Dai giornali apprendiamo che il salvataggio, ovvero il fallimento della locale azienda di trasporto pubblico locale, non fu una scelta politica d’accordo con i sindacati concertativi ma, ahinoi, una dolorosa necessità imposta dalla Amag per ‘salvare’ ATM.
Quante balle dicono lor signori.
il Comune, Amag decide di abbassare il costo del lavoro in Atm e per questo, in armonia con i sindacati di cui esso stesso è espressione fissa i paletti, si rifanno i conti mille volte ed infine, dicono, arriva l’amara verità…il fallimento diventa realtà…. oplà il gioco è fatto….si vende ed il personale si trova privatizzato e con trecento euro in meno in saccoccia.
Come USB, ieri come oggi, abbiamo da sempre sostenuto la necessità che una giunta che firma accordi con i sindacati amici per far perdere vertenze ai lavoratori poco prima della sentenza, prima andava a casa, meglio era…ora che finalmente non possono più fare danni, ci risparmino almeno inutili (e false) dietrologie.
Il problema ha radici antiche e rappresenta uno specchio della realtà italiana, come sindacato USB, quando il livello dei debiti del comune verso la controllata ATM aveva raggiunto il livello di venti milioni di Euro abbiamo organizzato molti scioperi ed elezioni RSU, tutti avversati dalla compagine confederale intenta unicamente a concordare compiacente con la controparte per mantenere un ruolo egemone, ma perdente per i lavoratori.
Arrivando il cambio di giunta, il dissesto, strumentale, ha garantito il presunto risanamento con cinque anni di tasse al massimo e servizi al minimo, pagato, si badi bene, dai cittadini, i quali non si sono fatti ingannare dalla propaganda martellante dei soliti pifferai per i quali vale il detto che una balla ripetuta ab infinitum diventa una sublime verità, ed hanno detto basta.
Ora si continua con la solita manfrina dei posti salvati. I problemi ci sono, ci sono sempre stati ma la cura rimane inadeguata. Il fatto che circa duecento persone firmino le dimissioni in bianco, soprattutto garantendo di non fare causa per eventuali irregolarità giuridiche la dice lunga sul tipo di interazione tra
sindacati e azienda. Per cui i dipendenti stanno sperimentando sulla propria pelle quanto sono stati bravi i confederali a difenderli, questo è il problema, finchè non si decideranno a recidere il cordone ombelicale da cotali “salvatori”, cambiando sindacato, i problemi rimarranno tali, sarà sempre possibile difendere i lavoratori alla Don Abbondio…
Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso.
* USB Alessandria