Non è confusione [Il Flessibile]

caruso4di Dario B. Caruso.

Siamo in un periodo storico in cui regna la confusione.
In ogni campo, ad ogni angolo, su ogni tema.
Quando ci rendiamo conto di ciò occorre fermarsi e riflettere.

Al termine di uno dei tanti concerti estivi, una signora gentilmente si avvicina.
“Complimenti, maestro. È stata una serata deliziosa, in particolar modo ho apprezzato il brano di Tenco. Grazie…” e altrettanto gentilmente si allontana.
Rientro a casa a notte fonda, una di quelle notti che quest’estate ci hanno fatto boccheggiare come lucci in debito di ossigeno.
Non riesco a prendere sonno, obiettivo primario alzarsi dal letto di quando in quando per passeggiare fino al bagno e cercare un misero quanto inutile refrigerio.
Ripenso dunque alla serata, a come mettere a punto alcune cose e alle dolci parole della signora.
Solo allora (saranno state le 4 di mattina) mi rendo conto che quella sera in programma non avevamo messo alcun brano di Tenco.
Sorrido e mi dico che la signora ha fatto confusione, avrà certamente scambiato Endrigo per Tenco o qualcosa di stile analogo.

Copia di Il 68 [Il Flessibile] CorriereAlPoi rifletto con maggior cura.
Non è confusione: è che siamo stati talmente bravi da far ascoltare l’eseguito e il non eseguito.
Un’operazione che non accade di frequente, anzi ha quasi del miracoloso se teniamo conto che oggi tutto deve essere toccato con mano e con una buona celerità.
Talvolta si suona in luoghi talmente belli e magici che il pubblico può permettersi di ascoltare il concerto a orecchie chiuse, guardandosi semplicemente intorno.
In quell’occasione abbiamo sfiorato il paranormale.
Oppure addirittura ci siamo dentro.
Vi garantisco, non è confusione.