Dal “no alla discarica di Sezzadio” all’opposizione a “Terzo Valico e utilizzo di cave per lo smarino”. Sabato 27 maggio manifestazione ad Alessandria

Dal “no alla discarica di Sezzadio” all’opposizione a “Terzo Valico e utilizzo di cave per lo smarino”. Sabato 27 maggio manifestazione ad Alessandria CorriereAl 1 di Pier Luigi Cavalchini

 
Il volantino, come sempre curato e documentato, è chiaro: “Sabato 27 maggio 2017 – Contro la Discarica di Sezzadio , le cave e il Terzo Valico”. Ancor più esplicito il sottotitolo: “Grande manifestazione di tutti i cittadini per far sentire la propria voce e difendere l’acqua e la salute pubblica, da chi la calpesta per interesse privati”.
Le parole sono quelle di Pier Giorgio Camerin, Eugenio Spineto, Urbano Taquias e Maurizio Daniele.

Il filo conduttore che lega la loro comunicazione, finalizzata alla mobilitazione di fine maggio, è quello della “tutela dell’acqua e della salute”. Prevale nella loro valutazione l’importanza dell’agricoltura di qualità, anche segnata da “produzioni biologiche d’avanguardia” (si potrebbero definire “green”) che, da sempre caratterizza l’economia di tutto il territorio della media-bassa Valle Bormida. Risuonano frasi importanti tese a dare forza e compattezza all’iniziaitiva (una per tutte “Il futuro nostro e dei nostri figli deve essere tutelato e non deve essere delegato” ed è continuo il riferimento al mantenimento di una rete di azioni coordinate fra Comitato di Sezzadio, Valli unite “Valle Bormida e Valle Scrivia” e quelli che vengono definiti i “Comitati di Base” e “rappresentanti del mondo agricolo”.

L’impegno primario è per la difesa dell’acqua e massima è la sfiducia nelle Dal “no alla discarica di Sezzadio” all’opposizione a “Terzo Valico e utilizzo di cave per lo smarino”. Sabato 27 maggio manifestazione ad Alessandria CorriereAlrappresentanze istituzionali. “Ci hanno abituati a chiamare ‘democrazia’ figure teleguidate da altre fonti di comando”, “Ci stanno abituando a considerare inutile il nostro voto”. E, se non fosse chiaro il concetto: “Non siamo disponibili ad assistere immobili agli assalti perpetrati al territorio”. Prefigurando movimenti e “opposizioni” degne di nota.

Si tratta, in sostanza, di una proposta di “mobilitazione popolare” che dovrebbe riprendere e rilanciare quella svoltasi nel novembre 2016; iniziativa finalizzata al blocco delle attività preliminari previste dai tecnici della ditta Riccoboni.

Come è noto si tratta di una azienda con base a Parma, già operante nel nostro territorio provinciale, che ha chiesto di insediarsi a “Cascina Boiro” per la realizzazione di una discarica atta ad accogliere 1,7 milioni di mc di detriti oltre a 700.000 mc di smarino, già autorizzata dalla Provincia di Alessandria.

In quell’occasione (nov. 2016) circa duecento dimostranti, di cui trenta agricoltori e relativi trattori, mobilitati dall’associazione “Sezzadio Ambiente”, dai “Comitati di Base della Valle Bormida” e dal “Comitato Agricoltori”, avevano bloccato i cantieri impedendo l’ingresso dei tecnici nei terreni necessari alla nuova tangenziale che collegherà la strada verso Predosa alla discarica. Solo grazie all’intervento delle autorità di Pubblica Sicurezza fu possibile entrare, ai tecnici, nella sola porzione di terreno situata lungo la strada provinciale per Predosa. Utile anche ricordare che contro le autorizzazioni provinciali deliberate in vista dell’avvio dei lavori (che comprendono anche la realizzazione della relativa strada di accesso) pendono quattro ricorsi al Consiglio di Stato e al del TAR del Piemonte.

Dal “no alla discarica di Sezzadio” all’opposizione a “Terzo Valico e utilizzo di cave per lo smarino”. Sabato 27 maggio manifestazione ad Alessandria CorriereAl 2A presentarli sono stati ben 24 Comuni, in “quanto tale insediamento potrebbe inquinare la falda acquifera che alimenta tutta la zona” (sic). Ma la “Riccoboni” nega tale evenienza e, anzi, minaccia di ricorrere ad “appropriate vie legali” in caso di ulteriori ostacoli definiti “strumentali”. D’altra parte la posizione della “Angelo Riccoboni “ è nota e, già dal 2012, ha costituito una base “non negoziabile” su cui, come si è visto, si è aperta una battaglia legale.

Cosa affermano i tecnici della “Riccoboni”?

In particolare la dott.ssa Cortemiglia, a nome dell’azienda, ci ha ricordato che: “I rifiuti conferiti sono rifiuti non pericolosi, solidi inorganici, non pulverulenti, non putrescibili e privi di proprio percolato. I criteri costruttivi devono comunque garantire l’isolamento del corpo dai rifiuti dalle matrici ambientali e pertanto è stato previsto, oltre il sistema di impermeabilizzazione (argilla + materassino bentonitico + telo HDPE) un sistema di raccolta alla base e relativo sollevamento di quelle che saranno le acque meteoriche, proprio per evitare qualsiasi rischio di contaminazione. Lungo il perimetro sono stati realizzati piezometri di monitoraggio per le acque di falda superficiale dove verranno eseguite costantemente analisi di verifica.” E, riguardo all’eventuale inquinamento dei pozzi, in modo ancor più netto (approfondendo, di fatto, un solco difficilmente colmabile): “C’è stato, purtroppo, un mix di disinformazione e qualche idea tecnicamente non corretta sia su come è stata progettata la discarica sia sul contesto idrogeologico sul quale il progetto si andrà a realizzare. Un esempio sono i pozzi idropotabili che più volte sono stati citati dai comitati. Premesso che l’acqua è un bene pubblico che va comunque salvaguardato per legge, tali pozzi possiedono delle aree di salvaguardia, definite in base al criterio e alla profondità del pozzo stesso, all’interno delle quali non possono essere costruite aree destinate a discarica. Sia per i pozzi della zona di Predosa che per quelli di Sezzadio sono state già perimetrate queste zone mediante appositi studi: la discarica di Sezzadio sorgerà nettamente al di fuori di queste aree e più precisamente a circa 2,5 chilometri di distanza dai pozzi di Sezzadio ed ad almeno 4,5 chilometri dai pozzi di Predosa, nettamente superiori ai 200 metri previsti dalla normativa. Inoltre i pozzi di Sezzadio non sono collocati né a monte né a valle, ma proprio su un’altra direttrice di alimentazione e pescano su una falda diversa, una falda “profonda” (come la definisce la stessa Regione Piemonte), posta a più di 50 metri di profondità. Si badi che la Regione, e non la Riccoboni, ha stabilito che quei pozzi pescano da un acquifero diverso e non da quello superficiale. I pozzi di Sezzadio e Predosa sono tra l’altro posizionati a monte rispetto allo scorrimento della falda superficiale”. Quindi, per gli estensori della nota, Cortemiglia e Delucchi, “nessun problema di sorta per pozzi e falde limitrofe”.

Cosa rispondono i Comitati

I Comitati di base della Valle Bormida, Sezzadio Ambiente, Comitato Agricoltori, Discarica Sezzadio 1Vivere Predosa e Movimento No Tav scendono di nuovo in piazza contro la discarica di Sezzadio, le cave e il Terzo Valico.
L’appuntamento, come detto, è per sabato 27 maggio, con partenza dalle 15 davanti al teatro Comunale in viale della Repubblica. “Manifesteremo ad Alessandria – spiegano Urbano Taquias, Pier Giorgio Camerin, Eugenio Spineto e Maurizio Daniele – perchè è Rita Rossa, sindaco del capoluogo e presidente della Provincia, ad aver autorizzato l’impianto e le cave, oltre a essere da sempre con il Pd uno dei grandi sostenitori del Terzo Valico”, che, nonostante tutto riparte con nuove assegnazioni milionarie di lotti di scavo (sempre in subappalto). Altra questione “toccata”, quella della viabilità e dell’inquinamento dell’aria. Infatti i quindici viaggi al giorno dichiarati, per un totale di due conferimenti all’ora (vedere
http://www.lancorastorico.it/archivio/2016/ANC20160228_08.pdf ) pesano però come macigni, così come una serie di controrelazioni sulla base delle quali i Sindaci di una ventina di centri vicini si sono espressi in modo molto duro sullo specifico.

Su questo e su altri punti, riprendendo in diretta quanto comunicato in conferenza stampa, è massima l’attenzione dei “movimenti di base”. Infatti “Ora l’obiettivo è quello di trasmettere a centinaia di cittadini informazioni e spinte al cambiamento”. Viene anche posta una questione di fondo: “Facciamo una domanda alla politica: dove sono le soluzioni alternative promesse rispetto ad una fabbrica da piazzare sopra ad una falda importante? “Dove sono?”. “Vogliamo aspettare disastri anche qui da noi? A Genova, alla discarica di Molinetto già ci sono stati problemi con la Riccoboni” “Chi ha avvallato questo progetto è da paragonare a chi si comporta in modo demente se non proprio criminale” “Il 27 maggio dimostreremo che non siamo stanchi e che siamo in grado di continuare fino alla vittoria”.

Taquias in particolare fa presente la significatività della partecipazione alla marcia del 27 maggio “proprio in funzione anti PD e di denuncia delle autorizzazioni rilasciate dalla Provincia di Alessandria”.
Il rappresentante del mondo agricolo vuole riportare invece l’attenzione sullo specifico: “Vera green economy è fare qualcosa di positivo per il territorio”. “E’ sbagliato potenziare l’ impianto di smaltimento di terre e rifiuti contaminati a Predosa per poi passare a Sezzadio. I rischi per il mondo agricolo sono troppo alti”. E ancora: “A Sezzadio prevista area di discarica pari a 26 campi di calcio, (26 ettari); un’enormità su cui sarà difficile effettuare i controlli promessi”. Pertanto “Chiamiamo tutti gli agricoltori a scendere in piazza, a sostenere questa manifestazione e a farsi vedere con i loro mezzi”.

Anac chiede commissariamento di Cociv. Il commissario Terzo Valico: "Soddisfatti, attendiamo con fiducia" CorriereAlIl collegamento con il “no” deciso alla “grande opera” Terzo Valico (AV/AC – Genova-Tortona) è sullo sfondo di tutta la comunicazione. Con tutte le questioni riprese in pochi minuti, dai costi enormi, alla discutibile utilità economica finale, alle inchieste che hanno decapitato i vertici COCIV. Come anche sarà forte la segnalazione di insofferenza delle popolazioni locali per l’apertura e l’uso di cave finalizzate al conferimento degli scarti di miniera del Terzo Valico. Altro tema della annunciata manifestazione. A questo proposito si ricorda che “Lo smarino del ‘Terzo Valico’ è sempre previsto per Cascina Borio e per la vicina casc. Opera Pia; entrambe di proprietà Allara – Balbo, titolari anche di cava Clara e Buona, che sta ancora attendendo i ripristini post alluvione promessi”.

Si chiude con una esortazione destinata ai partecipanti: “Insieme per acqua e salute” .“Tematiche di Buon Senso che non hanno colore politico” ricordando che “il 19 maggio qui al TEATRO PARVUM di Alessandria ci sarà una delle ultime assemblee per spiegare ancora meglio i motivi delle manifestazioni di piazza“. Aggiungiamo un suggerimento, nel caso non fosse stato preso in considerazione. Visto il “muro contro muro” a suon di carte bollate e “posizioni radicate” che sta contraddistinguendo tutta la vicenda, potrebbe essere cosa buona interpellare qualcuno dei tecnici estensori delle contro-perizie presentate dalle Amministrazioni Comunali insieme a singoli e Comitati. Ragionare sui numeri e sulle cose, specie quando si pensa di aver ragione, aiuta sempre.