Casale Monferrato: i cannoni dell’ipocrisia

Ennesima promessa mantenuta alle frange di sinistra. Proprio Palazzetti si oppose alla costituzione del Museo di Storia Militare in ricordo dell’11°Fanteria Casale bollandola come iniziativa “militarista”!
Ora basta con le azioni sterili, si pensi a cosa conta davvero per la città!

Dinnanzi alla vicenda cannoni abbiamo visto consumarsi l’ennesimo episodio di ipocrisia di questa amministrazione. Una vicenda triste, inutile, che porta ancora una volta all’attenzione l’inadeguatezza di questa classe amministrativa incapace di stabilire quali siano le priorità per la città.

E’ bene procedere per punti.
Negli anni ’90 la Giunta Comunale bianco – rosso – verde composta da democristiani, verdi e comunisti fece rimuovere i cannoni considerati “simbolo di guerra”.
I due cimeli vennero depositati presso la Caserma Mameli e lì giacerono in stato di abbandono sino al 2011 quando venni sollecitato dalle Associazioni Combattentistiche e d’Arma ad un loro recupero e riposizionamento presso il monumento ai caduti.

Partì un breve iter che in poche settimane, grazie all’impegno delle Associazioni d’Arma e dell’allora Presidente della Consulta Sicurezza Attilio Ricaldone portò ad un restauro (con costo zero per la collettività) dei cannoni e al loro riposizionamento presso il Monumento ai Caduti con una brevissima cerimonia che come promotore dell’opera presiedetti.

Fu lì che iniziarono le polemiche da parte di frange di nostalgici e da parte dell’allora opposizione alla quale apparteneva l’attuale Sindaco Palazzetti.
La tacita promessa di allora è quindi stata mantenuta oggi.

Perché non essere sinceri? Perché avere paura delle proprie idee e arrampicarsi sugli specchi, anzi sulle vetrate, che sarebbero state concesse in cambio dei due cannoni da parte della caserma cuneese dove sono stati spostati?

 
Federico Riboldi
vice presidente consiglio comunale Casale Monferrato