A proposito di Schmidt [oltreilciak]

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“ Ha mai fatto la differenza per qualcuno la mia vita?”

Warren Schmidt

 

A qualcuno succede intorno ai famosi “anta”, altri lo fanno già prima, per ogni persona arriva quel fatidico momento in cui appare inevitabile tirare le somme della propria esistenza, chiedendosi se in fondo la propria permanenza sul pianeta sia servita a qualcosa, se si sia realmente riusciti a lasciare in qualche modo una traccia del nostro passaggio sulla terra che racconti di noi anche quando scompariremo.

Warren Schmidt, funzionario di impresa assicurativa, sta per andare in pensione, e sente di non aver fatto nulla di particolarmente significativo nella sua vita, nonostante abbia comunque concluso con successo la sua carriera, e sia padre di una figlia a cui vuole molto bene.
Poco dopo essere andato in pensione, sua moglie Helen, con cui ha passato quarantadue anni, muore improvvisamente per un malore, rendendolo ancora più solo e triste.

L’uomo, sempre più intento ad analizzare il proprio vissuto, si rende conto   schimdt-2che sua figlia sta per sposare un ragazzo da lui considerato inetto e grossolano, aggettivi che ben si prestano anche per descrivere la fastidosa famiglia del giovane con cui Schmidt non vorrebbe avere niente a che fare. Decide allora di andare a Denver per impedire che venga celebrato il matrimonio.

Mosso dalla voglia di sentirsi ancora utile, adotta un bambino a distanza, a cui invia diverse missive per raccontargli tanti molteplici delle sue giornate, narrandogli pian piano gli avvenimenti salienti della sua vita, quella di un sessantaseienne convinto di aver avuto un’esistenza forse nella media e tutto sommato positiva, ma priva di quella grandezza che egli sognava da giovane.

Alexander Payne con questo suo film del 2002 propone una commedia drammatica che ha come tema la solitudine, ed in particolare il sentimento di inutilità che pervade fra molte persone over sessanta, spesso pervase da un frustrante sentimento di rifiuto che li fa sentire poco apprezzati da quella società di cui hanno sempre fatto parte in maniera attiva.

schimdt-1Pochi aggettivi renderebbero giustizia alla bravura con cui Jack Nicholson veste i panni di un uomo comune, che improvvisamente si rende conto di essere esattamente come tutti gli altri, senza aver raggiunto qualche obiettivo veramente eccezionale come immaginava quando era fra i banchi di scuola: fatto che lo rammarica molto. Amareggiato, deluso e desideroso di trovare ancora un motivo per andare avanti, usa tutta la sua determinazione per convincere l’amata figlia a non sposarsi, non volendola vedere legata ad un uomo a suo dire mediocre ed irritante, forse credendo di mettere finalmente un’azione densa di significato per riempire il lacerante vuoto esistenziale che lo disturba.

Eccellente Kathy Bathes nel ruolo della suocera dal fare rozzo e ingombrante, schimtd-3inconsapevole di quanto i suoi modi possano turbare negativamente il povero Schmith, che dopo averla conosciuta rafforza la propria opinione sul fidanzato della figlia, che proprio non riesce a tollerare.

Molto bravi anche Dermot Mulroney nella parte di un ragazzotto non troppo sveglio dal fare irritante, e Hope Davis nel ruolo di una giovane donna alquanto scialba e decisa a sposarsi forse più per ufficializzare una storia che per amore.

Premiato con due Golden Globe, il film si rivela toccante, in grado di coinvolgere lo spettatore sin da subito, invitando chi lo guarda a mettersi nei panni di un individuo uguale ad altri mille, un puntino in mezzo all’universo che si muove nel mondo con incertezza, privato di quelli che credeva fossero saldi punti di riferimento, un essere umano che finalmente si ritaglia del tempo per pensare, e sente una profonda paura di scomparire senza aver lasciato nulla di sè per cui essere ricordato.