviavano “tanti bacioni”…

Il bel timbro a targhetta delle PT recita: “Aiutateci a servirvi meglio/Se il timbro postale non è chiaro inviate l’involucro o la cartolina in busta non affrancata al Ministero P.T. – Servizio Controllo bollature – Roma”. Occorre riflettere anche su questo particolare tutt’altro che insignificante.

Nella cartolina, cosa strana, si nota in bella evidenza la più importante delle ciminiere della Fabbrica Borsalino, che è anche la più famosa. Piazza Garibaldi e il gioco delle bocce [Un tuffo nel passato] CorriereAl 1Paradossalmente in contemporanea scovo nel mio archivio un’altra cartolina della stessa piazza, scattata dalla parte opposta in cui si vede un’altra ciminiera, fumante. Quella della Fabbrica di Cappelli G. B. Borsalino fu Lazzaro, di Viale Regina Margherita (oggi Corso Felice Cavallotti).