Gianni chi? [Il Citazionista]

Gianni chi? [Il Citazionista] CorriereAl 1

di Andrea Antonuccio.

«Anche se volessi andare con una mia coetanea sarebbe difficile perché sono quasi tutte morte»
Gianni Boncompagni, a Claudio Sabelli Fioretti

Chi era veramente Gianni Boncompagni? Non lo capiremo certo dal frastuono delle commemorazioni postume, degli amici che lo piangono e rimpiangono, dei ricordi di una tv che lui stesso aveva maltrattato, svelandone l’insita (e implicita) inutilità.

Raccontando alcuni episodi significativi della sua vita, Bonco ricordava di aver iniziato alla radio svedese, anche grazie al suo innato “orecchio” per le lingue. «Andai in Svezia a 18 anni con un mio amico e ci rimasi otto anni, spesso facevo lo chaperon agli italiani importanti che arrivavano. Quando Salvatore Quasimodo venne per il Nobel lo accompagnai dovunque. Musei, gallerie. Alla fine, distrutto, mi disse: “Ma qua non si fotte?”».

Gianni chi? [Il Citazionista] CorriereAlDi sé Boncompagni amava dire: «Aspetto ancora di fare qualcosa per cui essere ricordato». Eppure ce lo ricordiamo tutti, sia per Alto gradimento in radio che per Non è la Rai in televisione. Dove scoprì il talento, oggi assai più sofisticato, di Ambra Angiolini.

«Ambra era bravissima. Capì il gioco, lo assimilò subito, lo metabolizzò immediatamente. La trovata fu che una ragazzina di 15 anni dicesse cose che ignorava. Facevo le citazioni più impossibili. Lei le sbagliava e si metteva a ridere. Ci siamo divertiti molto. Era simpaticissima».

Chi era veramente Gianni Boncompagni? Non lo sapremo mai. Anche se, dovendo scegliere, a me quel “Ma qua non si fotte?” di Quasimodo mette una certa, illogica, allegria.

«In televisione passa solo robaccia. Che si divide in due categorie: robaccia con ascolti alti e robaccia con ascolti bassi».

Aveva (e ha) ragione, il Bonco. Per questo gli diamo la medaglietta al valore, e che la terra gli sia lieve. Tutto il resto è noia. Quella noia, siamo sinceri, che anche lui talvolta ci ha propinato. Consapevole di farlo.