Hanno il coraggio di chiedere perchè hanno perso le elezioni: ve lo spiego io [Le pagelle di GZL]

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Sindaco Rossa a ruota libera: bilancio di fine mandato e 'trailer' del programma elettorale CorriereAl 4di Graziella Zaccone Languzzi

 
1) Eppoi hanno pure il coraggio di chiedersi perché hanno perso le elezioni. Hanno lasciato la città in condizioni pessime, e a pochi mesi dalla fine del mandato cantieri più o meno tappabuchi come ‘polvere negli occhi’ per raccontarci che tutto il quinquennio a seguire sarebbe stato in rosea discesa modello “Alice nel paese delle meraviglie”. Quante sono le denunce in ogni angolo della città e sobborghi? Invito a leggere qui la segnalazione di un residente di San Michele.
Uno stralcio dell’articolo: “Si sente “preso in giro” Domenico Filippi, cittadino residente a San Michele. Da anni attendeva l’asfaltatura della strada davanti alla sua abitazione, all’inizio di via Cornaglie. Le speranze alimentate dalla notizia dell’avvio dei lavori sono state però miseramente mortificate quando nei giorni scorsi ha visto gli operai lasciare la via. Dei tanti crateri che costellano la strada di San Michele solo un paio sono stati chiusi. Un rattoppo incompleto e malfatto che ha indignato il cittadino. “Non so, forse avevano finito il catrame, o forse è finito il periodo delle elezioni” ha ironizzato (l’articolo prosegue con particolari). Questo quinquennio trascorso con i tristi personaggi cancellati dal voto difficilmente entrerà nel dimenticatoio della storia alessandrina, e alla frase dell’ex sindaca Rossa: “esco sconfitta, ma ho fatto del mio meglio”, potrei replicare che molto probabilmente la sconfitta della sindaca è dovuta alle tante situazioni simili a quella segnalata dal Sig. Filippi di San Michele. Ma non è corretto infierire solo sul sindaco: è tutta la squadra da lei creata che ne è uscita sconfitta. Trascurare la normale manutenzione non ha pagato, e non è bastato raccontare col megafono “siamo in bolletta”.
Voto: 2

 
2) Si legge: “Terzo Valico, avanti tutta. Approvato in Regione Piemonte il Piano terzo_valicoCave: 12 siti prioritari, 2 ad Alessandria”. Ma si legge pure che: “La Conferenza di Servizi si è chiusa con l’approvazione del piano cave nonostante il parere negativo di alcuni Comuni, tra cui Sezzadio, Novi Ligure, Pozzolo Formigaro e Arquata Scrivia per ragioni che la Regione ha ritenuto non ostative per l’approvazione del piano”. Dunque, nonostante quattro comuni abbiano dato parere negativo, la Regione approva a testa bassa. Si legge che: “i nuovi siti individuati ospiteranno 2,7 milioni di metri cubi di terra derivante dagli scavi delle gallerie dell’opera, che si aggiungono ai 5,3 milioni di metri cubi destinati ai siti già approvati nella precedente versione del Piano cave, per un totale di 7,3 milioni di metri cubi per i siti di deposito piemontesi”. Si legge ancora che: “I nuovi siti sono stati individuati attraverso la valutazione combinata di parametri relativi all’ambiente, elementi naturalistici del sito e dell’area, vincoli naturali e criticità idrauliche” e ancora: “vicinanza ai siti di cantiere, con particolare attenzione a ridurre gli attraversamenti dei centri urbani, capacità del sito, opere propedeutiche all’utilizzo e autorizzazioni regionali necessarie” . E chi ci crede? Buona terra con un sottosuolo ricco di un bene prezioso come l’acqua, sostituita con materiale non certo salubre, senza contare la tutela per l’ambiente con il via vai di camion per il trasporto terra e rocce, che distruggeranno l’asfalto già precario delle strade ex provinciali e porteranno grave inquinamento nell’atmosfera, acustico e pericolo per l’eccesso del traffico pesante. In ultimo: “valutazione sul paesaggio, elementi storico-culturali dell’area e vincoli paesaggistici”, e a questo proposito: cosa ne pensa la Soprintendenza Beni Architettonici Culturali del Piemonte di “Cà Bianca” di Quattrocascine (Bosco Marengo), un luogo di storia? Una storia che si può leggere in questo articolo di Mauro Remotti. Riassumendo: Tutela ambiente, paesaggistico, culturale frega a qualcuno in Regione? Il business rende di più, ma arriverà il rinnovo del potere attuale regionale, eccome se arriverà!
Voto: 2

 

3) La vicenda del giornalista Marco Lillo, de Il Fatto Quotidiano mi porta a stilare Hanno il coraggio di chiedere perchè hanno perso le elezioni: ve lo spiego io [Le pagelle di GZL] CorriereAl 1questa pagella sulla libertà di stampa,  che vede l’Italia oggi solo al 54° posto nel mondo. “La corretta informazione: diritto violabile?Una minaccia al giorno toglie i giornalisti di torno” ( frasi estrapolate dalla Redazione di “Ossigeno” in occasione della “Giornata mondiale della libertà di stampa indetta dall’UNESCO il 3 maggio scorso). Pare sia tabù per ogni giornalista o redazione in Italia toccare certi personaggi e le loro “miserie”, guai mettersi contro il potere del momento criticandolo, o riportare azioni poco consone al ruolo ricoperto. Per il potere politico di qualsiasi livello, il giornalista deve essere sempre “prono a 360 gradi”, trattarlo come quei sudditi nella fiaba “il Re è nudo” e se per caso uno su mille critica o tira fuori certe “miserie” rischia di brutto. Marco Lillo si è permesso di scrivere e pubblicare un libro sugli “affari” del babbo di Renzi e del suo amico Lotti su Consip, per questo è stato perquisito, ha dovuto fornire file e messaggi contenuti nei suoi cellulari, computer, tablet e pen drive. Lo stesso destino è toccato alla sua compagna e hanno perquisito anche il padre di 96 anni. Perquisite 4 case, la sua automobile, l’ufficio e persino il computer del grafico. Lillo è un giornalista serio, il suo lavoro è raccontare fatti di interesse pubblico come prescrive la Carta dei Doveri ed è grazie a giornalisti corretti e coraggiosi che certe malefatte da parte dei poteri Hanno il coraggio di chiedere perchè hanno perso le elezioni: ve lo spiego io [Le pagelle di GZL] CorriereAlpolitici vengono alla luce. Sulla vicenda Consip Marco Lillo scrive: “Se le notizie escono a beneficio di Renzi e Lotti nessuno si indigna, se sono a beneficio di tutti diventa una vergogna”. Al cittadino attento pare di vivere in un regime, e come dice Lillo in una intervista al Corriere, mentre lui e i suoi cari sono stati messi sotto accusa, al padre e agli amici di Renzi nessuna persecuzione ha chiesto chat e telefonini. Ora Lillo, forte della sua onestà professionale, pensa di scrivere un altro libro sul perché la giustizia non chiede con la stessa forza a babbo Tiziano ciò che il figlio Matteo gli contesta: “ la verità che non hai detto a Luca”. Dall’osservatorio “Ossigeno” il bilancio di metà anno sono 181 attacchi ai danni di giornalisti, blogger, operatori dell’informazione colpiti in Italia da minacce e intimidazioni a causa del loro lavoro alla faccia dell’art.21 della nostra Costituzione.
Voto: 2