Cedere la maggioranza di Amag Mobilità è una sconfitta per Alessandria e un danno per i cittadini

Di Filippo nuovadi Domenico Di Filippo*

 

 

Approfitto del vostro spazio per fare delle considerazioni sull’atto di indirizzo approvato ieri sera in consiglio comunale che ha come tema” Fallimento della società Azienda Trasporti e Mobilità S.P.A. in liquidazione, cessione ramo d’azienda, concernente la gestione del Trasporto Pubblico locale.”

Cedere la maggioranza delle quote di Amag Mobilità non rappresenta certo un passo avanti per la nostra città; si tratta, infatti, dell’ennesima sconfitta.
Si getta la spugna, invece di difendere con i denti un bene che, ricordiamolo, non appartiene a nessuna forza politica, ma all’intera comunità. Una comunità alla quale si deve rendere conto con senso di responsabilità. Questo è il dovere di tutti noi!

Non vedo lungimiranza in quest’operazione di cessione, non vedo un progetto per rilanciare Alessandria. Svendere il patrimonio di questa città, perché signori vi ricordo che quest’operazione significa svendere una parte del patrimonio di questa città, giustificandola con la fatidica frase “per far entrare risorse e cercare un partner esterno”, è come bruciare i mobili di casa per scaldarsi. Quando i mobili non ci sono più, si resta al freddo e al buio.

Oltretutto ci sono ancora molte domande da farsi. Innanzitutto bisogna Atm autobuscapire cosa veramente vende il curatore, mi riferisco ai parcheggi, al trasporto disabili ecc.ecc.Se Amag mobilità non ha risorse per comprare autonomamente autobus, assumere personale, ecc. Chi fa il Tpl? Qui poi si apre l’incognita della gestione Regionale su base provinciale che è ancora tutto in alto mare.

Bene, non è questa una sconfitta? Lo è, soprattutto perché mi sembra che non sia stato fatto a sufficienza per evitare questa situazione.

Che cosa è stato fatto di veramente strategico per incrementare la produttività dell’azienda e ridurne le inefficienze e gli sprechi? Ci sono stati interventi incisivi contro l’evasione tariffaria? A questo proposito un test fatto da un dipendente di Amag Mobilità e di cui ho saputo, è indicativo. Ve lo cito: turno iniziato alle 6.05 e terminato alle 11,35. In cinque h1/2, il dipendente ha verificato con i suoi occhi che sono stati obliterati solo ventotto biglietti, su 350 +/-passeggeri saliti.

Anche tenendo conto di eventuali abbonati, i quali mi risultano che non siano poi così numerosi, l’evasione tariffaria è notevole ed è diventata uno dei grossi problemi per l’azienda, che mai nessuno ha tenuto in considerazione. Ogni anno e questo dato l’ho ricavato dal sito di Amag Mobilità, cifre riferite al 2011, si trasportano 2.500.000 passeggeri, tenendo conto in 50% (stima bassa) di evasori, fate voi quanto si perde ogni anno.

Autobus a spintaNoi, inteso come Amag Mobilità, cioè un patrimonio della città, perdiamo almeno un milione di € l’anno. Se si vuol fare un paragone, basta guardare non tanto lontano cioè il servizio di Valenza, dove l’autista fa i biglietti e controlla gli abbonati, in questo modo pagano tutti o almeno si riduce notevolmente l’evasione, tutto ciò l’azienda lo sa, ma non si è voluto porre rimedio.

In luglio quest’amministrazione ha affidato l’Azienda alle cure del nuovo Rossi StefanoAmministratore unico Stefano Rossi, che disse per prima cosa: “Si tratta di una sfida che accetto con piacere ed entusiasmo”.

Conoscete l’attuale situazione? Su settantanove circa automezzi trentasei non sono in servizio per guasto o non idonei al servizio.
Su undici mezzi noleggiati 4/5 sono guasti.

Oramai si è capito che non è più un problema di persone o di sfide, ma è un problema di sistema, quel sistema che si è venuto a creare nel momento in cui si smantellarono le Municipalizzate. Le ex municipalizzate erano aziende e consorzi che fino al 1990 erano in mano agli enti locali e poi si sono – con la legge 142 (ordinamento delle autonomie locali ) – aperte a cosidetti nuovi modelli, che hanno implicato la privatizzazione dei servizi gestiti (acqua, trasporti, energia, ambiente). Sono state create società ad hoc regolate dal diritto privato, con CDA propri in cui le amministrazioni partecipano esprimendo loro rappresentanti, trasformandole in Partecipate, quindi in S.p.A.

Sarebbe un discorso molto lungo e non è il caso di approfondirlo in questa sede.
Da questa finta riforma, cioè dall’entrata dei privati nei servizi pubblici è cominciato il disastro dei comuni, facendo accumulare loro milioni e milioni di debiti, con gestioni ballerine e clientelari.

Ricordo a tutti che il Comune di Alessandria è andato in default anche per i debiti verso le sue Partecipate, loro stesse fallite che ammontavano a ben 75 milioni di €.

Questo ha significato dover far entrare “nuove risorse”, una novità che mi auguro non dovremo rimpiangere un domani.
Su Amag Trasporti l’impressione è che abbia prevalso l’inerzia, il “non fare”, il galleggiare.

Atm mezzi 1Eppure, sono stati chiesti sacrifici pesantissimi a più di 200 famiglie, quelle dei dipendenti di Amag Trasporti, e a tutti i cittadini, che non hanno usufruito di un servizio degno di una città capoluogo di provincia. Per non parlare del danno d’immagine nei confronti di chi raggiunge Alessandria per motivi di studio, lavoro o turismo.
E ora si sceglie la ritirata, di cedere al mercato i beni del nostro territorio. E’ un copione che si ripete, lo abbiamo visto accadere in altre città italiane con risultati non certo brillanti – per usare un eufemismo – che hanno portato di solito e come minimo un aumento del costo dei biglietti, riduzione dei servizi e corse penalizzando ovviamente sempre gli ultimi e cioè gli anziani che in questa città non sono pochi e i più indigenti, peggiorando la qualità dei servizi e ridimensionando il personale. Altro che recupero di efficienza grazie alla privatizzazione!

Lascia sbigottiti inoltre che la quota in questione sia addirittura del 51% mettendo in minoranza il pubblico rispetto al privato. Si parla di un potere di veto sulle operazioni straordinarie, ma il rischio è che possa essere facilmente aggirato. In un contesto del genere potrebbero prevalere logiche legate esclusivamente al profitto e non alla qualità del servizio da offrire ai cittadini. Un’ennesima beffa nei confronti dei contribuenti!

Bisogna essere realisti: Amag Trasporti non può risorgere senza un intervento di risanamento molto profondo, che non può avvenire senza un’azione politica mirata e organica. Non possiamo far finta che la situazione economica di un’azienda di trasporti non dipenda da molteplici variabili, tra cui, ad esempio, la gestione del traffico, l’attività dei vigili urbani e la manutenzione stradale, e per ultimo ciò che segnalavo prima: un piano regionale che è ancora lontano da realizzarsi e le risorse assegnate che annualmente vengono ridotte. Fattori che certo non può controllare un privato. L’atto d’indirizzo apre quindi a mille incognite.

Non c’è nessuna certezza sulla tenuta occupazionale, sui carichi di lavoro, sulla realizzazione di un indispensabile piano industriale di medio o lungo termine atto a garantire la crescita competitiva e l’efficienza dell’azienda. E’ un salto nel buio, un rischio troppo grande per una città già provata come la nostra, quel 51% rappresenta un’ipoteca sul nostro futuro.

Senza contare che l’atto d’indirizzo arriva in un momento ancora d’incertezza per le società partecipate, dopo le modifiche previste dal Decreto Madia a livello normativo e statutario. Infatti, manca ancora il decreto della presidenza del Consiglio che metterà a fuoco i profili delle società partecipate e gli aspetti gestionali e tecnici che devono ancora essere regolamentati.

Sono troppe le zone d’ombra, quindi il M5S è contrario per i principi sopra descritti.

Ho la ferma convinzione che il trasporto debba essere tutelato come un bene comune e che una battaglia in difesa dei servizi pubblici sia una battaglia in difesa di tutti i cittadini.

 
* consigliere comunale Alessandria Movimento 5 Stelle
Intervento al consiglio comunale del 29 dicembre 2016